12 aprile 2016

METROPOLI REALE, METROPOLI POSSIBILE. IL PIANO STRATEGICO METROPOLITANO MILANESE


La Città metropolitana di Milano ha avviato l’iter approvativo del Piano strategico metropolitano (L. 56/2014), alla cui costruzione il Centro Studi PIM ha contribuito in modo determinante. Dopo i lavori in Commissione, l’adozione da parte del Consiglio, il parere della Conferenza metropolitana, il Piano, secondo il cronoprogramma previsto, sarà definitivamente approvato dal Consiglio metropolitano agli inizi di maggio. Primo soggetto nel panorama nazionale a raggiungere questo traguardo, la Città metropolitana di Milano propone un piano che è il frutto di un processo fondato su un approccio inclusivo e generativo, durato circa un anno, che ha visto un’interazione continua con i Comuni, organizzati per Zone omogenee, le rappresentanze economiche e sociali del territorio, riunite nel “Tavolo metropolitano per lo sviluppo” e numerosi altri attori, attraverso interviste, incontri dedicati e discussioni pubbliche.

sacchi_1La costruzione del processo di pianificazione strategica – e in senso più ampio di avvio dell’attività del nuovo Ente – ha utilizzato un doppio sguardo, che sapesse interpretare la fase attuale, prospettando azioni nel breve periodo, e fosse anche capace di una visione al futuro, prefigurando ciò che potrebbe essere la Città metropolitana “a regime”. Da qui il titolo, “Milano. Metropoli reale, metropoli possibile”, che approccia con uno stile realistico e pragmatico l’attuale scenario e lo coniuga con una visione di sviluppo di più lunga durata.

Il Piano strategico propone un nuovo ruolo per Città metropolitana, intesa come istituzione che cura lo sviluppo strategico del territorio metropolitano, funzionale a riorganizzare una serie di relazioni più ampie, capace di catalizzare risorse e progetti e di semplificare i processi decisionali, con una nuova collocazione nella governance dei processi. Il Piano lavora dunque su un doppio binario: a livello locale, immaginando Città metropolitana come Ente di programmazione (in primo luogo di territorio e ambiente, della mobilità e dello sviluppo socio-economico) e come “aggregatore” dei grandi servizi di area metropolitana (a partire da trasporto pubblico, acqua, energia e rifiuti); a livello globale, agendo nelle reti di città, individuando un proprio posizionamento competitivo in chiave di complementarità.

sacchi_2_bCoerentemente alle strategie di sviluppo delineate in fase iniziale nella Mappa delle idee (settembre 2015), il Piano strategico individua sei piattaforme progettuali, dal carattere trasversale, che costituiscono indirizzo per l’azione di Città metropolitana nei prossimi anni, sulle quali si innestano a oggi 38 progetti. Le piattaforme si propongono come una “base aperta”, sulla quale si possono integrare molteplici progettualità attraverso il contributo di una pluralità di soggetti.

In modo complementare, su queste piattaforme si appoggia anche il lavoro svolto nei tavoli territoriali con i Comuni e con gli attori locali che ha fatto emergere, per ciascuna Zona omogenea, un’agenda territoriale, base di indirizzo per l’azione dei Comuni. Le agende individuano una “vocazione” per ciascun territorio e si sostanziano in un complesso di 31 azioni e temi progettuali che i Comuni, lavorando insieme, possono da subito mettere in campo. I progetti investono una varietà di ambiti, dalla mobilità allo sviluppo economico-sociale, dalla rigenerazione urbana al governo degli spazi aperti, dalla semplificazione amministrativa alla gestione in forma associata di servizi locali.

sacchi_3In continuità con le politiche praticate dal Comune di Milano negli ultimi anni, il Piano individua poi un campo di questioni di rilevanza metropolitana (dalle politiche di innovazione alle politiche di inclusione sociale, dalla Food policy alla valorizzazione del sistema agroalimentare, dalla riduzione del consumo di suolo alla salvaguardia del territorio e dell’ambiente, dalla cura della città esistente alla rigenerazione urbana che riguarda grandi aree dismesse ma anche il tessuto più minuto, dal sistema dei grandi servizi all’integrazione dei sistemi di mobilità e dei servizi pubblici locali) che richiedono dialogo, coordinamento e partnership non solo tra Città metropolitana, Comune centrale, Comuni e rispettive agenzie, ma anche tra una varietà di attori di diversa natura e livello.

Per dare concretezza a tali indirizzi, il Piano individua strumenti e procedure da utilizzare per organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie, mettendo a punto il collegamento con altri strumenti di programmazione (in primo luogo con il bilancio), identificando le figure responsabili per ciascun progetto, definendo le linee da seguire per attivare interazioni con i soggetti pubblici e privati protagonisti delle diverse policy. Inoltre, nel documento si individuano le modalità di monitoraggio, rendicontazione e aggiornamento del piano stesso.

In conclusione, il Piano apre lo sguardo alla “metropoli possibile”. Si individuano così alcune prospettive di lavoro di più lungo periodo, da organizzare entro un’Agenda strategica, che riguardano lo sviluppo del “campo territoriale nord ovest” (con particolare riguardo al post Expo), l’integrazione tariffaria e gli hub di interscambio ferro-gomma, i parchi metropolitani e la loro governance, gli obiettivi di sostenibilità ambientale, l’integrazione dei grandi servizi di rete.

Coerentemente all’approccio processuale prescelto, il Piano, nel suo farsi, ha già prodotto primi risultati. Il più rilevante è individuabile nella maturazione, da parte degli amministratori locali e, più in generale del complesso degli attori, di una crescente consapevolezza in ordine alla centralità della “dimensione” metropolitana per il trattamento di alcune tematiche chiave e, conseguentemente, alla necessità di una maggiore cooperazione. Questo ha generato un altro importante risultato, che si sostanzia nella costruzione di una base stabile di interazione tra diversi livelli amministrativi e attori del territorio, con un’agenda di temi progettuali condivisi e sedi riconosciute di confronto.

Il coinvolgimento attivo di tale varietà di attori è stato per molti versi il vero motore del processo, fondamentale spinta verso l’approvazione del Piano e buon viatico per la sua implementazione.

Dario Corvi e Franco Sacchi
Centro Studi PIM

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema





18 aprile 2023

MILANO: DA MODELLO A BOLLA?

Valentino Ballabio






21 marzo 2023

CACICCHI EX LEGE

Valentino Ballabio






5 aprile 2022

IL RILANCIO DELLA CITTÀ METROPOLITANA

Fiorello Cortiana


Ultimi commenti