24 febbraio 2016

LA CITTÀ METROPOLITANA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI MILANO


Le primarie sono passate, si è parlato poco di Città Metropolitana e quel poco era comunque generico. Sui temi e problemi che richiedono un approccio di area vasta, o coordinato tra più comuni per usare parole meno vaghe, nessuno si è ancora cimentato. Nonostante siano molto importanti, non solo per i cittadini degli altri comuni, ma per i Milanesi stessi, che tuttavia non essendone informati non ne chiedono conto ai candidati, i quali a loro volta non si avventurano a sollevare qualcosa che pensano di scarso interesse per i Milanesi.

06pompilio07FBIntanto nella vita reale temi e problemi di area vasta continuano a esistere e richiedere attenzione, anche dopo la riforma Delrio che ha ridimensionato l’ente intermedio Provincia e introdotto la Città Metropolitana. La differenza è che ora si fa molta fatica a capire chi e come se ne dovrebbe occupare. Prima era la Provincia a occuparsene con i suoi organi, presidente e consiglieri, eletti direttamente dai cittadini di tutti i comuni appartenenti al territorio provinciale.

Si può argomentare che nell’affrontare alcune questioni le province siano riuscite meglio e in altre peggio, ma non penso proprio che si possa affermare, come alcuni fanno cavalcando la facile onda antipolitica, che province e relativi piani territoriali siano stati inutili. Pensando con il senno di poi si trovano sempre cose che potevano essere fatte meglio; in ogni caso i risultati utili per il governo dei problemi di area vasta sono stati tanti, anche se purtroppo sono poco noti ai cittadini. Ne cito alcuni, a titolo esemplificativo.

* Alcune grandi infrastrutture, stradali e ferroviarie di cui si discuteva da decenni in modo inconcludente, sono state inserite nel piano e in questi anni finalmente realizzate. Altre, che avrebbero provocato eccessivi impatti a fronte di una scarsa utilità, sono state messe da parte o completamente ripensate attraverso il coinvolgimento dei comuni.

* Per la prima volta con i piani provinciali si è organizzata una conoscenza organica e un sistema di tutele coordinato su molti temi di paesaggio e ambiente. Certo sull’inquinamento atmosferico i piani provinciali sono riusciti a fare poco, pur avendoci provato fino a quando la Regione non ha sottratto tutte le competenze e le ha affidate ad ARPA.

* Alcuni interventi insediativi di rilevanti dimensioni, logistiche anche di 40 ettari e grandi centri commerciali, sono stati fermati quando sono risultati troppo impattanti rispetto ai criteri di sostenibilità presenti nel piano della provincia.

* Comuni che hanno proposto piani con previsioni eccessive e irragionevoli le hanno dovute cancellare o fortemente ridimensionare. Su questo argomento vedere anche articolo su Arcipelago Milano del 25.3.2015.

L’esperienza maturata in precedenza è importante e ne va fatto tesoro, ma è inutile continuare a guardare al passato. La riforma è ormai legge da quasi due anni, indietro non si può più tornare e ora si deve partire dal nuovo assetto normativo, per cercare di ricreare un ente intermedio che si occupi dei temi e problemi di area vasta, anche meglio di quanto facesse prima la Provincia.

La Città Metropolitana ha stabilito nel suo nuovo statuto che il Sindaco metropolitano e i Consiglieri devono essere eletti direttamente dai cittadini di tutti i comuni, ma questo non potrà probabilmente avvenire prima del 2021, al termine del mandato amministrativo del Sindaco di Milano che sarà eletto il prossimo giugno. Cinque anni sono tanti e i problemi di area vasta li dobbiamo affrontare, non possiamo aspettare, utilizzando l’assetto di governo disponibile in questo periodo di transizione.

Per legge in questo periodo il Sindaco di Milano è anche Sindaco della Città Metropolitana, e questo supera (anche se non elimina) ogni possibile dualismo e conflitto di interessi tra le due cariche, nel senso che ha reso formalmente legittimo il palese conflitto. Piaccia o no, in questa situazione gli interessi di Milano, i cui cittadini eleggono da soli il capo dell’ente intermedio, prevalgono in modo netto su quelli degli altri comuni.

Una situazione analoga, anche se meno sbilanciata, già si riscontra tuttavia in alcune province, dove, anche se non è stato imposto dalla legge, il Sindaco del comune capoluogo è anche Presidente di Provincia. Le due cariche coesistono, nella stessa persona, così come accade per i consiglieri delle province, e al momento anche per quelli della città metropolitana. Ragionandoci bene anche una situazione di conflitto come questa può essere gestita; si vedano a tale proposito le riflessioni svolte negli articoli su ArcipelagoMilano del 4.11.2015, e su Millennio Urbano del 30.10.2015.

Non serve fermarsi a disquisire su quale sia il modello di governo migliore per l’ente intermedio e attendere di avere la perfezione, tra almeno 5 anni, per attivare seriamente la Città Metropolitana. Bisogna essere disposti ad affrontare i temi di area vasta, che i singoli comuni non possono né vogliono affrontare, utilizzando il contesto normativo istituzionale di cui si dispone ora.

L’auspicio è che nei prossimi mesi verso le elezioni i candidati siano indotti a parlare dei problemi concreti di area vasta, più che di ingegneria istituzionale o modelli di governo della città metropolitana. Questa e altre testate potranno dare un contributo a fare in modo che ciò avvenga. Partendo per esempio dal tema della qualità dell’aria, che è oggi quanto mai urgente. Nessuno sembra sapere come affrontarlo in modo realmente efficace, ma tutti hanno capito che l’azione del singolo sindaco non basta, anche se è quello di Milano. Il Sindaco della Città Metropolitana potrà, e se sì come, svolgere un ruolo di coordinamento degli altri sindaci su questo tema? Nel passato, come detto sopra, le province ci hanno provato senza successo; ora i sindaci della Città Metropolitana si devono unire e prendere questa competenza, constatato che i provvedimenti del singolo sindaco sono sostanzialmente inutili, e che la Regione ha mostrato di non volere assumere l’iniziativa, pur avendo poteri normativi e risorse tecniche.

Questo è solo il più urgente, molti altri temi di area vasta possono essere sollevati, facendo capire come il coordinamento con gli altri comuni sia di vitale interesse anche per i Milanesi, che ne chiederanno conto in una campagna elettorale che finalmente guardi oltre i confini amministrativi del capoluogo, cosa che nelle primarie non è avvenuta.

 

Marco Pompilio



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