12 aprile 2016

UNA STRATEGIA CHE PARTA DALLE CITTÀ E DA MILANO PER LA CRESCITA DEL PAESE


Il problema non sono gli strumenti ma gli obiettivi. Il problema politico non sono i progetti o le misure di intervento da prendere immediatamente, dato che queste possono sempre essere concordate tra i diversi partiti politici, ma l’indicazione dei valori di riferimento e delle strategie di azione nel medio e lungo termine. È necessario focalizzarsi su cinque linee di azione strategiche, come cinque frecce di una strategia di uscita dalla crisi economica: a) più lavoro, b) meno disparità di reddito e di ricchezza, c) migliore qualità della vita, d) più partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni strategiche, e) più cooperazione istituzionale tra gli attori locali (governance).

08cappellin_13Il piano strategico della Città Metropolitana milanese deve definire i fattori di uno sviluppo futuro che abbia origine dall’interno della città e che sia quindi capace di trascinare lo sviluppo della Lombardia e del Paese. Il problema è quello di definire una strategia coerente, aperta dal punto di vista territoriale e di lungo periodo, che esplicitamente parta dai problemi e dei valori cruciali e più sentiti dai cittadini.

La nuova politica industriale e territoriale per la Città Metropolitana deve rispondere a domande chiave come:

  1. cosa: promuovere l’innovazione sistemica, gli investimenti, una maggiore produttività del sistema produttivo e il rilancio della domanda aggregata interna, dato che le politiche monetarie e fiscali espansive non sono sufficienti;
  2. come: la buona governance delle reti di innovazione tra le imprese e permettere la partecipazione attiva del sindacato, delle associazioni dei cittadini e dei centri di ricerca. Utilizzare meno la finanza pubblica e di più i capitali privati promuovendo partnership tra le imprese e le banche e i diversi intermediari finanziari non bancari;
  3. dove: focalizzare gli investimenti nelle aree urbane che rappresentano i nodi sia geografici che economici e culturali dell’economia europea,
  4. quando: adottando una prospettiva strategica di medio e lungo periodo, un metodo evolutivo o sperimentale, promuovere i diversi cicli di tecnologie e produzioni innovative e coordinare le diverse fasi della progettazione, realizzazione e gestione dei progetti di investimento,
  5. chi: individuare i nuovi attori del cambiamento e i soggetti che possono svolgere una funzione imprenditoriale di natura collettiva, che non sono forse più né i singoli imprenditori né i manager delle imprese industriali e terziarie, ma nuove organizzazioni da creare e che abbiano accesso alle due risorse cruciali in un sistema industriale moderno: la conoscenza e la finanza.

Specifiche misure in campo economico, che possono promuovere la creazione di occupazione nell’area metropolitana, sono:

* promuovere le reti di innovazione tra le imprese, gli investimenti congiunti delle imprese, la collaborazione con le università nella progettazione e nell’elaborazione delle strategie, lo sviluppo delle risorse umane qualificate e della formazione continua nelle imprese e nella PA, l’apertura internazionale, la collaborazione pubblico-privato;
* rinnovare la classe dirigente privata e pubblica;
* sostenere la creazione di nuove imprese in settori nuovi, facilitare la crescita delle piccole e medie imprese a scala nazionale e internazionale e attrarre imprese con dimensione internazionale;
* sviluppare nuovi servizi che rispondono ai grandi bisogni emergenti dei cittadini, creare nuove imprese e occupazione nei nuovi “mercati-guida” che si concentrano di fatto nelle città grandi e medie italiane: a) abitazione, b) mobilità, c) cultura e tempo libero, d) salute e formazione, e) ambiente e energia d) nuove filiere industriali collegate;
* piano back to work per pensionati e donne e Onlus e creare laboratori di progettazione per la reindustrializzazione delle aree di crisi;
* creare un fondo metropolitano, analogo a banca di investimento metropolitana, con i maggiori investitori istituzionali (banche e assicurazioni)
* emettere obbligazioni municipali a medio – lunga scadenza, convertibili in capitale delle società municipali e che prevedano anche facilitazioni in termini di sconto sulle imposte comunali.

È necessario valorizzare il ruolo delle società di servizi pubblici come attore chiave nelle reti di collaborazione tra le imprese locali dei diversi settori e come strumento operativo dell’amministrazione locale per organizzare grandi progetti di investimento sul territorio. Pertanto, le municipalizzate non devono investire all’estero, aumentando la debolezza del sistema produttivo italiano, e invece di vendere ai privati il capitale di controllo (salvo poi domandare facilitazioni di diverso genere al pubblico) è necessario avviare un aumento di capitale riservato ai privati in modo da destinare i capitali aggiuntivi a un aumento degli investimenti in settori tra loro diversi ma collegati e fortemente radicati sul territorio e promuovere il raggiungimento di economie di scala tramite la fusione con altre società pubbliche di servizi di province e regioni contigue.

In particolare, è necessaria una nuova figura di imprenditore diversa dall’imprenditore individuale della piccola impresa e dal manager della grande impresa, come nuove organizzazioni (società di progetto: special purpose vehicle) che siano in grado di svolgere una funzione imprenditoriale di tipo collettivo su progetti di medio termine e siano capaci di combinare la creazione di nuova conoscenza nelle reti aperte di innovazione con la mobilitazione di risorse finanziarie sui mercati internazionali dei capitali.

Chiaramente l’obiettivo di una ripresa degli investimenti in servizi e infrastrutture si lega all’obiettivo di integrare meglio il territorio della città e della regione, riducendo la congestione del traffico e creando una moderna città della conoscenza, delle reti di innovazione, dei flussi, delle relazioni tra i cittadini e non una mera concentrazione di grandi immobili a uso direzionale. É anche necessario che il piano dell’area metropolitana e le politiche urbane mirino a una maggiore eguaglianza, dando maggiori opportunità a chi ha poco invece che dare aiuti pubblici a chi ha maggiori redditi e ricchezza, aumentando le disparità. Fondamentale è aumentare il livello di moralità della politica, continuando il metodo prudente e attento della corretta amministrazione di Pisapia.

Inoltre, è necessario coinvolgere i cittadini e assicurare la loro partecipazione e i cittadini vanno convinti che la loro opinione conti davvero. Lo strumento del referendum o quello delle elezioni politiche non sono sufficienti e adeguati a promuovere un dibattito che porti a individuare nuove soluzioni. Ad esempio, può essere usata la formula dei “caucus” delle elezioni primarie americane o la formula francese del débat public, che permette di consultare i cittadini prima delle decisioni di costruire grandi opere e li responsabilizza su utilità e costi. Di fatto, la progettazione dell’innovazione richiede di coinvolgere e integrare tra loro tutte le competenze anche dei cittadini e dei consumatori e quindi di promuovere forme di partecipazione attiva al disegno e all’organizzazione degli interventi.

Anche il mondo della produzione dovrebbe stare dalla parte dei cittadini e abbandonare una logica meramente finanziaria di breve per adottare una logica sviluppo economico sostenibile nel lungo termine. La competitività delle imprese non è l’unico criterio ma è importante anche la sostenibilità sociale e ambientale. Infatti, i criteri di selezione degli investimenti devono essere l’impatto su una serie di obiettivi in larga misura complementari, come: crescita di Pil, occupazione, esportazioni ma anche qualità della vita e ambientale, risparmio energetico, sicurezza.

Migliorare la qualità della vita dei cittadini non rappresenta un costo aggiuntivo per le istituzioni pubbliche ma un’opportunità per creare attività innovative e occupazione qualificata. Infatti, il miglioramento della qualità della vita dei cittadini residenti nell’area metropolitana rappresenta anche il principale fattore di competitività nell’attrarre flussi turistici e nuovi investimenti internazionali.

Riccardo Cappellin

 

 



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