24 maggio 2016

SPAZI RIDATI ALLA CITTÀ: CASCINA NASCOSTA E ALTRO ANCORA

Quando la città scopre i suoi piccoli tesori sconosciuti


Nel cuore della città, nel Parco Sempione, ai piedi della Torre Branca, in una zona del parco lievemente infossata e quindi poco visibile, c’è una costruzione complessa, risistemata intorno agli anni Settanta: due corpi di fabbrica lunghi e bassi, un porticato, magazzini, una grande sala mensa con cucina, una corte, aiuole, alberi. L’area, pur essendo all’interno del parco, è cintata e accessibile solo attraverso un cancello spesso chiuso. Lì per molti anni vi è stata la sede degli addetti del Comune alla manutenzione del verde, una quarantina di persone. Era perciò un luogo con una sua precisa funzione e con una sua utilità: dove, tra l’altro, un apicoltore negli anni Ottanta aveva collocato parecchie arnie e dove si svolgevano corsi di apicoltura per le scuole.

05grandi19FBPoi, quando nel 2000 il Comune ha deciso di affidare la manutenzione del verde a un appalto esterno (Global Service), lì sono rimasti solo pochi dipendenti comunali addetti alle funzioni di controllo dell’operato della cooperativa appaltatrice e un deposito di piccoli mezzi dell’AMSA per la pulizia del parco. Quell’area, di oltre 3000 mq, ormai poco utilizzata, è rimasta per anni chiusa e nascosta alla città.

Scoprirlo e rendersi conto che in quella “cascina nascosta” si sarebbe potuto creare uno spazio accessibile ai cittadini, è stato tutt’uno. Sostenuto dall’Assessorato al Verde, il Consiglio di Zona 1 ha impostato e deliberato le linee d’indirizzo per un bando che prevedeva di assegnare una parte equivalente a due terzi dell’area a un associazione o a un gruppo di associazioni no profit. L’area doveva diventare un luogo di buone pratiche ambientali, di sostegno a progetti di tutela del verde urbano.

Oggi quelle intenzioni sono diventate realtà. Il bando è stato vinto da un gruppo di associazioni guidate da Legambiente Milano (Arci Pareidolia, CIA – Confederazione Italiana Agricoltori, Alterazioni). Non è stato un processo semplice e molte sono state le resistenze e le difficoltà (anche burocratiche), ma il risultato è stato ottenuto. In uno spazio bellissimo e ricco di potenzialità, per tanti anni rimasto precluso ai milanesi, ora nasceranno laboratori, luoghi d’incontro per le associazioni, spazi per il gioco, orti, mercatini di prodotti a Km 0, una piccola attività di ristorazione con prodotti biologici, aree per lo studio, la sosta, il relax.

Il caso della Cascina Nascosta non è isolato: sia pure con differenti meccanismi, nella Zona 1 (ma non solo in questa) abbiamo recuperato altri luoghi che fino a qualche tempo fa erano abbandonati, chiusi, lasciati al degrado. E li abbiamo restituiti ai milanesi. Penso al giardino di via Tommaso da Cazzaniga, gestito e curato dal WWF, che lì ha la sua sede di Milano e che vi organizza moltissime attività rivolte a adulti e bambini; al giardino condiviso di via Scaldasole, un area destinata a essere costruita, che grazie al lavoro del Consiglio di Zona e dell’Assessorato all’Urbanistica e alle firme raccolte dai cittadini, è stata salvata dall’edificazione e oggi è diventata un giardino di quartiere, con orti, giochi per i bambini; all’area verde di via Fatebenesorelle, che (in attesa che vi si costruisca una piscina comunale) è diventata un altro giardino condiviso, con un’area cani, aree gioco, cassoni per gli orti; e, infine, alla Casa degli Artisti, storico edificio che affaccia sul giardino di via Tommaso da Cazzaniga, ristrutturata utilizzando i proventi di oneri di urbanizzazione, che a breve tornerà a vivere come casa degli artisti: con i suoi grandi atelier, spazi comuni dedicati a mostre e attività culturali, un bar che affaccia sul giardino.

Una cosa accumuna queste storie a lieto fine: la partecipazione. Intesa non solo come ascolto delle richieste e delle proposte dei cittadini da parte dell’Amministrazione, ma come collaborazione attiva che produce progetti condivisi e tangibili.

Qualche giorno fa gli Assessori al Verde e all’Urbanistica hanno presentato il documento d’indirizzo strategico per la futura visione del verde urbano che sarà deliberato dalla Giunta prima della fine di questo mandato. Il titolo è emblematico: “Paesaggi futuri. Milano: spazi aperti in una visione metropolitana”. Si tratta di un documento importante, che sarà prodromico alla stesura del prossimo Piano del Verde della Città Metropolitana. Che sia stato presentato all’interno della cascina nascosta a una ricca platea seduta su delle balle di fieno, sembra davvero un buon auspicio.

Milano città metropolitana ed europea, città d’acqua e agricola, città aperta e inclusiva, si sta trasformando: molto di più e molto più velocemente di quanto non appaia all’osservatore distratto, e forse anche a noi che la abitiamo. Non si tratta solo dei nuovi grattaceli, dei quartieri o degli edifici sorti dove prima c’erano spazi vuoti, né di imprese, di innovazione, di Expo e di post Expo.

Si tratta di una trasformazione più silenziosa e meno appariscente, direi quasi composta, che avanza inarrestabile da qualche anno a questa parte e che ha a che vedere con l’azione sinergica di amministratori e cittadini, con la partecipazione, con il desiderio di tutti di sentirsi parte attiva della vita della propria città.

Si tratta di progetti come quello della Cascina Nascosta, dei giardini condivisi, delle aree assegnate anche solo a titolo temporaneo. Sono progetti che se saranno perseguiti, modificheranno in maniera sostanziale la nostra città, il modo di viverla, il suo paesaggio, i suoi spazi pieni e vuoti. Perché quello degli spazi di una città, di come utilizzarli e rigenerarli, dovrà essere uno dei temi prioritari per la visione della Milano del futuro.

 

Elena Grandi

 



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