17 febbraio 2016

AMMINISTRATIVE: RICOMINCIO DA ZERO


Ricomincio da zero a guardarmi intorno. A Dio piacendo le primarie ce le siamo messe alle spalle. In maniera non indolore, immagino nemmeno per il vincitore. Il frenetico esercizio di dietrologia ha appassionato i frequentatori di Facebook e di Twitter e il tritatutto non ha salvato nessuno, oramai così va il mondo, visto e considerato che questi network sono utilizzati anche dal nostro primo ministro e dalla Santa Sede per farci conoscere le loro decisioni. I gloriosi tempi dei comunicati stampa via telescrivente sono archeologia della comunicazione. Forse era meglio prima: gli addetti stampa erano costretti a riflettere di più e noi metabolizzavamo meglio.

01editoriale06FBDi tutta questa vicenda l’amaro che resta in bocca e però sgradevole: si ha l’impressione che si siano giocate due partite diverse: una tra i candidati e i partiti politici, l’altra tra sostenitori dei candidati e questi ultimi. La prima una partita dura e sotterranea, la seconda una partita visibile e per qualche verso ingenua. Tutto comunque all’interno del poligono Pd, Sala, Majorino, Balzani e Pisapia.

Ingenui sì ma non troppo. Che le partite vere si giocassero sotto i tavoli della politica si sa da sempre eppure tutte le volte che accade gli elettori lo vengono a sapere, oggi come non mai, e il disincanto nei confronti della politica aumenta.

Eccoci ora al secondo tempo, un tempo lungo, quattro mesi circa e nessuno sembra se la prenda comoda, soprattutto la sinistra che non immaginava quale coniglio la destra avrebbe tirato furori da cilindro: eccolo, Stefano Parisi, quello che l’ex sindaco Albertini nel suo libro «Nella stanza del sindaco» definì un burocrate che pensa da manager. È la gioia del centro destra e di quella parte del centro che tifava per Sala e forse lo abbandonerà, anche se il termine burocrazia giustamente spaventa il mondo che aborre lacci e laccioli (la burocrazia in primis), ma se ne faranno un perché.

Un fremito a questo punto corre per la schiena del Pd: la rete di Sala, quasi un evangelico Simone, rischia di non fare una pesca miracolosa, anzi magari così scarsa da rendere inevitabile il ballottaggio e, non voglia Iddio, persino di non arrivarci. Dunque tutti in campo senza andar troppo per il sottile: il sottile sarebbero i programmi dei candidati alle primarie e una loro sintesi. Neanche un voto vada disperso, lo strumento è noto: moltiplicare le liste in collegamento per non lasciare indietro nessuno, soprattutto quelli che un posto in Consiglio comunale lo vorrebbero, portando voti. Fare il bis del 2011, con buona pace di chi pensa al partito della città.

Allora sulla scheda elettorale per il primo turno l’elettore si trovò 29 simboli, un lenzuolo, e non pochi misero la croce sul simbolo sbagliato. Al secondo turno si trovarono 8 simboli per Pisapia e 12 simboli per la Moratti. Come sappiamo Pisapia vinse col 55,1 % al ballottaggio e le liste collegate godettero del premio di maggioranza, riuscendo a mandare in Consiglio anche chi nelle liste collegate non aveva raggiunto nemmeno le 500 preferenze.

Ci sarà dunque il bis delle liste il prossimo giugno? È probabile perché il vizio italiano del frazionismo è duro a morire e perché questo sistema consente di ramazzare voti qua e là con un curioso dettaglio: le liste con un candidato sindaco sono tenute a presentare un programma, quelle che le si collegano no, sottoscrivono automaticamente il programma della lista e del sindaco cui sono collegate. Perché allora fare una lista per collegarsi? Perché, come molti sostengono, i programmi poco hanno a che vedere con la scelta degli elettori, quello che conta è in qualche modo esserci come persone.

La conclusione è dunque una sola, chi ha un programma preciso e molto caratterizzato deve fare una lista con un candidato sindaco e non una lista destinata al collegamento. Come vadano poi le cose fa parte delle strategie del secondo turno, se c’è, e il ballottaggio: il momento di serrate trattative che però devono chiudersi in fretta, nei quindici giorni di intervallo tra le due votazioni. Notti insonni.

 

Luca Beltrami Gadola



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