26 aprile 2016

cinema – MISTRESS AMERICA


MISTRESS AMERICA
di Noah Baumbach [USA, 2015, 84′]
con Greta Gerwig, Lola Kirke, Matthew Shear, Jasmine Cephas Jones, Heather Lind

 

cinema15FBTracy è a New York da poco, frequenta il college e vuole diventare una scrittrice. È sola, un po’ in crisi e la madre le suggerisce di incontrare Brooke, la figlia del suo futuro marito che vive in città. Brooke ha poco più di 30 anni, è vulcanica, una vera newyorkese, ha tanti sogni e sbarca il lunario con lavoretti di vario genere, dalle ripetizioni a bambini (lo fa perché gli “stupidi figli dei ricchi diventino un po’ meno stupidi“) a un corso di spinning in palestra. La giovane accoglie sotto la sua protezione Tracy e la introduce alla vita frenetica della città. A Tracy piace molto questa specie di sorella, ha molti conoscenti e si muove sicura in ambienti diversi. Al contrario, lei si sente sola, disorientata e ha la sensazione di star fallendo, poiché i suoi scritti sono stati rifiutati da un prestigioso club letterario del suo college.

Pochi giorni e anche Brooke entra in crisi: il suo ragazzo, che doveva finanziare l’apertura di un ristorante a Williamsburg, la lascia e lei è costretta a rinunciare al suo sogno e a pagare le spese. Rinunciare non le è facile e pensa di avere un’ultima possibilità: rivolgersi a una ex amica che le ha rubato sia l’idea di alcune magliette con cui ha avuto successo, sia un ricco fidanzato.

Con Tracy e un suo amico di college munito di fidanzata gelosa e automobile si reca nel Connecticut, a casa dei due ex. Nella ricca villa dove tutto è design e cool, ogni personaggio dà il meglio e il peggio di sé. L’ex amica ha riunito vicine ricche tutte a fine gravidanza, anche lei vorrebbe un figlio ma il marito vorrebbe divorziare. L’uomo, divenuto ricchissimo con la finanza, si lava la coscienza facendo del volontariato in una struttura per anziani che non sopporta.

Brooke approfitta di questo clima confuso per ottenere l’aiuto economico necessario. Improvvisamente tutto cambia: la donna decide di non aprire più il ristorante, scopre delusa che il padre ha deciso di non sposare più la madre di Tracy e pensa di trasferirsi a Los Angeles “per sentirsi intellettualmente superiore”. Nel frattempo si scopre che Tracy ha fatto della ex potenziale sorella la protagonista di un racconto che le ha spalancato le porte del club letterario. Il successo letterario le alienerà le simpatie di Brooke che non vuole essere un caso seppure letterario, ma poi … .

Il film è piacevole, con dialoghi ben ritmati, basato sulla bravura degli attori, specie Greta Gerwigh, che valorizza sguardi, gesti, dettagli. Il film è un po’ la continuazione del precedente Frances Ha, anche qui le protagoniste cercano un loro posto nel mondo e lo fanno con fatica. Mistress America appare un delicato inno a quei ragazzi o giovani donne e uomini che vogliono essere liberi, non intendono omologarsi e vivono in bilico tra sogni, progetti e il rischio continuo di fallimento. Certo, lascia un sottile senso di malinconia vedere questi ragazzi che sognano, fanno, ci provano e si muovono in un contesto che sembra non concedere loro nulla.

Dorothy Parker

 

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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