23 novembre 2009

URBAN BIKE MESSENGER – UBM


I pony express in bicicletta: ecologici e veloci non sono un’invenzione milanese ma adesso sono arrivati e l’idea di provare a mettere in piedi un servizio di consegne in bicicletta è partita da un gruppo di tre amici amanti della due ruote e fermamente convinti che questo mezzo è il miglior mezzo possibile per attraversare velocemente una città come Milano, relativamente piccola (più di New York o Londra), piatta (più di San Francisco o Lugano) e dal clima sopportabile (più di Copenaghen o Chicago).

I “bike messenger” all’estero esistono ormai da molto tempo: i primi si sono visti nelle metropoli americane già alla fine degli anni ’60. A Londra e Berlino i pony express ecologici sono attivi dai primi anni ’90. Da allora il servizio si è esteso in Europa a Vienna, Berlino, Parigi, Praga, Budapest. Chi è stato a New York, Berlino o Londra avrà sicuramente visto sfrecciare nel traffico i corrieri in bicicletta. In Italia ancora non erano arrivati. Da un anno anche a Milano, città afflitta dallo smog e dal traffico e con la circolazione limitata dall’eco-pass, è possibile utilizzare questo servizio rapido e, soprattutto, ecologico.

Le aziende, i privati e le associazioni che hanno scelto di affidare a UBM le consegne a domicilio l’hanno inizialmente fatto all’inizio perché ne condividono l’approccio “ambientalista”, cioè meno traffico, meno rumore e meno smog e spesso tra queste aziende ve ne sono anche alcune che compilano il bilancio socio/ambientale e possono così includere tra le varie voci anche il servizio dei pony express a pedali. Poi quando poi si accorgono che sono più veloci dei tradizionali pony express in motorino non tornano più indietro.

La velocità dei messengers non dipende solo dal fatto che sono per lo più ciclisti allenati, ma anche dal fatto che non utilizzano le classiche biciclette da postino con telaio pesante, ruote molto spesse e portapacchi giganteschi, ma cavalcano leggere bici da corsa (e spesso da pista) e possono scegliere percorsi che altri mezzi non si possono permettere.

Qualche esempio? Da via Torino a via Tortona uno scooter deve fare un lungo giro e magari rimane anche imbottigliato nel traffico, mentre loro passando da porta Genova, possono superare la ferrovia, salendo sulla “scaletta verde” con la bici in spalla e sono arrivati in pochi minuti. Oppure per una consegna da Porta Romana alla Rai, possono attraversare il parco Sempione così in centro sicuramente non hanno rivali.

E i manager che hanno lavorato a Londra o a New York lo sanno benissimo.

Le aziende che hanno scelto UBM non sono più solo piccoli studi o attività commerciali che gravitano nel mondo verde/ecologista ma anche multinazionali con uffici e sedi in tutto il mondo come QBE o Freshfields Bruckhaus Deringer, Eidos Partners; aziende leader in Italia come Gioco digitale (da poco acquisita da BWIN, sponsor del Milan calcio, per 95 milioni di euro) o Guna, la più importante azienda italiana nel settore della produzione e distribuzione di farmaci omeopatici; istituzioni della conoscenza come l’Università della Bicocca.

UBM sta ormai uscendo dalla fase di start up: nel giro di un anno, grazie soprattutto al passaparola e al tamtam tra chi li ha provati, senza alcun battage pubblicitario la notizia della loro esistenza, soprattutto attraverso Internet, si è diffusa velocemente e le richieste di consegne veloci ed ecosostenibili sono aumentate a vista d’occhio, raggiungendo la considerevole cifra di 2300 telefonate.

Da quando è stato messo on line il loro sito con la pagina “pedala con noi” si sono iscritte quasi 500 persone. Tra gli aspiranti nuovi pony ecologici si trovano soprattutto molti studenti universitari, giovani laureati disoccupati, precari che lavorano 4 ore presso un call-center e tentano così di arrotondare il loro stipendio, e anche molti lavoratori in cassa integrazione. Poi sulla base delle disponibilità settimanale che è fornita, del tipo di bici che si utilizza, del tipo di “allenamento” è stilata una sorta di graduatoria e secondo la domanda che arriva dalla clientela i corrieri che servono ogni giorno sono chiamati di volta in volta.

Con una forza lavoro di tali dimensioni UBM potrebbe aumentare maggiormente il suo raggio d’azione e avere anche commesse consistenti: non a caso ha lanciato qualche messaggio anche alle istituzioni milanesi e all’Expo affinché sia presa in considerazione l’idea di utilizzare corrieri in bicicletta per la consegna della gran mole di comunicazioni cartacee che da qui al 2015 si presume che circoleranno tra i vari palazzi della città.

Un altro segnale di apprezzamento di questo servizio innovativo si evince dal fatto che DHL, una delle maggiori aziende di delivery internazionale, abbia scelto UBM per effettuare parte delle loro consegne nel cuore di Milano: nell’area intorno a Piazza Duomo, Piazza San Fedele, Via Manzoni, Via Brera, Via Montenapoleone, Via Senato, Piazza San Babila e tutte quelle viuzze dove un mezzo a quattro ruote fa fatica a passare e soprattutto a posteggiare, due URBAN BIKE MESSENGERS in bicicletta hanno sostituito due furgoni.

Il servizio si svolge in modo semplice: basta telefonare al 3408276224 indicando l’indirizzo dove si vuole che sia fatta la «presa» e quello di destinazione. Gli UBM portano e hanno portato di tutto: buste, pacchi, vestiti, DVD, regali, con il limite massimo di dieci chili e con volumi sufficienti a entrare nei loro capienti zaini impermeabili: però se un cliente ha la necessità di inviare scatoloni o merci più voluminose, è possibile prenotare il trasporto con un bakfiets, la «bici cargo» utilizzatissima in Olanda per il trasporto dei bambini e di ogni tipo di merce.

Milano, con UBM (http://www.urbanbm.it) nel 2008, è stata la prima città italiana ad avere questo tipo di servizio. Roma poi l’ha imitata e sta andando molto bene, come pure Parma e Bari. Poi in molte altre città come Firenze, Napoli, Padova, Bergamo, alcuni ragazzi stanno pensando di mettere in piedi un servizio di bike messenger e hanno contattato la società milanese per avviarne uno analogo nella loro città e ora l’aspirazione è quella di creare un network nazionale in cui si possano condividere servizi, risorse, clienti.

Roberto Peia



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.



Ultimi commenti