20 aprile 2016

ARIA INQUINATA, CITTÀ METROPOLITANA E CAMPAGNA ELETTORALE


Occuparsi di polveri sottili e inquinamento atmosferico solo durante l’inverno, nella concitazione dell’emergenza, può portare a decisioni inutili, talvolta anche controproducenti. Il tema viene puntualmente accantonato all’arrivo dei primi tepori, mentre sarebbe invece saggio utilizzare il lungo periodo primaverile estivo per ponderare con calma sull’argomento. Quest’anno tuttavia ci sono le elezioni, a Milano, così come in altre città grandi e medie, e l’argomento potrebbe essere inserito tra le domande da porre ai candidati, per poi da luglio attivare iniziative concrete con il sindaco eletto.

04pompilio14FBPer molti inquinanti, specie le polveri, il contributo alle emissioni del traffico è preponderante. Vi sono altre fonti e cause, alcune note (riscaldamento, industrie, ecc.) altre meno, o imprevedibili come la recente decisione nel decreto “Sblocca Italia” nazionale che consentirà di mantenere in funzione gli inceneritori più vecchi, e inquinanti, che in alcune regioni ci si stava preparando a spegnere (1).

Un recente articolo su questa testata relativo al nuovo PUMS di Milano (2) ha bene illustrato che le politiche di trasferimento della mobilità da mezzo privato a trasporto pubblico incidono solo marginalmente sull’abbattimento di emissioni da traffico. In futuro qualcosa potrebbe cambiare, con l’evolversi delle preferenze degli utenti, soprattutto i più giovani, come evidenziato negli spunti forniti da un altro articolo su questa stessa testata (3). Tuttavia a oggi i risultati di gran lunga più significativi sono derivati dal miglioramento tecnologico dei motori. Stando in una prospettiva più a breve termine, dove l’uso del mezzo privato è ancora dominante, può quindi avere senso nella lotta alle emissioni concentrare gli sforzi sull’aggiornamento del parco veicolare, adeguando i provvedimenti fino a oggi assunti nell’emergenza, spesso poco efficaci in tale senso.

Dopo alcuni anni di tentennamenti Regione Lombardia e alcuni comuni hanno deciso interventi di blocco sistematico anche per gli Euro 3 diesel, ancora molto numerosi in circolazione. È un provvedimento impopolare nei confronti di chi ha meno risorse per cambiare la propria auto. Tuttavia gli indugi si sono rotti questo inverno in conseguenza dei ripetuti sforamenti dei limiti e del clamore suscitato dalla pubblicazione dei risultati del progetto che stima la mortalità correlata con l’inquinamento atmosferico (4).

Il fermo dei motori Euro più inquinanti tuttavia non basta, e pesa quasi esclusivamente sui meno abbienti. Si deve intervenire anche su chi possiede le risorse per cambiare auto più di frequente, che oggi non è incentivato ad acquistare i modelli meno inquinanti. Una parte del vantaggio acquisito per il miglioramento tecnologico dei motori è stato negli anni perso per la tendenza all’acquisto di auto più pesanti e più potenti (il numero di SUV per esempio è cresciuto in modo esponenziale). I dati sulle emissioni reali, non solo la classifica Euro, dovrebbero salire in cima alla scala dei criteri che si utilizzano per scegliere l’auto da acquistare.

Targhe alterne per più giorni o blocchi totali del traffico nei giorni festivi non portano risultati significativi per i nostri polmoni, e non educano neppure a un atteggiamento più consapevole verso l’ambiente. I blocchi totali nei giorni feriali pesano sulla produzione di reddito, che è ingrediente base per aggiornare il parco veicoli.

Ai blocchi totali, poco efficaci se attuati in forma episodica ogni 10-15 giorni, si dovrebbero sostituire misure di progressiva restrizione della circolazione, da applicare dopo un paio di giorni di superamento in forma più leggera, e gradualmente inasprire nei giorni seguenti fino a che i livelli non rientrino nei limiti di norma. Le misure possono essere di tanti tipi, a titolo di mero esempio: limitazioni della velocità, almeno 3 persone a bordo, bus e metro gratuiti, ZTL temporaneamente più ampie, restrizioni sulle effettive emissioni dai motori e non solo sulla classificazione Euro.

Per ogni città, in funzione delle sue caratteristiche, si possono adottare pacchetti di misure in diversa combinazione secondo un’ottimale progressione incrementale nel tempo, a seguito di studi e adeguata sperimentazione. Un lavoro da fare con calma durante i mesi di primavera-estate, per essere pronti alla prima emergenza dell’autunno.

Da non dimenticare, durante i mesi di calma, che i pacchetti di misure da attivare devono essere condivisi e coordinati in un tavolo di confronto tra Milano e gli altri comuni metropolitani, senza il quale ogni sforzo di contenere le emissioni risulterebbe vano. Se questo è un bel tema per la campagna elettorale del Sindaco di Milano, che sarà anche Sindaco metropolitano, non esitiamo a presentare le domande.

Marco Pompilio

Per una trattazione più approfondita sulle tipologie di misure, si veda la rivista Millennio Urbano qui

 

(1) Giorgio Boatti, I rifiuti, la cenere e i cieli di Lombardia, La Provincia Pavese, 15 febbraio 2016.
(2) Marco Ponti e Francesco Ramella, Più trasporto pubblico significa meno smog? Alcuni dubbi rilevanti, ArcipelagoMilano, 2 marzo 2016.
(3) Claudia Ponti, Trasporto pubblico e inquinamento. L’opzione “utente”, ArcipelagoMilano, 9 marzo 2016.
(4) VIIAS – metodi per la Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario dell’inquinamento atmosferico, progetto coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale, Lazio. Nel progetto sono coinvolte le regioni Emilia Romagna, Lazio, Marche Piemonte e Toscana.

 

 



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