24 febbraio 2016

arte – IL SIMBOLISMO, O DELLA PRIMAVERA SPIRITUALE DELL’ARTE


IL SIMBOLISMO, O DELLA PRIMAVERA SPIRITUALE DELL’ARTE

È una giovane donna che emerge dalle tenebre con un libro aperto tra le mani colei che accoglie i visitatori e li introduce in un mondo soggettivo e onirico fatto a volte di luci soffuse, colori scuri e immagini demoniache e talaltre di luce e chiarore per una realtà di perenne primavera. Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è la grande mostra inaugurata all’inizio di febbraio a Palazzo Reale e mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a dipinti, sculture e un’eccezionale selezione di grafica, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private. Davvero si può parlare in questa occasione di grande mostra: oltre 2000 mq, con 24 sale per 21 sezioni che analizzano e offrono differenti declinazioni per un movimento a diffusione europea che ha segnato l’epoca a cavallo tra ‘800 e ‘900. Accomunate da una continua fuga dal quotidiano e dalla ricerca del superamento della realtà, ogni nazione trova la propria declinazione e i propri caratteri mantenendo come comuni denominatori, tra gli altri, la dimensione onirica, il mondo eroico della mitologia, l’amore erotico, la spiritualità.

arte07FBCome all’epoca, anche nella mostra, letteratura, poesia, teatro e pittura sono continuamente intrecciate: testi, citazioni e frasi escono da cornici disegnate su pannelli come a creare immaginari collegamenti tra le opere e i visitatori, o come a suscitare aggiuntive suggestioni per facilitare l’immersione nell’atmosfera a cavallo tra i due secoli.

Tema ricorrente nel percorso, accentuato in alcune sezioni, è quello dell’acqua, metafora della vita: elemento primario in riti e rappresentazione magiche nell’800 trova nuova forza acquisendo un ruolo speciale. Apprezzata dagli artisti sul piano decorativo e luministico, ma soprattutto per le molteplici suggestioni evocative: sfuggente, cristallina o torbida, sorgente di vita ma anche pericolo letale, rivelatrice di paure inconsce o creatrice di stati ipnotici con il suo moto ondeggiante. Tra le altre La sirena (1893) di Giulio Aristide Sartorio, raccoglie in sé l’essenza del periodo: protagonista una giovane sirena dai fulvi capelli rossi mollemente abbandonata in un’onda verde, e un fanciullo bruno che la cinge; poco oltre alcuni teschi che suggeriscono la fine che la giovane vittima farà tra le braccia della donna.

Una delle sezioni più scenografiche della mostra saranno poi le sale dedicate alla Biennale del 1907: una straordinaria vetrina di confronto tra l’arte italiana più evoluta, cresciuta anche dal confronto con le grandi mostre della Secessione di Berlino e di Vienna. Giulio Aristide Sartorio è presente con l’imponente ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907, la stessa dove venne allestita la famosa Sala dell’Arte del Sogno che ha rappresentato la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia.

A conclusione del percorso espositivo lo spettatore attraversa l’atmosfera orientaleggiante e fantastica delle Mille e una notte, il ciclo decorativo realizzato da Zecchin alla vigilia della Grande Guerra, che lo lascia ancora più trasognante e spaesato quando superata la tenda nera si trova catapultato un secolo dopo nel bookshop della mostra.

Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra fino al 5 giugno 2016 Palazzo Reale piazza Duomo Milano orari lunedì 14.30 – 19.30 / martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 / giovedì e sabato 9.30 – 22.30 biglietti € 12/ 10 / 6

 

 

ENNESIMA: LA TRIENNALE S’È DESTA

Severa, forte e ambiziosa. Con Ennesima. Una mostra di sette mostre sull’arte italiana la Triennale di Milano sorprende il mondo della cultura milanese per la inusuale qualità della produzione. Vincenzo De Bellis conferma il suo talento nella curatela di eventi di grande calibro come questo. Un talento che si manifesta anche nel dibattito che Ennesima ha scatenato all’interno delle complicate dinamiche dell’arte contemporanea. Un dibattito la cui importanza sta proprio nella capacità di aver nuovamente acquisito attenzioni che si credeva fossero andate perdute. Dopo la controversa esperienza di Arts and Foods, la Triennale di Milano presenta una mostra ricca di contenuti, carica di immagini, forte di una stratificazione artistica che ha caratterizzato la penisola italiana negli ultimi decenni.

Con una lungimirante visione curatoriale, De Bellis raccoglie sette diverse esperienze che vanno a comporre un quadro chiaro e definito su una eterogenea idea di immagine che è stata formulata da artisti quali Fabro, Merz, Paolini, de Dominicis fino agli artisti più giovani come Agudio, Ancarani, Correale. Cuore della mostra è indubbiamente la sala dedicata alle performance dove il contatto diretto con altri uomini e altre donne immersi nell’opera riesce a catturare anche lo sguardo del visitatore più distratto. Si crea in questo modo la possibilità di intraprendere molteplici percorsi e di indagare le molteplici forme che l’idea di immagine ha assunto dagli anni ’60 a oggi. Lontana dagli infiniti allestimenti che costringono il pubblico a estenuanti lotte contro la noia e la stanchezza, Ennesima offre una incredibile ricchezza di contenuti che si consumano nel giro di poche sale, persistendo, però, a lungo, anche dopo l’uscita da Palazzo dell’Arte.

Il significato delle opere esposte si rivela al visitatore anche grazie all’ausilio dei mediatori culturali i quali si distribuiscono lungo il percorso alla ricerca di domande e di dubbi che desiderano essere chiariti. Una formula che consente alla Triennale di avvicinarsi al suo pubblico sempre più numeroso e di offrire nuove modalità di fruizione come il noleggio di tablet che vanno a sostituirsi alle tradizionali audioguide. L’allestimento è chiaro, semplice, comprensibile. La lettura delle opere è agevolata da ricche didascalie e pannelli. La circolazione è libera e fluida. La Triennale di Milano regala un anticipo dei prossimi mesi che la vedranno protagonista nel mondo del design in occasione della XXI Esposizione Internazionale. Il fermento si associa a una manifesta volontà di fare e, soprattutto, di fare bene ed Ennesima ne è la prova.

Giordano Conticelli

Ennesima. Una mostra di sette mostre sull’arte italiana fino al 6 marzo 2016 Triennale di Milano Viale Alemagna, 6, Milano Orari martedì – domenica 10.30 – 20.30 lunedì chiuso

 

A PALAZZO REALE RIVIVE LA BELLE ÉPOQUE CON ALFONS MUCHA

Tra decori, fiori e riccioli l’Art Nouveau ha invaso le stanze di Palazzo Reale con una grande mostra dedicata ad Alfons Mucha: fino al 20 marzo, infatti, sarà possibile fare un tuffo nel passato camminando tra sale color pastello, stucchi e specchi che insieme a poster e disegni raccontano lo stile liberty europeo. Con oltre 220 opere la mostra “Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau” propone al pubblico un percorso capace di ricostruire il gusto elegante, prezioso e sensuale del tempo attraverso le creazioni dell’artista ceco, gli arredi e le opere d’arte decorativa di artisti e manifatture europei attivi nello stesso periodo storico.

La vita e la carriera dell’artista si alternano e si intrecciano con il gusto dell’epoca attraverso mobili e oggetti di arte decorativa; l’esposizione prende il via dal grande poster Hommage respectueux de Nestlé realizzato per celebrare il sessantesimo anno di regno della regina Vittoria mentre la serie Les Arts mostra la capacità dell’artista di trasmettere emozioni diverse mediante il topos dell’immagine femminile, spaziando dal malinconico lirismo della Poesia all’energia della Danza.

La mostra si sviluppa per temi iconografici in modo da evocare atmosfere e suggestioni che possano stupire e coinvolgere il visitatore. La prima sezione è dedicata al teatro e a Sarah Bernhardt grazie ai quali Mucha acquisì notorietà internazionale. Si prosegue con la vita quotidiana: dalle scatole dei biscotti Lefevre-Utile, alle tavolette di cioccolato Idéal passando per i profumi e i prodotti per l’infanzia, tutti esempi del grande virtuosismo che consente all’artista di unire il sublime e il quotidiano.

Il tema chiave della terza sezione è l’immancabile figura femminile, sviluppato in due sale contigue, e che mira a evidenziare la duplice e contrastante concezione che i contemporanei avevano della donna, talvolta idealizzata in una creatura angelica, elegante e aggraziata, talvolta immaginata come femme fatale, accattivante e seducente, ma sempre capace di incarnare il valore universale della bellezza giovanile, espressa attraverso linee serpentine ed eleganti movenze.

La sezione dedicata al giapponismo affronta il tema dell’influenza dell’arte esotica e orientale sulla produzione europea, riscontrabile soprattutto nella preferenza per il segno grafico e marcato, per l’appiattimento bidimensionale e per gli accostamenti cromatici sgargianti e originali. Il mondo animale è invece rappresentato nella quinta sezione, dove è raccolto un repertorio di oggetti d’arte decorativa caratterizzati dalla presenza di animali emblematici, come il pavone, il serpente, la libellula e le creature acquatiche.

All’importanza dei materiali preziosi nell’immaginario Art Nouveau è dedicata la sesta sezione, mentre il tempo è protagonista della settima, rappresentato simbolicamente attraverso le grafiche dei calendari, delle stagioni e delle parti del giorno ideate da Mucha. Chiude la mostra la sezione dedicata all’immaginario floreale, in particolare rose, ninfee, iris e gigli, che letteralmente “invadono” la produzione Liberty e Art Nouveau.

Ma la mostra non si esaurisce: alle opere dell’artista sono affiancate una serie di ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni di artisti e manifatture europei affini a quella medesima sensibilità squisitamente floreale e sinuosa che caratterizzava un certo filone del modernismo internazionale. Scopo della mostra è dunque quello di restituire appieno l’idea di un’epoca ricca e sfaccettata, facendo dialogare le invenzioni di Mucha con gli ambienti e le decorazioni contemporanee così da ricostruire il clima magico e sfavillante della Belle Époque.

Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau fino al 20 marzo 2016 Palazzo Reale – Piazza del Duomo 12, Milano Orari apertura lunedì 14,30 – 19,30 martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9,30 – 19,30 giovedì – sabato 9,30 – 22,30 Biglietti: Intero 12 € Ridotto 10 € Ridotto speciale 6 €

 

 

LA FONDAZIONE PRADA E LA RIGENERAZIONE CULTURALE DI MILANO

Il 9 maggio il sempre più vasto mosaico culturale di Milano si è arricchito di un importantissimo e preziosissimo tassello: la Fondazione Prada. La celebre stilista Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli hanno regalato al capoluogo lombardo uno dei più interessanti interventi culturali visti in Italia in materia di arte, ma anche di architettura e, soprattutto, di rigenerazione urbana. Le vecchie distillerie di inizio Novecento sono state restaurate, ristrutturate, trasformate e integrate per offrire ai visitatori una superficie di 19.000 mq dove trovano posto non soltanto spazi espositivi per le varie mostre temporanee, ma anche un cinema, un’area didattica dedicata ai bambini, una biblioteca e il Bar Luce concepito dal regista Wes Anderson che si ispira ai celebri caffè meneghini e già diventato “cult” nel giro di pochi giorni.

La molteplicità e la versatilità degli spazi della Fondazione consentono un’offerta culturale estremamente variegata. Sono attualmente aperte al pubblico le mostre “An Introduction”, nata da un dialogo fra Miuccia Prada e Germano Celant, “In Part” a cura di Nicholas Cullinan e le installazioni permanenti di Robert Gober e di Louise Bourgeois presso la “Haunted House”, una struttura preesistente che, rivestita di uno strato di foglia d’oro, acquista un’aura altamente immaginifica e imprime un segno forte ed evidente nel paesaggio urbano di Milano. Ma è “Serial Classic” la mostra più sorprendente: Miuccia Prada abbandona momentaneamente la passione per il contemporaneo per rivolgersi al passato, all’arte antica dove sono scolpite le origini della nostra cultura. Salvatore Settis  e Anna Anguissola curano magistralmente una mostra che presenta l’ambiguo rapporto fra l’originale e la copia nell’arte greca e romana.

Un allestimento geniale presenta più di sessanta opere che dialogano fra di loro e con lo spazio esterno circostante attraverso ampie vetrate. Il modello perduto, giustamente sfocato, giunge ai nostri giorni attraverso le innumerevoli imitazioni, emulazioni o interpretazioni commissionate dalla ricca aristocrazia romana. Ed ecco che il solido blocco di marmo prende vita e si circonda di un’aura di sacralità ancora oggi percettibile. Gli spazi rivisti da Rem Koolhaas e dal suo studio OMA consentono a una vecchia fabbrica di trovare nuova vita in un tempio che ospita personaggi della mitologia, guerrieri e divinità quali Venere e Apollo con opere provenienti dai più importanti musei del mondo, dai Vaticani al Louvre. La Fondazione Prada diventa oggi il modello di quella inevitabile e illuminata collaborazione che deve esserci fra pubblico e privato per il beneficio dei cittadini milanesi, italiani e di tutti i visitatori stranieri che iniziano a intravedere nel laboratorio creativo di Milano la nuova Capitale Europea

Giordano Conticelli

Fondazione Prada – Largo Isarco 2 Milano (M3 Lodi T.I.B.B.) orari: tutti i giorni h10-21 biglietti: 10€ ridotto 8€ gratuito minori 18 anni e maggiori di 65

 

 

PIETÀ RONDANINI: LA NUOVA CASA ASPETTA I MILANESI

Dopo una vicenda travagliata durata alcuni anni, la Pietà Rondanini trova finalmente pace in un Museo a lei interamente dedicato. Dopo sessant’anni trascorsi nell’allestimento di BBPR nella Sala degli Scarlioni del Museo d’Arte Antica, l’ultimo lavoro di Michelangelo, quello forse più intimo ed emozionante, raggiunge una nuova collocazione, anch’essa densa di valore e simbologia. È l’antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco, realizzato nella seconda metà del Cinquecento per i soldati della guarnigione spagnola colpiti dalla peste, che porta in sé, per sua natura, l’essenza del dolore e della sofferenza. Termina così il percorso durato tre anni, da quando si è riconosciuta l’esigenza di dare rinnovato valore alla scultura michelangiolesca, che l’ha vista al centro di accesi dibattiti sia nel mondo politico che in quello culturale e si conclude in un evento di grande festa cittadina dove l’opera preziosa torna a Milano e ai milanesi in occasione dell’inaugurazione del palinsesto di Expo in città.

«Il nuovo allestimento ribalta completamente la visione a oggi consueta dell’opera: entrando i visitatori vedranno infatti la scultura di spalle e scorgeranno per prima cosa ciò che Michelangelo scolpì per ultima, la schiena della Madonna ricurva sul Cristo, rendendo ancora più intensa l’emozione per l’opera», afferma l’architetto Michele De Lucchi, cui è stato affidato il progetto allestitivo. «Solo girando attorno alla statua si vedrà la parte anteriore, con il Cristo cadente sostenuto dalla Madre: una prospettiva assolutamente inedita, voluta per mettere in risalto quella dimensione della scultura, incompiuta, prima impossibile da osservare nella sua completezza».

Un allestimento che invita alla contemplazione e al raccoglimento di fronte all’opera incompiuta di Michelangelo e che forse, più di ogni altra, racchiude nell’abbraccio dei due corpi il senso dell’amore. L’ingresso nel museo conduce ad un’immersione che coinvolge tutti i sensi grazie al profumo del legno, il silenzio che inevitabilmente cala di fronte alla scultura e alla penombra che avvolge la sala concentrando la luce solo sulla statua.

Museo Pietà Rondanini_Michelangelo – Milano, Castello Sforzesco, Cortile delle Armi

L’ingresso al Museo della Pietà Rondanini è compreso nel biglietto unico per i Musei del Castello Sforzesco al costo di 5 euro (ridotto 3 euro) acquistabile presso la biglietteria dei Musei del Castello Sforzesco

 

 

 

questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi

rubriche@arcipelagomilano.org


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