24 febbraio 2016

cinema – IL CASO SPOTLIGHT


IL CASO SPOTLIGHT
di Tom Mc Carthy [Usa, 2015, 129′]
con Michael keaton, Liev Schreiber, Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Stanley Tucci

 

cinema07FBIl film ha ricevuto ben sei candidature per i prossimi premi Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura originale, montaggio e migliori attori non protagonisti per Rachel McAdams e Mark Ruffalo.

Basato su una storia vera, racconta l’indagine, voluta dal direttore appena insediatosi alla guida del giornale, del gruppo di lavoro Spotlight del Boston Globe riguardo abusi perpetrati da sacerdoti della diocesi su bambini e adolescenti.

I quattro giornalisti impegnati nell’indagine vengono ritratti da lontano e coralmente durante le riunioni di lavoro, ma nel corso delle interviste e degli incontri con i “sopravvissuti” agli abusi, la macchina si stringe sui visi dei cronisti, sui loro sguardi, sulle loro emozioni. I quattro sono cattolici, ben radicati nella propria città, e ben rappresentano i propri concittadini stupiti e increduli nello scoprire quel che era accaduto e continuava ad accadere nella comunità.

Il film racconta di come negli anni gli abusi fossero stati denunciati alla polizia e di come le denunce fossero state fatte ritirare dal cardinale in cambio di piccoli risarcimenti. Racconta soprattutto come tali abusi non fossero eventi sporadici perpetrati da poche “mele marce”, ma episodi diffusi e di come le autorità religiose non fossero intervenute se non spostando di parrocchia in parrocchia i sacerdoti colpevoli.

Di più: testimoni dei fatti, avvocati, sopravvissuti, negli anni avevano provveduto a informare anche i giornali e, man mano che il film procede, dagli archivi dello stesso Boston Globe emergono le prove delle segnalazioni, e i trafiletti relegati in cronaca che nel tempo erano stati scritti su singoli episodi.

L’indagine diventa quindi un’accusa dei fatti in sé, dei preti pedofili, del cardinale di Boston, delle forze dell’ordine, ma anche dei giornalisti che, pur ricevendo materiale sul quale avrebbero potuto costruire un’inchiesta, non avevano mai indagato. E il dubbio che il film lascia è proprio su questo: se queste trascuratezze fossero state leggerezza o insabbiamento. E l’auto accusa del capo di Spotlight al termine del film apre questo tema e contestualmente lascia l’interrogativo aperto.

L’epilogo della vicenda è noto: 247 sacerdoti della diocesi coinvolti nello scandalo, il cardinale sollevato dal proprio incarico – salvo essere trasferito a Roma in una delle maggiori basiliche della cristianità -, un premio giornalistico vinto dal Boston Globe per l’inchiesta.

Il nuovo direttore del Boston Globe una cosa l’aveva capita: non sarebbe bastato denunciare questo o quel sacerdote, questo o quell’atto per cambiare le cose, ma l’unico modo per far emergere la verità, una verità scomoda anche ad ascoltarsi, era mettere in risalto il sistema che le produceva.

È, Il caso Spotlight, un film da vedere, soprattutto in Italia paese in cui la chiesa, l’oltre Tevere, continua a voler indicare il giusto e lo sbagliato, in nome di una moralità attenta alle pagliuzze negli occhi altrui e non alle travi nei propri.

Tootsie

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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