12 aprile 2016

libri – OSSERVAZIONI SULLA SCRITTURA DEI BAMBINI


 

Elena Manetti
OSSERVAZIONI SULLA SCRITTURA DEI BAMBINI
Epsylon Editrice, Roma
pag. 119, euro 12,00

libri13FBDimmi come scrivi e ti dirò chi sei. La grafologia oggi è uno strumento fondamentale per definire il carattere di una persona. Ancora più affascinante se applicata nella scrittura manuale di bambini che frequentano la scuola primaria. Lo scarabocchio, poi il disegno, e infine la scrittura rappresentano mezzi di interazione con l’ambiente circostante.

Autrice di questo saggio preziosissimo è Elena Manetti, vicedirettore Arigraf Nazionale e condirettore didattico del Master in grafocounseling della scuola di psicoterapia ASPIC. Manetti ci presenta un quadro chiaro del cambiamento sociologico, che ha interessato la famiglia, avvenuto soprattutto negli ultimi cinquant’anni. Oggi il figlio voluto diventa l’oggetto di un super-investimento da parte dei genitori. La crisi dell’autorità paterna ha portato a una maggiore democrazia affettiva nelle relazioni familiari, ma può avere come conseguenza una più faticosa assunzione di responsabilità da parte dei figli, che rischiano di prolungare troppo l’età infantile.

I genitori non sono visti come avversari, ma come interlocutori con cui mercanteggiare. Lo scopo della famiglia affettiva è tenere basso il livello del conflitto e quindi inventare norme che siano facilmente rispettate. Così le norme si sono progressivamente staccate dai principi e l’autostima non si basa sull’osservanza di regole morali, ma sul successo dei bambini in ambiti ritenuti importanti (aspetto fisico, accettazione da parte dei coetanei, competizione scolastica, atletica, stile di comportamento individuale).

Alla luce di questo cambiamento, l’autrice, analizzando le scritture dei bambini, pone l’accento sull’occupazione dello spazio, sull’evoluzione della forma, sul tratto e sulla modulazione del movimento, facendo un identikit esemplare della personalità di ogni bambino.

Scrivere in corsivo ci rende unici, come i quadri di un artista. Secondo studi recenti, il corsivo è un importante mezzo di sviluppo di molte aree cerebrali oltre a quelle percettive e di motricità fine. La diffusione dei mezzi tecnologici ha tolto l’impronta digitale della nostra creatività. Il corsivo sta scomparendo, sempre più ragazzi scrivono in stampatello. I bambini di oggi sono abituati sin da piccolissimi a scrivere sulla tastiera di un tablet o di uno smartphone. Non a caso, i ragazzi nati dal 1995 sono chiamati “nativi digitali”.

Scrivere fa bene. Tornare all’insegnamento della scrittura in corsivo è una battaglia fondamentale. “Se non si impara il corsivo,” sottolinea con saggezza l’autrice “i suoi tempi, la sua musicalità, come si farà a concentrarsi sulle parole di un libro?” Bisognerebbe educare i figli a prendere appunti: la scrittura è una forma di visualizzazione della voce che abbiamo dentro. Non soffochiamola. Incoraggiamola e stimoliamola con ogni mezzo.

Cristina Bellon

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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