23 marzo 2016

libri – LA BATTAGLIA DI BRETTON WOODS


BENN STEIL
LA BATTAGLIA DI BRETTON WOODS
Ed. Donzelli, 2015
pag. 414 € 38,00

libri11FBLe vicende e le turbolenze monetarie dell’età moderna sono spesso percepite dal pubblico come eventi esoterici o, quantomeno, difficilmente commisurabili attraverso i tradizionali parametri della ricerca storica. Del resto, quanti ricordano che l’accanita difesa della “Quota 90” (rapporto di cambio Lira-Sterlina), voluta da Mussolini nel 1926, fu alla base della gravissima crisi che mise in ginocchio la grande industria nazionale, l’intero sistema bancario e il tenore di vita di milioni di famiglie italiane.

Grande interesse, perciò, merita la monumentale ricostruzione che Benn Steil offre della complessa vicenda degli accordi di Breton Woods, dove in un sontuoso albergo, l’Hotel Mount Washington, sinistramente simile all’edificio dove Stanley Kubrick girò l’indimenticato Shining, nel luglio 1944, Inghilterra e Stati Uniti, vedendo avvicinarsi la vittoria nella guerra in corso (erano appena avvenuti lo sbarco in Normandia, la liberazione di Roma e lo sfondamento dei Sovietici a est), si affrontarono dinanzi a una platea di 44 Paesi amici e alleati per stabilire il futuro macroeconomico mondiale.

Una vicenda epocale i cui esiti si protrassero, in forma diretta, fino ai primi anni ’70 e in forma indiretta fino ai giorni nostri.

Nel panorama di quelle tre settimane di dibattiti che videro coinvolti centinaia di ministri, economisti, banchieri e uomini politici, emergono, nel racconto di Seidl, alcune figure centrali. Innanzi tutto quella di Hans Morgenthau, potente segretario al tesoro degli Stati Uniti, uomo di punta del governo di F.D. Roosvelt, che aveva organizzato e convocato la conferenza di Bretton Woods per preparare il nuovo mondo, liberato dalle Potenze del Patto anti-komintern, al rinnovato ordine economico planetario.

Subito dopo il britannico John Maynard Keynes, il più celebrato degli economisti contemporanei, geniale anticipatore nel 1919 di ciò che la “folle” pace imposta alla Germania avrebbe portato all’Europa ed al mondo: “(…) questa pace – aveva scritto Keynes dopo il trattato di Versailles – porrà le condizioni per una nuova guerra mondiale i cui orrori supereranno di gran lunga quelli della guerra appena finita.“. In terza posizione un giovane economista americano, collaboratore di Morgenthau, Harry Dexter White autore, fin dal 1941, delle linee di riforma che avrebbero costituito tre anni dopo l’ossatura degli accordi monetari.

Il durissimo scontro fra Keynes e White fu al centro della conferenza. Si trattava di decidere se riservare un ruolo centrale alla sterlina o trasferirlo al dollaro in un sistema rigido basato sul rapporto tra questo e l’oro e tassi di cambio fissi per ogni altra moneta. Com’è noto trionfò la posizione americana.

Non mancano nel volume ghiotti riferimenti a una spy story, opaca e mai chiarita secondo cui il brillante economista americano fosse in stretto contatto con l’ambasciata sovietica. Fatto sta che poco tempo dopo venne costretto a rinunciare a ogni incarico e morì nel 1946 per una provvidenziale crisi cardiaca.

Paolo Bonaccorsi

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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