3 maggio 2016

IMPIANTI COMUNALI NON PENALIZZARE LO SPORT


L’attività motoria e sportiva, da tempo universalmente riconosciuta come strumento educativo necessario per una crescita equilibrata della persona ed elemento fondamentale per una efficace politica di promozione della salute, è ormai diventata parte integrante delle politiche del welfare nelle maggiori città europee. L’Europa ha dato in questi anni segnali importanti, dalla “Carta Europea” del 1992, al “Libro Bianco” del 2007, agli “Orientamenti in Materia di Attività Fisica” del 2008, alla “Dichiarazione a favore dello Sport di Base” del 2010.

07peluso-pucci16FBUn sistema sportivo all’avanguardia, che consideri le sue implicazioni sociali come elemento centrale e fondante, necessita dell’apporto di tutte le sue componenti, dalle istituzioni, agli enti locali, dalla scuola, agli organismi sportivi. Per questo motivo, oltre a prevedere azioni condivise tra i vari promotori delle attività sportive, è importante la stipula di un “Protocollo d’Intesa tra Settore Sport e ASL Milano” per agire direttamente sulla salute dei cittadini. Una sinergia utile alla prevenzione dell’obesità giovanile, delle disabilità secondarie e terziarie negli anziani, nonché un elemento educativo e di contrasto a fenomeni in espansione quali l’abuso di sostanze alcoliche, stupefacenti e dopanti e il bullismo.

Durante il mandato appena scaduto e a seguito del piano di sviluppo del welfare (redatto nel 2012), l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano si è dotato del “Piano delle Azioni”, un documento di facile lettura capace di mostrare i diversi fronti prioritari sui quali si cimenta la politica sociale dell’Amministrazione. Tra le azioni a cui si fa riferimento purtroppo non compare l’attività motoria e sportiva e dei 212.491.962,00 euro accantonati per il “Piano delle Azioni”, nessuna risorsa è stata destinata al suo sviluppo. Inoltre, con Delibera di Giunta Comunale n. 103 del 30 gennaio 2015 sono stati istituiti il “Tavolo Centrale” e i “Tavoli Zonali” dei Centri Anziani, riconoscendo alle associazioni che gestiscono questi centri un’importante funzione di sostegno culturale e ricreativo; un aspetto tanto evidente, quanto non riconosciuto ai gestori degli impianti sportivi.

La costituzione e l’affidamento delle palestre a Milanosport e, soprattutto, l’organizzazione dei corsi della società partecipata, non ha certamente aiutato le associazioni sportive a sviluppare e/o incrementare le proprie attività. Il principale problema che riguarda le concessioni consiste nell’applicazione del concetto di valenza economica; infatti considerare un centro sportivo comunale come suscettibile di sfruttamento economico, comporta l’impossibilità di rinnovare direttamente una concessione in scadenza, anche a fronte di nuove condizioni e di nuovi investimenti migliorativi da parte dei gestori.

In realtà gli impianti sportivi comunali sono e restano di proprietà pubblica, le riqualificazioni arricchiscono il valore del patrimonio pubblico e il servizio svolto dai concessionari, anche grazie ai vincoli imposti dal Comune, è pubblico a tutti gli effetti. Negli impianti vengono svolte attività sportive che nulla hanno a che fare con uno sfruttamento privatistico degli spazi, come ad esempio avviene nei centri fitness e il servizio che viene offerto è pubblico.

Per rilanciare la politica sportiva del Comune di Milano, sarà imprescindibile riconoscere la funzione pubblica e sociale svolta dai gestori degli impianti sportivi comunali che, a differenza di Milanosport, società del Comune, non ricevono alcun contributo per la gestione straordinaria, neppure a compensazione delle minori entrate derivanti dai vincoli stabiliti dall’Amministrazione Comunale.

 

Camilla Peluso* e Stefano Pucci**
 

*Piccola Scuola di Circo
**Polisportiva Garegnano

 

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