17 febbraio 2016

libri – CHE COS’È L’ILLUMINISMO?


IMMANUEL KANT – MICHEL FOUCAULT

CHE COS’È L’ILLUMINISMO?

Mimesis Edizioni, Milano – Udine, 2015

pp. 47, € 3,90

 

libri06FBSe si avesse qualche dubbio sulla utilità di discutere oggi il tema dell’Illuminismo e delle sue conseguenze sullo sviluppo della società basterebbe sfogliare le 47 pagine di questo libretto per ottenere una risposta esaustiva. Che cos’è l’Illuminismo? Secondo Foucault è questa la domanda ultima cui la filosofia tenta di rispondere da sempre. Ed è questa la domanda cui magistralmente uno dei più grandi pensatori di ogni tempo ha risposto: parliamo di Immanuel Kant.

È attraverso le parole di Kant e l’analisi accurata di Foucault che il concetto di Illuminismo si scopre essere una stimolante interrogazione critica sul presente, sui limiti della conoscenza e sul loro possibile superamento. Osserva Foucault che ai nostri giorni, quando un giornale pone una domanda ai suoi lettori, lo fa per chiedere il loro parere su un tema per il quale ognuno ha già la propria opinione: non c’è pericolo di imparare gran ché. Nel secolo XVIII si preferiva interrogare il pubblico su problemi in ordine ai quali non si aveva ancora una risposta. Non so se fosse più efficace; certamente era più divertente.

Fatto sta che, in virtù di quella abitudine, nel dicembre del 1784, la “Berlinische Monatsschrift” pubblicò una risposta alla domanda: Was ist Aufklarung?. E questa risposta era di Kant. Le parole del filosofo di Konigsberg sembrano scolpite nella pietra e appaiono tanto più significative, oggi, nel nostro mondo percorso dalla lettura irrazionale di molte fedi “… l’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da altri. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo, dunque, è il motto dell’Illuminismo”.

E, nel caso queste parole non fossero sufficientemente chiare, il saggio di Kant ricorda che tanta parte degli uomini rimane volentieri minorenne a vita, per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che valuta la dieta per me non ho certo bisogno di sforzarmi per porre e raggiungere risultati.

Dal canto suo Foucault non manca di notare che l’Illuminismo non può essere scandagliato senza un’analisi parallela delle conseguenze della rivoluzione tecnologica e industriale. Egli osserva che l’acquisizione delle capacità e la lotta per la libertà hanno costituito gli elementi permanenti e paralleli di tutta la storia delle società occidentali, chiedendosi se fosse, in questo, la radice del loro singolare destino storico, così particolare, così diverso dagli altri nella sua traiettoria e così dominante rispetto alle altre manifestazioni della cultura umana. Del resto, le relazioni fra la crescita delle capacità e la crescite dell’autonomia e della libertà non sono così semplici come credeva il secolo XVIII. Ne sono un esempio le procedure di normalizzazione esercitate oggi in nome del potere dello Stato o di quello, ancora più tracimante, del mercato.

 Paolo Bonaccorsi

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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