12 aprile 2016

CITTÀ METROPOLITANA. LA COSTRUZIONE CONTINUA


“La Città Metropolitana è già morta, la Città Metropolitana deve ancora nascere, la Città Metropolitana non sta in piedi, la Città Metropolitana nessuno ha capito cosa sia o a cosa serva”. Nel susseguirsi di dichiarazioni politiche, con toni tanto accesi quanto velleitari, negli ultimi due anni di dibattito sul tema abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto. Più che esaltare o mortificare il neonato ente metropolitano sarebbe utile partire con grande serenità da un’analisi dei bisogni del nostro territorio e dal capire come rispondere a tali bisogni guardando con attenzione a quanto fatto nelle altre grandi aree metropolitane a livello internazionale.

05barberis13FBPrima di tutto mettiamoci bene in testa una cosa: la Città metropolitana è un sistema territoriale formato dalle relazioni tra i soggetti pubblici e privati del nostro territorio e tra questi e il resto del mondo. Al di là di qualunque legge Delrio o legge di stabilità la Città metropolitana è dunque già una realtà. La legge Delrio poi, con tutti i suoi limiti, ha avuto il grande merito di passare da una fase di dibattito accademico e politico-amministrativo, a una fase di costruzione e pratica della nuova istituzione. Fase appena cominciata.

Ma cos’è una città metropolitana? Possiamo certamente affermare che caratteristica delle più grandi aree urbane a livello internazionale è la connessione diretta, di là dagli Stati nazione che le ospitano, con le reti globali e con i flussi di persone e capitali che su queste reti si muovono. Inoltre, ognuna di queste aree rappresenta una “singolarità” per proprie specifiche caratteristiche a livello internazionale. Milano in questa dimensione ha alcune carte pesanti da potersi giocare: dal buon equilibrio tra qualità della vita italiana e servizi di livello simile a quelli del nord Europa, alle dimensioni urbane concentrate rispetto ai servizi, a un sistema territoriale ampio (prendiamo come misura l’ora e mezza di treno) ricchissimo da punto di vista industriale, paesaggistico e culturale.

Non solo, Milano esercita un ruolo chiave nel nostro sistema economico: contributo al Pil nazionale superiore al 10%, prima in Europa per sedi di multinazionali sopra il miliardo di fatturato, un imponente sistema universitario e di centri di ricerca con conseguente primato italiano per brevetti e invenzioni prodotte, offerta e sistema di istituzioni culturali di richiamo internazionale, qualità dei servizi sanitari, densità del terzo settore, solo per fare alcuni esempi.

Tutte queste eccellenze conferiscono a Milano i fondamentali più solidi, rispetto alle altre città italiane, per giocarsi la propria partita tra le grandi città del mondo. Una partita che si vince attraverso l’innovazione e la capacità di attrarre sul nostro territorio gli elementi che la producono: qualità delle risorse umane, servizi altamente specializzati, sistema eccellente di alta formazione e capitali di rischio preparati a selezionare attraverso investimenti le nuove imprese che possiamo avviare sul nostro territorio.

In questo scenario Città Metropolitana può esprimere al meglio la propria azione concentrandosi su alcuni fronti decisivi per migliorare la qualità della vita dei cittadini e delle imprese e che i singoli comuni non sono in grado di affrontare da soli. Pensiamo in particolare a un’opera coraggiosa di semplificazione burocratica di tutte e 134 le amministrazioni del territorio milanese o a sfide per le quali è necessaria un’azione corale: da una piena integrazione della rete di trasporti, a politiche ambientali capaci di impattare sensibilmente sulla qualità dell’aria e la fruizione degli spazi verdi. La velocità di implementazione di queste politiche, almeno in questa prima fase, sarà legata al pieno intendimento di un nuovo metodo di lavoro tra tutti e 134 i comuni del nostro territorio e alla loro capacità di porsi obiettivi politici comuni presentandosi in modo più omogeneo sullo scenario internazionale.

Il Piano di Sviluppo Strategico, appena votato dal Consiglio Metropolitano, offre in questa prospettiva un importante contributo sia in termini di contenuti e azioni che con riferimento alla capacità di promuovere un lavoro di squadra tra le amministrazioni comunali a partire dalle costituende zone omogenee.

È in questo scenario ampio e su questo il livello di ambizioni che va affrontato il tema Città Metropolitana: occorre passare da una fase di “sopravvivenza” – caratterizzata dalla tenuta dell’ente nonostante le ancora non sostenibili condizioni finanziarie – a una fase di progettazione – nella quale, oltre alla diversa qualità dei rapporti orizzontali, sarà necessario ingaggiare un confronto positivo e di medio periodo con il Governo per dotare il nuovo ente di poteri e funzioni adeguate.

Non illudiamoci che sia sufficiente una buona comunicazione istituzionale per far percepire ai cittadini la necessità del governo metropolitano. Ciò che serve, già a partire dai prossimi mesi, è una diversa qualità dell’azione amministrativa attraverso progetti di rete (dallo sviluppo economico, alla pianificazione urbanistica, ai trasporti, alle politiche per il lavoro, alla digitalizzazione dei processi della PA) che badino più alla sostanza e all’impatto sulla vita dei cittadini che alla forma del nuovo ente e ai suoi limiti finanziari e normativi.

Serve soprattutto un leader politico-amministrativo per la nuova fase, che sia capace, con una visione forte, di traghettare il nuovo ente oltre le pesanti difficoltà istitutive. Questo leader non potrà che essere – per forza sostanziale e ruolo istituzionale – il prossimo Sindaco di Milano.

 

Filippo Barberis
Capogruppo del Centro Sinistra per la Città Metropolitana
Consiglio metropolitano

 



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  1. Giorgio MalagoliCondivido il contenuto dell'articolo di Filippo Barberis. È importante che i candidati sindaci si esprimano chiaramente su questo fondamentale tema con un piano strategico che indichi le tappe per una completa attuazione della Città Metropolitana
    14 aprile 2016 • 19:37Rispondi
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