23 marzo 2016

cinema – ALLEGIANT


 

ALLEGIANT
di Robert Schwentke [USA, 2016, 110′]
con Shailene Woodley, Theo James, Naomi Watts, Jeff Daniels

cinema11FBPer Allegiant, terzo appuntamento con la serie Divergent, sala piena di adolescenti curiosi di scoprire quali nuovi scenari ospiteranno le avventure dei protagonisti, Tris e Quattro (Shailene Woodley e Theo James), ribelli per natura e per scelta consapevole, in un mondo futuro dai contorni apocalittici.

La saga di fantascienza tratta dai libri per ragazzi scritti dalla giovanissima Veronica Roth, affascina molto i più giovani. Anche questo episodio mette in scena la rappresentazione di una società postcontemporanea, dove la prospettiva di futuro è incerta e variabile. Futuro condizionato dalla furia distruttiva dei conflitti interni di una società rigidamente divisa in gruppi definiti dalla loro qualità dominante (Abneganti, Pacifici, Candidi, Intrepidi, ed Eruditi), che affida alle capacità e alla temerarietà dei più giovani della popolazione, i moti di resistenza e ribellione.

In questa prima parte del terzo e ultimo episodio della saga, i protagonisti scelgono di andare ‘fuori’, fuori da quel che resta di una Chicago devastata, dove il caos e la paura sono controllati ancora facendo leva sui sentimenti di vendetta e di regolamento di conti passati senza trovare la via alla pacificazione. Il viaggio verso il nuovo comincia come un’odissea in un mondo arido e dalle sembianze marziane, per approdare ad un’oasi apparentemente salvifica: la cittadella tecnologica del Dipartimento di Sanità Genetica.

I protagonisti scoprono di essere e di essere stati soggetti di un Truman Show all’ennesima potenza, di essere parte di un esperimento dove tutto è tenuto sotto controllo da chi sta a guardare da lontano, in un luogo algido, isolato e preservato da conflitti e violenze.

Tanti, troppi, i temi che si sovrappongono e che rendono confusa e avviluppata la narrazione: la manipolazione genetica e i suoi antidoti, la ricerca della purezza, la distanza tra una oligarchia della scienza e le comunità di uomini (soprattutto giovani), la ribellione come unico strumento di lotta, la mutazione degli ex-buoni quando assumono il potere e non sanno controllarlo, l’arroganza della scienza che cerca di ricreare un ordine perduto. Lo spunto più interessante, la cancellazione della memoria per poter meglio controllare menti e comportamenti, passa purtroppo in sordina e solo uno dei tanti interrogativi a cui il film non dà risposta soddisfacente.

Un film per ragazzi dove tante sono le sollecitazioni e le porte aperte, ma dove molto resta sospeso e nella concitazione degli accadimenti superficiale. Dove si perde l’intuizione felice del primo film che sulla forza della personalità divergente, e quindi non omologata, costruiva il suo racconto sulla possibilità di scardinare ordini rigidi precostituiti e controllati.

Il film si chiude con il più classico degli epiloghi, anche come composizione dell’ultima scena, lanciando il ‘to be continued’ al finale della saga. Promessa che però rimane cristallizzata senza un vero grande slancio verso sorprese narrative future. I ragazzi in sala in parte smentiscono, proiettati già verso il seguito della storia e lamentandosi dei mesi che dovranno attendere per gustarsi come andrà a finire.

Adele H.

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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