26 aprile 2016

ASCOLTATE! VOGLIO DIRE AL POPOLO DI MILANO


Ascoltate! Voglio dire al popolo di Milano, così caro al mio cuore, che sono orgoglioso di essere il primo Sindaco del libero Comune dopo la lunga teoria degli amministratori comandati. Orgoglioso e pieno di trepidazione ma anche di fiducia. Non tanto perché io presuma molto dalle mie forze, quanto per la certezza di avere in ogni cittadino un collaboratore consapevole, responsabile, coscienzioso.

09greppi15FBEssere Sindaco, secondo la bella tradizione che si onorano dei nomi di Emilio Caldara e di Angelo Filippetti vuol dire, infatti, amministrare col popolo, per il popolo, nello spirito di una democrazia operosa e costruttiva. E la democrazia è responsabilità di ciascuno, è collaborazione unanime e fedele. La liberazione ha sollevato il nostro spirito da un’umiliazione che il lungo tempo aveva reso ancora più amara, ma ci ha imposto il peso di tremendi impegni.

Tutto è da rifare, ricostruire, riconsacrare. Io parlo con franchezza a gente che ama la verità, così come ha detestato la retorica e l’adulazione interessata di oltre venti anni. L’Amministrazione Comunale è in condizioni gravi: non dico preoccupanti, solo perché la preoccupazione è un attributo dell’inettitudine e della debolezza. Immense sono le necessità di oggi e ancora più grandi saranno quelle di domani, limitati i mezzi per sopperirvi. Tuttavia noi faremo tutto quanto è umanamente possibile per essere all’altezza del compito che ci è stato assegnato.

Non abbiamo altra ambizione e altro desiderio che di ridare al popolo di Milano, a questo grande popolo che si è rivelato ancora una volta così nobile, coraggioso e civile, un’esistenza dignitosa e tranquilla.

La concordia tra i partiti del Comitato di Liberazione non potrebbe essere più chiara e completa: essi sono uniti nell’amore per la popolazione non meno che dal senso della loro responsabilità. Questa concordia deve essere di esempio a tutti i cittadini. Domani ciascuno potrà riprendere il proprio posto nelle battaglie ideali di cui, soprattutto, è fatta la storia della civiltà; oggi ci sono troppe miserie da soccorrere, troppe ferite da guarire, troppi errori da riparare. È dunque il tempo di una parola che arrivi al cuore di tutti gli uomini onesti, indistintamente. E questa è la parola della nostra Amministrazione alla città liberata.

Facciamo di essere degni della resurrezione alla quale aspiriamo con le forze più pure della nostra anima.

Sorgano a Milano tutte le grandi iniziative, possa irradiarsi da Milano la luce di tutte le buone ispirazioni e, se sapremo meritare dopo l’onore la fortuna, l’avremo.

Il destino non tradisce i giusti. La storia lo sta dimostrando con un’evidenza terribile ma decisiva.

 

Antonio Greppi

Milano 28 aprile 1945*

 

 

*28 aprile 1945 In: “Novant’anni di socialismo” a cura di Jacopo Perazzoli, L’Ornitorinco edizioni



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