31 maggio 2016

LA NASCITA DEI MUNICIPI ALLA PROVA DELLE AMMINISTRATIVE

Una “piccola” grande riforma e una lista mancata


Il nuovo regolamento dei Municipi e di fatto lo Statuto del Comune di Milano definiscono che ” … I Municipi, nell’ambito dell’unitarietà del Comune di Milano, rappresentano le rispettive comunità, ne curano gli interessi e ne promuovono lo sviluppo, in quanto organismi di partecipazione, consultazione e gestione dei servizi di prossimità presenti sul territorio ...”

09patti20FBQuindi se l’istituzione dei nuovi Municipi, ha tra gli obiettivi dichiarati quello di “avvicinare” le Amministrazioni locali ai cittadini, di rendere loro più partecipi alla vita pubblica e più consapevoli di diritti e doveri e dall’altro verso di rendere più efficaci, eque e prossime ai bisogni dei cittadini le risposte, i servizi, la tutela e la promozione dei diritti di cittadinanza, la coesione sociale di una comunità da parte della stessa Istituzione, penso che la piena attuazione dell’autonomia del sistema di governo Municipale, in raccordo con lo sviluppo istituzionale della Milano Grande, (la Città Metropolitana), sia un asse di lavoro  imprescindibile di una qualsiasi proposta politica di livello Municipale.

Pochi hanno raccolto la sfida di questa riforma (ancora per molti versi in fieri), in forma propositiva e a tutela di un principio Costituzionale di forte guida e motore di partecipazione, quel principio di sussidiarietà appunto regolato dall’articolo 118 della Costituzione italiana il quale prevede che “Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà“.

Tale principio implica che le diverse istituzioni debbano creare le condizioni necessarie per permettere alla persona e alle aggregazioni sociali di agire liberamente nello svolgimento della loro attività. L’intervento dell’entità di livello superiore, qualora fosse necessario, deve essere temporaneo e teso a restituire l’autonomia d’azione all’entità di livello inferiore. Il principio di sussidiarietà può quindi essere visto sotto un duplice aspetto: in senso verticale la ripartizione gerarchica delle competenze deve essere spostata verso gli enti più vicini al cittadino e, quindi, più vicini ai bisogni del territorio; in senso orizzontale il cittadino, sia come singolo sia attraverso i corpi intermedi, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali a lui più vicine.

La crescente richiesta di partecipazione dei cittadini alle decisioni e alle azioni che riguardano la cura di interessi aventi rilevanza sociale, presenti nella nostra realtà come in quella di molti altri paesi europei, ha dunque oggi la sua legittimazione nella nostra legge fondamentale. Quest’ultima prevede, dopo la riforma del Titolo V, anche il dovere da parte delle amministrazioni pubbliche di favorire tale partecipazione nella consapevolezza delle conseguenze positive che ne possono derivare per le persone e per la collettività in termini di benessere spirituale e materiale.

L’attuazione di questo principio ha un elevato potenziale di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche in quanto la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alle soddisfazione dei diritti sociali che la Costituzione ci riconosce.

Le Municipalità sono investite del delicato compito di leggere e interpretare i bisogni locali e di definire modalità efficaci di risposta, sono come abbiamo più volte detto applicazione dell’ottica di sussidiarietà istituzionale, ossia portare al livello più basso possibile e più vicino al territorio la gestione dei servizi.

Hanno una maggiore vicinanza del centro decisionale ai cittadini e potenziale controllo e valutazione degli impatti sul territorio delle attività svolte dai Municipi, incrementano gli istituti di partecipazione diretta e indiretta dei cittadini. Per questo credo che i vantaggi dell’Istituzione dei Nuovi Municipi, saranno tali solo se saranno guidati ed ispirati da questi principi e non rimangano invece lettera morta.

Ed è per questo che abbiamo fatto nascere Novissima nella ex zona 9, che per numero di abitanti ad esempio è la terza città di Lombardia, un Progetto Civico Municipale piuttosto che una lista solo elettorale.

Composta e sostenuta da cittadini da sempre impegnati quotidianamente alla tutela del bene comune, nelle loro professioni, nel commercio, nell’attività di volontariato e di cittadinanza attiva, nella scuola e per l’ambiente, nella cura di stili di vita più sostenibili, nell’associazionismo e nella cooperazione sociale, nella difesa dei diritti civili e di cittadinanza. Abbiamo raccolto più delle 300 firme necessarie in pochissimo tempo, ma avendo per troppa fretta e molta poca esperienza amministrativa, fatto degli errori gravi nella fase amministrativa di certificazione, siamo stati giustamente esclusi ma se la lista per il momento si ferma, il Progetto Civico coerentemente prosegue. E visti gli esiti finali delle candidature è l’unica lista che ha raccolto firme solo nella propria zona e per concorrere solo nel Municipio Milano9, le altre hanno risposto alla logica del collegamento con le liste presenti sul livello cittadino più grande.

Certo non un grande esercizio di autonomia, complice anche l’elevata disinformazione che ancora circonda questa piccola riforma.

Emanuele Patti



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