16 marzo 2016

sipario – LO SCHIACCIANOCI CON VITTORIA VALERIO E ANGELO GRECO


LO SCHIACCIANOCI CON VITTORIA VALERIO E ANGELO GRECO

Balletto in due atti dal racconto Nußknacker und Mausekönig di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Libretto di Lev Ivanov, rivisto da Nacho Duato. Musica P. I. Čajkovskij. Coreografia  Nacho Duato. Scene e costumi  Jérôme Kaplan. Luci  Brad Fields.

Vittoria Valerio (Clara). Angelo Greco (Schiaccianoci, Principe). Massimo Garon (Drosselmeyer). Riccardo Massimi (Sig. Stahlbaum). Deborah Gismondi (Sig.ra Stahlbaum). Valerio Lunadei (Fritz). Marco Messina (Pierrot). Marta Gerani (Colombina). Andreas Lochmann (Moro). Christian Fagetti (Re dei topi). Danza spagnola: Emanuela Montanari e Alessandro Grillo. Danza araba: Paola Giovenzana. Danza cinese: Denise Gazzo, Marta Gerani, Eugenio Lepera, Matteo Gavazzi. Danza russa: Salvatore Perdichizzi, Marco Messina, Mattia Semperboni, Andreas Lochmann. Danza francese: Alessandra Vassallo e Marco Agostino. Solisti valzer dei fiori: Martina Arduino, Gaia Andreanò, Giulia Schembri, Chiara Fiandra, Nicola Del Freo, Fabio Saglibene, Valerio Lunadei, Christian Fagetti.

Corpo di ballo del Teatro alla Scala diretto da Mauro Bigonzetti. Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni. Animazione delle marionette a cura della Compagnia marionettistica Carlo Colla & Figli. Orchestra del Teatro alla Scala, direttore: Vladimir Fedoseev.

Eccomi di nuovo sullo Schiaccianoci di Nacho Duato, stavolta a parlare del cast interno dei solisti Vittoria Valerio e Angelo Greco nei ruoli principali. Finite le recite di questa produzione, a un mese dalla mia recensione della serata con l’ospite Maria Eichwald e Roberto Bolle, mantengo l’opinione non entusiasta del progetto coreografico, ma apprezzo l’esecuzione e lo sforzo interpretativo del corpo di ballo del Teatro alla Scala.

sipario10FBProtagonista dei quadri di carattere si riconferma il duetto affiatatissimo di Alessandra Vassallo e Marco Agostino nella danza francese, interpretata con brio, leggerezza sapientemente cuciti nella tecnica, lasciando trasparire l’umorismo e anche la trasognata magia richiesti dalle note di Čajkovskij. Il valzer dei fiori, nonostante la difficoltà di un impianto coreografico scolastico, ha mostrato maggiori coesione e presenza interpretativa delle coppie, da notare la partecipazione dei giovani e giovanissimi del corpo di ballo Gaia Andreanò, Martina Arduino, Agnese Di Clemente, Gioacchino Starace (suddivisi tra solisti e ensemble nel valzer).

Nel primo atto una nota di merito all’interpretazione realistica, quasi cinematografica, di Riccardo Massimi nel ruolo del padre di Clara e Fritz, molto evidente nel rapporto ben assortito con Valerio Lunadei (il figlio) che ha risposto molto ‘cinematograficamente’ soprattutto nella scena di congedo degli invitati. A questa si unisce la presenza giocosa dell’esuberanza dello zio Drosselmeyer interpretato da Massimo Garon e la grande mimica e personalità di Christian Fagetti nel Re dei topi, sempre riconoscibile al di là del trucco per la sua qualità di movimento.

La coppia artistica di Vittoria Valerio e di Angelo Greco è già da tempo consolidata: nello Schiaccianoci di questa e la scorsa stagione, nel pas de deux dell’Uccellino azzurro e la principessa Fiorina della Bella addormentata di Aleksej Ratmanskij, nella Civiltà e Schiavitù dell’Excelsior e in Cello Suite di Heinz Spoerli della scorsa stagione, nel loro debutto nel 2014 nei ruoli protagonisti del Romeo e Giulietta di sir Kenneth MacMillan, nonché saranno ancora protagonisti in alcune recite del Don Chisciotte di Rudol’f Nureev nelle prossime settimane.

Una ballerina tecnicissima e fortemente drammatica Vittoria Valerio, in grado di trasmettere la spensieratezza di una bimba con un palloncino, l’infantile dispiacere per un giocattolo nuovo rotto, fino alla paura nell’inseguimento da parte del Re dei topi e alla serafica solennità di principessa nel gran pas d’amour. Angelo Greco è un danzatore ‘formato’, che dal virtuosismo al più piccolo gesto (per esempio il port de bras en dedans di chiusura del primo atto dopo il pas de deux delle neve) sa essere sempre se stesso; anche con una maschera si riconosce il suo movimento e la sua personalità. Insieme dominano la scena con professionalità superando i limiti di una coreografia poco rappresentativa, dando un’intenzione costruita ex novo e fatta propria.

Teatro alla Scala di Milano, recita dell’11 marzo 2016

Domenico Giuseppe Muscianisi

 

Foto Rudy Amisano (Teatro alla Scala)

 

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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