17 febbraio 2016

sipario – LO SCHIACCIANOCI DI NACHO DUATO AL TEATRO ALLA SCALA


LO SCHIACCIANOCI DI NACHO DUATO AL TEATRO ALLA SCALA
Balletto in due atti dal racconto Nußknacker und Mausekönig di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Libretto di Lev Ivanov, rivisto da Nacho Duato. Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij. Coreografia Nacho Duato. Scene e costumi Jérôme Kaplan. Luci Brad Fields

Maria Eichwald (Clara). Roberto Bolle (Schiaccianoci, Principe). Giuseppe Conte (Drosselmeyer). Alessandro Grillo (Signor Stahlbaum). Deborah Gismondi (sostituzione di Emanuela Montanari, Signora Stahlbaum). Valerio Lunadei (Fritz). Marco Messina (Pierrot). Antonella Albano (Colombina). Walter Madau (Moro). Christian Fagetti (Re dei topi). Danza spagnola: Marta Romagna (sostituzione di Emanuela Montanari) e Alessandro Grillo. Danza araba: Antonina Čapkina. Danza cinese: Stefania Ballone, Marta Gerani, Eugenio Lepera, Valerio Lunadei. Danza russa: Salvatore Perdichizzi, Marco Messina, Fabio Saglibene, Andreas Lochmann. Danza francese: Alessandra Vassallo e Marco Agostino. Solisti valzer dei fiori: Martina Arduino, Vittoria Valerio, Giulia Schembri, Chiara Fiandra, Massimo Garon, Walter Madau, Angelo Greco, Christian Fagetti

Corpo di ballo del Teatro alla Scala diretto da Mauro Bigonzetti. Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni. Animazione delle marionette a cura della Compagnia marionettistica Carlo Colla & Figli. Orchestra del Teatro alla Scala, direttore: Vladimir Fedoseev

Dopo lo ‘sbarco’ alla Teatro alla Scala dello Schiaccianoci di Nacho Duato nella stagione 2014/15 di cui ho già parlato, torna la stessa versione a Milano in questa stagione 2015/16 anche se un po’ in ritardo sul calendario, siamo nella Quaresima pasquale, anziché nell’Avvento natalizio.

Lo Schiaccianoci presenta delle difficoltà drammaturgiche tali, che lo stesso Marius Petipa abbandonò la stesura del libretto e la creazione delle coreografie per lasciare l’incarico al suo promettente collaboratore Lev Ivanov, che già aveva creato gli atti bianchi del Lago dei cigni e non solo. L’unico finora capace di ‘sanare’ questo problema drammaturgico è stato Rudol’f Nureev, che ha trasferito la vicenda su un piano psicoanalitico, rappresentando il passaggio dall’infanzia all’adoloscenza di Clara. La versione di Nureev, impegnata da un punto di vista interpretativo per il ‘riciclo’ dei personaggi che tornano tra atto I e II in vesti diverse, è stata repertorio del Teatro alla Scala dal 1969 al 2014. Ora si è voluto cambiare repertorio. Bisognerebbe rivedere il concetto di cambiamento e innovazione, se il nuovo sia realmente novità oppure solo nuovismo, se cioè dia un concreto significato, un miglioramento al vecchio e ne sia addirittura un superamento.

sipario06FBLo Schiaccianoci di Nacho Duato non brilla per originalità, né per profondità di lettura. Il minimalismo che sta alla base del lavoro di Nacho Duato è stato così tanto estremizzato da lasciare slegato, quasi spezzato, l’intero atto II in quadri di carattere che non seguivano una drammatrugia. I danzatori del Teatro alla Scala si sono impegnati al massimo nel tentativo di dare significato a qualcosa che ne era carente. Particolarmente bello, tecnico e divertente è stato il duetto della danza francese con la graziosissima Alessandra Vassallo e Marco Agostino. Nonostante una costruzione un po’ troppo scolastica, disegnata per lo più su file parallele di danzatori e manèges – niente a che fare con le complesse e impegnative geometrie nei pas d’ensemble di Nureev -, da notare l’intervento creatore di figure nuove di tutti i solisti del valzer dei fiori nell’atto II e l’intervento dei fiocchi di neve nel valzer dell’atto I, particolarmente addentro sono state Marta Gerani e Stefania Ballone.

L’atto I è il momento meglio riuscito della coreografia, nel quale è più evidente lo stile morbido e ‘curvato’ di Nacho Duato nella danza degli ospiti e nel personaggio di Drosselmeyer (Giuseppe Conte) e lo spirito giocoso dei bambini un po’ pestiferi nella notte di Natale, tra i quali si sono distinti Andrea Crescenzi, Eugenio Lepera e Mattia Semperboni. Una piccola perla coreografica è passata con la purtroppo brevissima scena delle bambole meccaniche, i cui tre interpreti Walter Madau, Antonella Albano e Marco Messina hanno mostrato tecnica e mimo, un grande controllo fisico e la capacità di divertire. Interessante anche la scena dei topi, molto vicina alla poetica di Nacho Duato, fatta di danza strisciata, a tratti scattosa, coronata dalla presenza scenica di Christian Fagetti, Re dei topi e ‘colore’ della scena.

Maria Eichwald, infine, è stata molto partecipe nel ruolo di Clara soprattutto nella festa dell’atto I con Drosselmeyer e con il fratello Fritz (Valerio Lunadei) e nel pas de deux della neve con lo Schiaccianoci: è una Clara che non ha paura, anzi affronta direttamente il Re dei topi strappandogli dagli artigli lo schiaccianoci rubatole. Insieme a Roberto Bolle – Schiaccianoci scattoso e agile, Principe saldo e sicuro – Eichwald è un’interprete che sa recitare con tecnica e spessore tutti i ruoli al di là e al di sopra delle coreografie.

Teatro alla Scala di Milano, recita dell’11 febbraio 2016

Domenico Giuseppe Muscianisi

 

Foto di Marco Brescia e Rudy Amisano (Teatro alla Scala)

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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