25 maggio 2016

LA SICUREZZA URBANA IN CINQUE MOSSE

A partire dall’esperienza del Quartiere Isola


Per parlare di sicurezza parto dalla mia esperienza personale, in particolare da ciò che ho potuto vedere nel quartiere in cui vivo e lavoro: l’Isola, che recentemente ha attraversato anni di profonda trasformazione. Questa trasformazione è stata una grande sfida e una grande occasione: c’era il rischio che il quartiere venisse snaturato, ma per fortuna non è stato così e anzi oggi l’Isola è una bellissima sintesi di innovazione e tradizione, dove il tessuto sociale, le associazioni del commercio e l’imprenditore privato hanno saputo collaborare per lo sviluppo virtuoso del quartiere preservando la sua identità.

09antoniazzi19FBLa trasformazione dell’area adiacente all’Isola è stata l’occasione per fare squadra tra le varie componenti del territorio e il risultato è stato una maggiore cura e valorizzazione del quartiere e delle sue potenzialità e l’avvio di un processo di crescita. Allo stesso tempo gli aspetti di decoro e sicurezza sono migliorati notevolmente. La caratteristica vincente sta nel mantenere un equilibrio nella vita del quartiere, mentre le zone dormitorio o viceversa quelle che si svuotano alle 18.00 rischiano di essere soggette ad ambivalenze che possono essere fonte di problemi.

In generale un quartiere vivo è un quartiere più sicuro, ma, soprattutto di notte, si potrebbe fare di più ad esempio attivando forme di collaborazione con gli istituti di vigilanza privata, tramite il contributo di privati cittadini: residenti, condomini e commercianti. Esistono già esempi di questo tipo, dove il Comune fornisce una convenzione quadro all’interno della quale si possono sviluppare iniziative di aggregazione tra privati per l’attivazione dei servizi, che collettivamente risultano avere canoni molto più bassi (in alcuni casi il singolo arriva a pagare cifre nell’ordine dei 5 euro al mese).

Vigili e forze dell’ordine sono fondamentali ma un aiuto (senza intaccare la prerogativa di chi deve proteggere le persone e l’ordine pubblico) da parte di forze private che, proteggendo il patrimonio di fatto aumentano la sicurezza, può essere un grande contributo per il presidio della città. A livello operativo esistono altre azioni che il Comune potrebbe mettere in campo per aumentare la sicurezza.

Migliorare la manutenzione delle infrastrutture pubbliche (illuminazione, semafori, strade) effettuando un controllo geolocalizzato: ciò permetterebbe l’utilizzo di minor personale per la manutenzione e interventi precisi e mirati

Attivare una APP, disponibile per tutti i cittadini che avessero da segnalare problemi di manutenzione, di pulizia e nettezza urbana, di danni, ecc. La stessa APP potrebbe anche consentire al cittadino di lanciare una richiesta di intervento (per malore o aggressione) esattamente geolocalizzata.

Presidiare i mezzi pubblici attivando, come già fatto da Trenord, un servizio di vigilanza, che ha lo scopo di deterrenza verso atti di danneggiamento del patrimonio e di contrasto all’abusivismo ma, evidentemente, effettua anche un controllo efficace della sicurezza complessiva a bordo dei treni.

Incentivare i servizi privati di protezione tramite una forma contrattuale vantaggiosa (convenzione con sconti, sgravi sulla fiscalità locale, ecc.).

Attivare un tavolo di coordinamento sulla sicurezza, composto da soggetti pubblici e privati (Comune, Forze dell’Ordine, Istituti di vigilanza privata, municipalizzate, università, ecc), per fornire un contributo di idee pratiche realizzabili a breve/medio termine e definire una strategia di lungo periodo.

 

Efrem Antoniazzi



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