20 aprile 2016

A PROPOSITO DI CONSUMO DI SUOLO IN LOMBARDIA


Nell’interessante intervento su ArcipelagoMilano Ugo Targetti, già assessore al Territorio della Provincia di Milano della Giunta precedente all’ultima di FI/Lega – con cui si è ingloriosamente chiusa la storia di quella gloriosa istituzione -, illustra con legittimo orgoglio l’integrazione al Piano Territoriale Regionale (PTR) ai sensi della LR 31/2014 sul contenimento del consumo urbanizzativo di suolo, cui Targetti ha collaborato come consulente.

08brenna14FBIn particolare Targetti ne mette in risalto il carattere di studio approfondito e insolitamente dettagliato dei caratteri insediativi e territoriali tradizionali da tutelare da un uso urbanizzativo improprio: ben 40 Aree Territoriali Omogenee (ATO) a copertura dell’intero territorio regionale. Non c’è motivo di dubitarne, anche se i dati percentuali di riduzione del consumo edificatorio di territorio non urbanizzato da raggiungere al 2020 (*) appaiono assai meno lusinghieri se anziché in percentuale si valutano in termini di mq/abitante/anno, come fa da tempo la Germania (anche se, tuttavia, non è facile interpretare correttamente i dati delle tabelle della relazione ufficiale del Piano, un po’ per come sono esposte e soprattutto per problemi di leggibilità dell’impaginazione nella versione on-line: forse sarebbe bene pubblicare le tabelle anche separatamente dal testo).

In maniera preoccupante un risultato troppo limitato, soprattutto se confrontato con l’obiettivo finale di giungere al “consumo di suolo zero” entro il 2050, secondo le direttive europee. Ma soprattutto rimane il dubbio di fondo sulla reale efficacia di questo strumento nelle mani di un’amministrazione regionale che prima con Formigoni e poi con Maroni ha voluto connotarsi con lo slogan “ognuno padrone a casa propria”, che ha portato a far approvare PGT solo quinquennali (cioè senza alcuna visione di lungo periodo) da parte di ciascun Comune e praticamente senza più alcun controllo di area vasta.

Anche il tema correlato della “rigenerazione urbana”, cioè della concentrazione dei nuovi interventi edificatori su aree già urbanizzate suscita più di una legittima preoccupazione, innanzi tutto per la genericità e indeterminazione di obiettivi e strumenti con cui dovrà attuarsi e poi per la riduzione degli standard pubblici, riportati dalla Legge Regionale 12/2005 al livello minimo inderogabile dei 18 mq/abitante del 1968 (***) e questo in una Regione che per sviluppo economico ama appunto paragonarsi e confrontarsi con quelle più sviluppate della Germania, ma non sa imitarne il livello di dotazioni pubbliche e di tutela ambientale.

È molto difficile poter credere che d’ora in poi Regione Lombardia vigilerà attentamente e con un impegno di lungo periodo sul rispetto di queste nuove prescrizioni del PTR da parte dei PGT dei singoli comuni, e che, almeno nella “rigenerazione urbana” delle aree più densamente urbanizzate, si smetterà di ricorrere a incentivi alle quantità edificatorie che di fatto fanno scendere le dotazioni di spazi pubblici persino al di sotto dei minimi pur inderogabili dei 18 mq/abitante.

Per ora nella normativa di questa integrazione al PTR gli strumenti di questo impegno ancora non è dato vederli, soprattutto se si considera che, in attesa del futuro radioso delle riduzioni di consumo di suolo al 2020 e 2050 promesso da questa modifica del PTR, la legge regionale approvata conferma sino al 2017 tutte le previsioni di consumo di nuovo suolo dei PGT oggi vigenti, impedendo non solo le varianti in aumento (il che sarebbe logico), ma persino quelle in riduzione da parte di chi volesse avviarsi anticipatamente verso l’obiettivo auspicato.

 

Sergio Brenna

 

(*) Meno 25-30% nelle aree della Città Metropolitana, Nord Milano e Ovest Sempione, meno 20% nelle altre.

(**) La Germania per tempo si è posta entro il 2020 di raggiungere il valore di 1,34 mq/abitante/anno (che vuol dire 30 ettari al giorno per l’intera RFT), essendosi mossa dai 6 mq/abitante/anno degli anni ’97-2000 per arrivare a quasi dimezzarlo nel 2013 con 3,4 mq/abitante/anno: la Lombardia ancor oggi si attesta sui 4,5 mq/abitante/anno e con le riduzioni previste nel 2020 arriverebbe ancora a 2,5 mq/abitante/anno, quasi il doppio della Germania.

(***) Il Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia, Lazio, ecc. ancor oggi si attengono ai 25-28 inaugurati dalla legge urbanistica lombarda del 1975!



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