11 maggio 2016

BIKE SHARING E CONFINI DELLA CITTÀ METROPOLITANA

La bella città metropolitana e gli strumenti per visitarla


Un tempo il territorio tra Milano e la Riviera Ligure o i Laghi o le Alpi era attraversato velocemente, correndo sulle autostrade, dai Milanesi desiderosi di evadere nel fine settimana dalla metropoli. Oggi questo territorio, che nel frattempo è entrato nell’orbita gravitazionale della metropoli, propone luoghi, servizi e iniziative per intercettare il turismo fuori porta, e i Milanesi cominciano a scoprire vicino casa una realtà ricca di paesaggi, borghi e luoghi d’arte, aree naturali, tradizioni.

07pompilio17FBLa domanda turistica sta cambiando, non accade solo a Milano, è una tendenza che riguarda tutta Europa. Il turista non si contenta più della vacanza breve in spiaggia o a sciare, o a visitare un luogo d’arte, di carattere tematico, anzi monotematico. Chiede un’esperienza più completa, sofisticata, coinvolgente, autentica, di esplorazione del territorio, in tutte le sue molteplici forme, alla ricerca di tradizioni, natura, narrazioni, in aggiunta alle più consuete attività ludiche, ricreative e sportive.

I territori, non solo nelle regioni blasonate come la Toscana, si attrezzano per rispondere a questa nuova domanda. Anche qui in Lombardia, nelle aree di più diretto e facile accesso da Milano. Si guardi per esempio ai dintorni della famosa Certosa di Pavia. Il monumento è da pochi anni raggiungibile via treno, utilizzando la vicina stazione del servizio cadenzato della ferrovia suburbana S13, una delle linee che transita nel Passante Milanese. Dalla stazione un percorso pedonale di 1,5 km porta all’ingresso della Certosa.

Da qualche settimana è disponibile in alternativa un servizio di bike sharing, con bici classica, e anche elettrica con pedalata assistita. Un parcheggio bici è alla stazione ferroviaria, uno al monumento, uno lungo l’alzaia del Naviglio Pavese all’altezza di Borgarello, e uno è ospitato nel piazzale della stazione di Pavia. Alcuni comuni collaborano per offrire questo servizio intercomunale, un esperimento, in prospettiva da estendere con altre stazioni di parcheggio bici, anche in altri comuni.

Da Milano centro si può arrivare alla Certosa con treno e bici, una modalità alternativa e più godibile all’auto, anche più rapida, e senza code al ritorno in città la domenica sera. Questo esperimento di bike sharing si pone in realtà obiettivi più ampi: è un modo innovativo per invogliare ad esplorare e conoscere un territorio ricco di storia, di testimonianze, di paesaggio. Visitata la Certosa si può pedalare attraverso paesaggi rurali ancora integri, organizzati secondo una rete irrigua antica, con canali che risalgono ai tempi della Certosa e del Parco Visconteo. La Roggia Granda, che passa davanti all’ingresso della Certosa, attraverso i campi collega con il Castello di Mirabello, qualche chilometro più a sud, al centro del Parco Visconteo.

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Ricostruzione su mappa contemporanea dei confini del Parco Visconteo, un triangolo di circa 2200 ettari con ai tre vertici il Castello di Pavia, la Certosa, e l’attuale frazione Due Porte, e al centro il Castello di Mirabello. Fonte: sito web www.paviaedintorni.it

Un Parco che non esiste, se non come luogo geografico, ma del quale rimangono tante testimonianze. Nel cinquecento era tra i più belli e grandi d’Europa, estendendosi dal Castello di Pavia alla Certosa. Un luogo dove nel 1525 si è svolta la battaglia di Pavia, tra Spagna e Francia, che ha determinato le sorti d’Europa, ma che ha anche segnato il tramonto definitivo della cavalleria e di tutto il favoloso mondo medievale a questa associato, di fronte al nuovo delle armi da fuoco. Di quei tempi rimangono testimonianze da cercare tra campi, borghi rurali e canali irrigui, come la Cascina Repentita dove il Re di Francia sostò dopo la battaglia.

A meno di 2 km dalla Certosa si trovano luoghi poco noti ma di grande interesse, come Villa Mezzabarba, tipica dimora settecentesca un tempo usata per meglio governare le proprietà terriere, che oggi il Comune di Borgarello vuole destinare a luogo per esposizioni ed eventi pubblici, o come Cascina Colombina, dimora rurale, dalla curiosa forma poligonale, probabilmente fondata da una comunità di Celti, con un’antichissima cripta recentemente riscoperta e restaurata.

Poco più in là tra campi e rogge si può costeggiare la Garzaia della Carola, dove nidificano aironi e molte altre specie di uccelli. Strade locali, percorsi interpoderali, e una rete di piste ciclabili in costante espansione, permettono di arrivare a Pavia, percorrendo i quasi 5 chilometri del bel parco intercomunale della Roggia Vernavola, oppure seguendo l’alzaia del Naviglio fino a Borgo Calvenzano, giusto dietro il Castello Visconteo. Una volta visitato il ricchissimo centro storico di Pavia si può tornare alla stazione di Certosa, oppure la bici può essere lasciata alla stazione di Pavia dalla quale si torna a Milano sempre utilizzando la suburbana S13.

Chi è arrivato a leggere fino a questo punto si starà domandando come tutto questo abbia a che fare con i confini della Città Metropolitana. La metropoli Milanese reale si estende molto oltre i limiti amministrativi della Città comprendendo le province confinanti e le relative aree urbane, come rilevato dall’OCSE nel 2006 (1).

Definizione della regione metropolitana Milanese secondo OCSE

Definizione della regione metropolitana Milanese secondo OCSE

Strade e ferrovie, edifici e capannoni, servizi per cittadini e imprese sono la nervatura portante di questa metropoli, che tuttavia ha come matrice di base gli spazi aperti, naturali o agricoli, che sono essenziali per garantirne l’equilibrio ambientale. Gli spazi aperti vanno tutelati, anche favorendone la conoscenza attraverso attività fruitive ricreative che portino alla luce la ricchezza di tradizioni, storia e paesaggi del territorio.

Questo della Certosa è solo uno degli esempi possibili. In Provincia di Pavia il discorso potrebbe essere applicato anche alle decine di piccole stazioni sulle linee ferroviarie secondarie che attraversano la Lomellina, con i suoi paesaggi rurali, fluviali, e il patrimonio unico di garzaie, paesi e castelli, che potrebbero essere facilmente accessibili nei fine settimana da Milano. Un approccio simile può essere replicato e trovare applicazioni anche sulle direttrici delle altre province, oltre che nelle zone rurali della stessa Città Metropolitana (2).

Le province confinanti contribuiscono al sistema metropolitano non solo con il patrimonio di spazi aperti. Ci sono importanti servizi e attività manifatturiere e di ricerca, per i quali potrebbero essere sviluppati discorsi analoghi.

Pavia, come le altre province confinanti, è componente del sistema metropolitano ma i suoi cittadini non votano per il Sindaco di Milano, né i suoi amministratori potranno fare parte o eleggere il Consiglio metropolitano. Eppure la capacità competitiva internazionale di Milano passa anche dal riuscire a valorizzare ulteriormente l’apporto che questi territori già oggi forniscono al sistema metropolitano. Come coinvolgerli, con quali strumenti, con quali procedure, è tutto da inventare, e sarà compito del nuovo Sindaco metropolitano e Sindaco di Milano pensarci, impegnandosi per raccogliere attorno a se gli altri comuni e province che compongono la metropoli, e sollecitando regole, strumenti e risorse dalla Regione. Speriamo abbia intenzione di farlo, meglio sarebbe se i Milanesi glielo chiedessero con decisione e convinzione già in queste ultime settimane di campagna elettorale.

 

Marco Pompilio

 

(1) OECD (OCSE: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), Territorial Reviews: Milan Italy, 2006
(2) Per alcune esemplificazioni può essere interessante visitare il sito web http://www.100kmdamilano.it/

 



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