20 aprile 2016

MILANO CAPITALE MORALE (DELLA FINANZA), È L’ORA


Un amico che fa un po’ di volontariato in uno asilo francescano per i poveri, sempre più numerosi, mi racconta di un immigrato che il mercoledì di Pasqua, in attesa di fare la doccia, a pacata ma alta voce ha espresso la propria incredulità di dover ancora mendicare dopo vent’anni di vita in Italia, e vedere tanti italiani cadere nella stessa povertà senza speranza.

07gario14FBSe nel 2007 si mentì dicendo che la crisi era imprevedibile – pur se annunciata nel 2005 tra gli altri dall’allora capo economista del Fondo Monetario Internazionale Raghuram G. Rajan, nella riunione delle banche centrali nel Wyoming – la voce di questa persona ne attesta durata e gravità, che volge al peggio. Editorialista economico di Financial Times e Le Monde, Martin Wolf si chiede «che cosa potranno fare le banche se la prossima recessione arriva quando i tassi di interesse sono ancora ben sotto ai livelli pre-2008. Devono prepararsi a questa eventualità. E soprattutto convincerci che sapranno che fare …». «È molto alta la probabilità di una recessione significativa entro il 2025 in Regno Unito, USA, Giappone, area euro e Giappone» (1).

Più pessimisti Patrick Artus, capo economista di Natixis e docente a Paris I Panthéon-Sorbonne, e Marie-Paule Virard, giornalista economica: «Sapendo che un’obbligazione vive in media sette anni, sette anni di politica monetaria espansionista consentono di rinnovare a tassi di interesse molto bassi l’intero portafoglio di obbligazioni. Se i tassi salgono, gli investitori subiranno perdite massicce di capitale. Ora, l’appuntamento è per il 2016, perché la politica dei tassi bassi ha debuttato nel 2009!» (2). «Per la prima volta nella storia dell’economia moderna tutti i mercati finanziari del mondo sono ingozzati di liquidità. Assuefatti alla dose quotidiana di denaro fresco gli operatori vendono e comprano con frenesia, per profitto immediato. Con tanta maggiore leggerezza per il fatto che, alla City come a Wall Street o altrove, oltre la metà dei trader non ha mai operato fuori dal magico universo di tassi zero e iperliquidità. Un universo dove la lucidità è anestetizzata dalle montagne di contante» (3). La base monetaria media mensile è passata da 812 miliardi di dollari (1980) a 2.595 (1997) a 19.400 (1 dicembre 2015) (4), oltre alla liquidità creata coi derivati dalla finanza-ombra, stimata in molti multipli della base monetaria.

«In questo inizio 2016 l’economia planetaria flirta con la recessione a causa di diversi problemi, tutti dell’economia reale: numerose strozzature nei paesi emergenti, eccessivi investimenti passati in Cina, inefficace ripartizione del reddito in Giappone, sottoinvestimento in area euro, crisi del settore petrolifero in USA e difficoltà dei paesi esportatori di materie prime» (5). E universale è anche l’eccesso di debito, scrive la Banca dei Regolamenti Internazionali nel rapporto trimestrale pubblicato il 6 marzo. «”Nel contesto del declino della produttività, lo stock mondiale di debito continua a crescere e il margine di manovra dei poteri pubblici si riduce”, avverte Claudio Borio, capo dipartimento economico e monetario BRI».

«Che risposta dare in caso di una nuova crisi? È probabilmente ciò che più inquieta: gli esperti BRI concordano con molti economisti che le banche centrali, “troppo sollecitate per troppo tempo, dopo la crisi” hanno ormai pochi margini di manovra. I mercati iniziano a capirlo – e sono nervosi. “Dovrebbero prenderne piena coscienza anche i poteri pubblici”, conclude». (6) Dovrebbero sì, perché “la crisi esplode quando una situazione di squilibrio fondamentale si congiunge con una presa di coscienza dei mercati» (7).

Ma si insiste e in previsione della prossima recessione le banche centrali potrebbero disporre una «”distribuzione di soldi con l’elicottero”, vale a dire emettere moneta in permanenza per spingere famiglie e governi a comprare beni e servizi», e «è essenziale lasciare alle banche centrali il controllo della quantità di moneta da emettere» [Wolf]. Tuttavia, «la prossima crisi potrà essere sventata solo realizzando riforme istituzionali importanti»: delle banche centrali e dei loro criteri di intervento, del Fondo Monetario Internazionale, degli interventi sull’economia reale (8). È una riforma del sistema di governo globale. Chi deve farla?

Prima area commerciale mondiale con valore quasi pari a Canada, USA, Messico, Cina, Corea e Far East messi insieme, l’UE è attore fondamentale della crisi (per la scelta dell’austerità) e ancor più del suo superamento, ma non può agire guidata da un Consiglio Europeo dove 28 premier nazionali litigano in nome di interessi lobbistici, senza motivo né capacità di governare finanza, economia, sicurezza europee.

La testimonianza è autorevole e drammatica, dopo le stragi a Parigi e Bruxelles: “L’ostinazione del Consiglio europeo nel rifiutare ogni progresso concreto nell’integrare i servizi di sicurezza alla fine si dimostra una “negligenza grave” per la sicurezza degli europei. Che creare un sistema centrale di sicurezza europeo non sia cosa semplice, grazie, non ho dubbi, sono stato per dieci anni capo di governo. Ma rifiutarne l’idea stessa, affossare il progetto col pretesto della sovranità giudiziaria e poliziesca è un atteggiamento tanto assurdo quanto pericoloso”, Guy Verhofstadt, già premier belga (9).

Con la capitale evidenza che il terrorismo colpisce localmente, ma la recessione ci colpisce tutti, precipitandoci in un’anarchia neppure malamente mascherata dalla presunta sovranità di 28 governi nazionali, ognuno in cerca di salvezza a spese degli altri e, tutti, dei più deboli. A capo di popoli e stati sempre più piccoli rispetto alla crescente dimensione demografica e economica del mondo, e sempre più marginali nello sviluppo delle interazioni globali, sono ridotti a giocare di contropiede. Per farlo apparire un gioco voluto e strategico, adattano la verità alle circostanze, anche perché spesso, lì per lì, neppure loro sanno che cosa succede. La loro povertà di ruolo, culturale e di mezzi diventa povertà materiale nostra e le nostre spinte nazionaliste li rendono follower anche in casa, a grave danno di noi cittadini (non ancora) europei.

Per dirla con Mervyn King, governatore della Banca d’Inghilterra dal 2003 al 2013, «la soluzione ai problemi della zona euro sarebbe di realizzare un governo economico centralizzato per prendere le grandi decisioni di bilancio. “Ma questa opzione non ha il sostegno popolare. Come immaginare che un elettore spagnolo sia pronto a appoggiare un gruppo di burocrati non eletti a Bruxelles per decidere le spese di bilancio?”» (10). Ci vuole un governo europeo eletto e responsabile democraticamente, va da sé dell’area euro perché nel Consiglio europeo deliberano 8 paesi che non ne fanno parte, in particolare il Regno Unito, che con la sterlina è anzi un concorrente e di fatto gioca su tutti i tavoli.

Con Borsa Italiana, Milano è partner dell’accordo tra Deutsche Börse e London Stock Exchange e dispone di tutti gli elementi di conoscenza, anche pratica, della situazione e della sua criticità. È ora di guadagnarsi il titolo di capitale morale, contribuendo a prevenire la prossima recessione, peggiore delle precedenti.

 

Giuseppe Gario

 

(1) «En attendant la prochaine récession», Le Monde Éco&Entreprise, 18/02/2016, p. 7

(2) Artus e Virard ,La folie des banques centrales. Pourquoi la prochaine crise sera pire, Paris 2016, pp. 158-9

(3) ibidem, pp. 12-13

(4) Le Monde Éco&Entreprise, 10/03/2016, p. 5

(5) Artus e Virard, p. 149

(6) Marie Charrel, “L’excès de dette, publique comme privéé, menace l’économie mondiale”, Le Monde Éco&Enpreprise, 08/03/2016, p. 4

(7) Artus e Virard, p. 155

(8) Artus e Virard, pp. 157-161

(9) Guy Verhofstadt, “La France ne doit pas empêcher l’Europe du renseignement”, Le Monde, 24/03/2016, p. 23

(10) Eric, Albert, «Une nouvelle crise financière est probable», Le Monde Eco&Entreprise, 30/03/2016, p. 4



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti