2 marzo 2016

CONTAMINANTI AMBIENTALI NELLA CATENA ALIMENTARE FINO AL LATTE MATERNO*


Bisogna far presente che la Regione Lombardia, unica in Italia con la Toscana,  sta conducendo il monitoraggio di un diserbante, il Glifosate (Glyphosate), la cui presenza si evidenzia a occhio nudo con l’arrivo della primavera, con strisciate giallastre lungo gli argini e in aree agricole. Questa sostanza chimica, la più usata, era stata presentata come prodotto che immediatamente volatilizza; in realtà non è vero perché tramite un suo metabolita, persiste … eccome! In Lombardia si registra un’ampia e preoccupante contaminazione delle acque. Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il 57% delle acque superficiali e il 30% delle acque sotterranee contiene pesticidi: fungicidi, insetticidi, erbicidi ecc. Il numero delle molecole è cresciuto negli anni perché ne vengono immesse sul mercato di sempre nuove (1). Non si fa più lo stralcio meccanico dell’erba e per risolvere un problema se ne creano di molto più gravi … .

10maffei08FBLa IARC (International Agency for Research on Cancer – OMS) ha classificato 5 pesticidi per la loro cancerogenicità, inserendo Glifosate nella classe 2A come cancerogeno probabile. Due mesi fa l’EFSA (European Food Safety Authority) è arrivata a una valutazione ben diversa, affermando che è improbabile che Glifosate costituisca pericolo cancerogeno, avvertendo nello stesso tempo di abbassare i limiti per tutelare la salute umana. A chi dobbiamo credere? Glifosate ha un ventaglio di conseguenze tossiche per la salute, soprattutto nella sua formulazione commerciale che comprende fra l’altro un derivato degli idrocarburi e permette alla molecola di bucare la parete cellulare. Questo prodotto, alterando la permeabilità delle cellule, altera anche la permeabilità dell’intestino, dando adito a tutta una serie di possibili patologie: intolleranze alimentari, celiachia, dismicrobismi intestinali e conseguente alterazione della flora intestinale, alterazione dell’assorbimento di vitamine ecc.

Ovviamente tutto questo Glifosate non lo assumiamo solo dai prodotti vegetali, ma passa anche attraverso gli animali, arrivando a noi con carni, latte, latticini. L’EFSA ha affermato in un comunicato del 12 marzo 2015 che “più del 97% dei campioni di alimenti valutati contiene livelli di residui di pesticidi che rientrano nei limiti di legge”(2). Va ben ricordato che le stime per la valutazione del rischio e i limiti di legge si riferiscono a una persona di 70 Kg, chiaro che per un neonato o un feto, un embrione o un bambino quella stessa dose può essere più tossica: è d’obbligo tener conto delle varie fasi della vita. Altra cosa: l’EFSA che fa queste stime si basa sulla valutazione scientifica della ditta proponente, non sulla letteratura scientifica indipendente. Oltre tutto la documentazione del proponente è basata solo sul principio attivo anziché sul formulato commerciale spesso più tossico della molecola originaria per la presenza di metaboliti, solventi.

La famosa frase di Paracelso “la dose fa il veleno” non sempre è vera, perché per quelle sostanze che agiscono come interferenti endocrini le dosi più piccole sono addirittura molto più pericolose delle dosi elevate (3). Si tratta di sostanze chimiche che mimano l’azione degli ormoni portati dal sangue e come gli ormoni vanno a interferire con i meccanismi dei recettori (specie di antennine delle cellule che funzionano anche a dosi infinitesimali). In dosi piccole, subdole, quotidiane, protratte nel tempo, agiscono prima ancora che noi nasciamo perché agiscono sulle cellule germinali, quindi su ovociti e spermatozoi, e continuano ad agire durante la gravidanza dal momento che la madre si alimenta (4), agiscono nei primi anni di vita.

Molti pesticidi si comportano come interferenti endocrini, ma anche diossine, PCB, IPA, ritardanti di fiamma, ftalati, parabeni … Qual è la loro azione? Avendo un’affinità con i recettori delle nostre cellule spesso più grande di quella che hanno gli stessi ormoni fisiologici, si sostituiscono ad essi ed “entrano prima” nella cellula (come una chiave falsa rispetto a una vera). In questa maniera alterano la funzione tiroidea, quella riproduttiva ecc. Gli interferenti endocrini sono in grado di fare danni transgenerazionali agendo sulla madre, sul feto, sulle cellule germinali (5). Le sostanze chimiche passano nel nostro corpo: questo il paradosso del progresso!

Le diossine sono prodotti involontari che si formano durante la fase di sintesi dei pesticidi e nei processi di combustione. Si ritrovano nei fumi, nei fumi degli inceneritori (6), contaminano i pascoli e la catena alimentare attraverso gli animali che tutti i giorni si nutrono di quell’erba, quel foraggio, quel cibo che diamo loro. Sono sostanze lipofile che si accumulano nella parte grassa degli alimenti. La tragedia di Seveso ha permesso di individuare la famosa PCB e la IARC ha collocato nella classe A1 questi composti altamente pericolosi. L’Unione Europea ha fissato limiti per diossine che non si dovrebbero superare, sempre per una persona di 70 Kg: 2 picogrammi per chilo di peso corporeo (un picogrammo corrisponde a un millesimo di un miliardesimo di grammo!!), quindi non più di 140 pg al giorno. Negli Stati Uniti (E.P.A.) la dose è più bassa: 0,7 pg / kg/die (7).

Anche il latte materno raccoglie le sostanze dell’ambiente. Il messaggio inderogabile è che comunque l’allattamento materno è da privilegiare seppure in presenza dei contaminanti che purtroppo ci sono. Con l’allattamento al seno viene effettuata una protezione irrinunciabile della salute anche futura del bambino per tutta una serie di ragioni, non ultima la presenza nel latte materno di fattori protettivi che contrastano potenziali effetti nocivi (8). Qual è la quantità di veleno che possiamo accettare nel nostro latte? Nel cordone ombelicale ci sono più di 300 sostanze chimiche che condizionano lo sviluppo del bambino e la placenta non è impermeabile. L’Italia ha il triste primato dei tumori infantili, anche se i bambini non fumano e non bevono.

Bisogna dire che il nostro destino non è oramai più nel nostro DNA, c’è qualcosa di più importante che è l’epigenoma, un insieme di molecole che circonda il genoma stesso e permette la trascrizione delle informazioni contenute nel genoma. Si pensi a uno spartito musicale interpretato dall’orchestra (epigenoma); se l’orchestra è disturbata quando suona, quello che verrà fuori non sarà il messaggio originario dello spartito, ma qualcosa di alterato. E cosa condiziona l’epigenoma? È l’Ambiente che ha un ruolo sempre più fondamentale. Risanare l’Ambiente è il più urgente obiettivo!

Franca Maffei
per “Difendiamo la salute” gruppo al Tavolo Salute e Ambiente promosso dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano

* Dalla relazione della dottoressa Patrizia Gentilini (Medici per l’Ambiente) alla Casa delle donne a Milano il 30 gennaio 2016

 

(1) Erano 118 nel rapporto nazionale pesticidi nelle acque del 2007 dell’Ispra, ora (rapporto 208 / 2014) sono 175 tra pesticidi e molecole diverse. L’atrazina, sostanza già considerata fuori legge, si ritrova ancora.

(2) Andando poi a vedere nello specifico: il 54,6% è privo di pesticidi, l’1,5 è fuori legge. Quello che è interessante sapere è che nel 27% dei casi ci sono residui multipli (anche 10 tipi di residui) ciascuno dei quali però nei limiti di legge. Ancora non si tiene conto della sinergia spesso imprevedibile che risulta dall’insieme, dal cocktail dei residui. Secondo il rapporto 2015 di Lega Ambiente più del 40% di frutta e verdura contiene residui.

(3) La traduzione dall’inglese sarebbe “distruttori endocrini”, Un decalogo per il cittadino – Conosci riduci, previeni gli Interferenti Endocrini prodotto dal Ministero dell’Ambiente è un libretto che si può scaricare dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

(4) Se una donna in gravidanza pratica una dieta biologica, dopo una settimana già diminuiscono i metaboliti nelle urine. Chi privilegia alimenti vegetali (ceci, lenticchie ecc) soprattutto se biologici, incorre in un rischio minore rispetto a chi ha un alto consumo di alimenti di tipo animale.

(5) Il danno è di tipo epigenetico, non è cioè una mutazione vera e propria, ma è un’alterazione dei meccanismi di trascrizione di quanto presente nel genoma. E quest’alterazione passa da una generazione all’altra: stiamo compromettendo lo sviluppo del mondo che deve venire e trasferendo una “vita bacata” alle future generazioni. I costi per queste patologie in Europa sono di 150 miliardi di euro annui.

(6) Gli inceneritori di Brescia bruciano 800.000 tonnellate di rifiuti all’anno.

(7) Un neonato alimentato con 1 litro di latte materno al giorno, contenente il 4% di grassi, assume, invece di 2 pg/Kg/die: 40 pg/Kg/die in Norvegia o Finlandia; 80 pg a Montale, Milano, Piacenza, Forlì …, da 100 a 320 pg a Taranto.

(8) P. Gentilini, A. Moschetti, E. Burgio, M. Bolognini, S. Raccanelli, A. Cattaneo, Latte Materno, Diossine e PCB, in Medico e Bambino, 2011

 



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