20 aprile 2016

musica – LOFT OPERA


LOFT-OPERA

Negli USA viene chiamata LoftOpera, mentre nella prima stagione sperimentale italiana, al MaMu di Milano, viene chiamata Opera da camera: è la ripresa di una tradizione molto diffusa in Italia nell’Ottocento, quando il successo delle opere liriche era tale che musicisti e cantanti usavano tutti gli espedienti possibili per divulgare le opere anche al di fuori dei teatri maggiori. Uno dei principali veicoli di diffusione era proprio la rappresentazione in forma minimale, con l’accompagnamento pianistico al posto dell’orchestra, la messa in scena con un numero ridotto di cantanti, palcoscenici non convenzionali come piazze, osterie o salotti. Soprattutto costi infinitamente inferiori e una offerta a prezzi ridottissimi.

musica14FBA Milano siamo già alla quarta puntata del ciclo: dopo l’esordio natalizio con La Bohéme cui son seguite La traviata e L’elisir d’amore, a Pasqua è andato in scena Il barbiere di Siviglia, per la regia di Lorenzo Arruga e i costumi di Altea Pivetta (che delle edizioni precedenti era stata anche regista e scenografa). Un centinaio di spettatori per serata, moltissimi giovani – e giovanissimi seduti per terra – complicità per le invenzioni di Figaro, risate per le beffe a Bartolo e Basilio, generose offerte libere nel salvadanaio; prodotti semplici ma di qualità.

È una strada giusta e perseguibile? Da una parte questi eventi – all’insegna della divulgazione musicale e culturale ma su un piano diverso e lontano da quello dei teatri lirici – possono essere o diventare economicamente sostenibili solo se se vi è una consistente risposta del pubblico: perché l’Opera da camera possa tornare a essere parte stabile del panorama musicale milanese occorre incrementare sia l’offerta che la domanda – sia le repliche che gli spettatori – e siccome per definizione gli spazi sono limitati occorre che ogni opera vada in scena più volte. D’altra parte, nonostante questa sia l’epoca degli  “spot”, il pubblico ha bisogno di abitudini e occorre offrirgli vere e proprie stagioni, con programmi, abbonamenti e appuntamenti mensili.

Il modello di opera lirica tradizionale è diventato sempre meno sostenibile per i costi e per la difficoltà della programmazione. L’orgoglio dei grandi teatri e le attese di un pubblico spesso un po’ troppo sofisticato fanno sì che l’opera diventi proibitiva e sia godibile solo da pochi. L’opera non deve essere riservata alla classe abbiente e acculturata, deve coinvolgere anche i giovani e la emergente classe creativa. Una offerta minimalista ma di buona qualità porta un nuovo pubblico e può offre importanti occasioni ai giovani artisti per farsi conoscere e per cominciare a guadagnare con la propria arte.

A Brooklyn si è cominciato nel 2013 con tre recite del Don Giovanni e tre delle Nozze di Figaro,  nel 2014 si è passati a quattro recite de La Bohème e a cinque del Barbiere di Siviglia, nel 2015 sono state cinque le recite della Lucrezia Borgia, poi diverse serate estive con brani d’opere, infine ben sette repliche di The Rape of Lucretia di Britten mentre nei primi mesi di quest’anno sono già state date sei repliche della Tosca e il mese prossimo ve ne saranno cinque del Comte Ory. Il tutto sparso in diversi siti della città ma sempre con un centinaio di posti a 30 dollari.

Anche il programma milanese ora comincia a crescere e propone due recite a maggio delle Nozze di Figaro e due a giugno del Rigoletto, sempre al MaMu e a offerta libera. Ma già per il prossimo anno sono stati messi in programma il Così fan tutte, Il flauto magico, Il Trovatore, Carmen, Madama Butterfly oltre alla ripresa di alcune delle opere di quest’anno.

La direzione artistica della stagione è affidata alle cure di Altea Pivetta, madrina e ispiratrice dell’Opera da camera, che continuerà a curare regia e scene. Lo staff di MaMu e il calore del pubblico sono gli altri ingredienti che sostengono questa serie nata, fa tenerezza ricordarlo,  come esperimento di concerto natalizio con la rappresentazione di Bohéme.

Paolo Viola

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 

 



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