17 febbraio 2016

musica – A PROPOSITO DE “L’ASCOLTATORE IMPERTINENTE”


A PROPOSITO DE “L’ASCOLTATORE IMPERTINENTE”

Vi proponiamo le preziose parole che Michele Campanella ha speso alla “Presentazione – Concerto” del libro “L’ASCOLTATORE IMPERTINENTE” di Paolo Viola, svoltasi lo scorso martedì 9 febbraio 2016 al Conservatorio di Milano. Una serata molto partecipata, di speciale bellezza per l’intensità degli interventi e la qualità della musica ascoltata. Il libro, prefato da Enzo Beacco e curato da Maria Matarrese Righetti, raccoglie una selezione di 100 dei 300 articoli pubblicati in questa rubrica dal febbraio 2009 a oggi.

Questa sera, finalmente, mi si presenta una bella occasione per poter criticare un critico. Sono cinquant’anni che cado cronicamente nella debolezza di leggere i commenti che vengono pubblicati sui miei concerti; ora, qui, mi prendo una piccola e cordiale rivincita perché posso per una volta vestire gli abiti non miei e parlare liberamente della critica musicale.

La quale però è obiettivamente una grandissima risorsa di ricerca storica: come faremmo a raccontare la ricezione dei capolavori scritti nell’Ottocento e nel successivo secolo se non avessimo le cronache di coloro che furono presenti e che talvolta ci fanno sorridere – noi che siamo illuminati dalla storia trascorsa – con le loro reazioni fuori bersaglio? I critici hanno avuto un potere, non assoluto, ma certamente significativo, sino a quando, nell’epoca in cui debuttavo a Milano nel 1968, ci si doveva preoccupare del giudizio di Franco Abbiati in grado di pregiudicare o almeno rallentare una carriera appena avviata. Ma poi, con gradualità irreversibile, lo spazio concesso a chi aveva il compito di commentare la vita musicale di una città, si è ridotto sino a diventare un po’ mortificante per colui che avesse voglia di fare un esteso ragionamento. Oggi, prossimi alla scomparsa ufficiale della recensione, abbiamo assistito al pensionamento del Critico del massimo foglio italiano.

musica06FBÈ quindi con sollievo che stasera festeggiamo l’impegno giocoso di un ingegnere che da qualche anno si diverte a fare un altro mestiere: appunto quello di raccontare ai lettori di ArcipelagoMilano frammenti della vita musicale della vostra città (e non solo). Paolo Viola ha alle spalle una lunga carriera di ascoltatore, che risale a quasi ottanta anni fa (non camminava ancora). Per lui varcare le soglie di un teatro, sedersi in platea, è un piacere grande, è il momento in cui può dimenticare le sue fatiche professionali ed entrare per l’ennesima volta in un mondo a lui profondamente  affine. Conosce la musica, ma non ne è un professionista. Resta quello che una volta era chiamato amatore, oggi appassionato. Non va ai concerti per dovere professionale, ma per il suo piacere personale.

La sua principale carta vincente è appunto l’amore inesausto per la musica (non tutta, qualche autore non gli va proprio giù, ma quando scrive si modera assai). Quindi è naturale che le carte siano sparigliate e le sue cronache diventino qualcosa di nuovo che stuzzica l’interesse e sollecita la complicità dei lettori. Viola non emette sentenze ma propone con eleganza la sua opinione (che sottintende disponibile a un confronto), parla con particolare cura (che bello!) della musica eseguita, tende a essere benevolo con l’esecutore se costui ha proposto un programma interessante; è disposto ad ascoltare per la cinquantesima volta l’Appassionata purché chi la suona suggerisca angolazioni nuove e stimolanti che non travisino il testo; ha il coraggio civile di commentare negativamente anche gli artisti di cui non si dovrebbe MAI dir meno che benissimo, sempre che siano in serata no.

Quando proprio non può non essere negativo, lo fa con amarezza, come se l’artista ascoltato avesse tradito la musica, e con lei Viola stesso; è svincolato da parrocchie, mode, tendenze, uffici stampa ecc. ecc. Insomma non ha niente da perdere a esprimere liberamente il suo pensiero: i lettori lo intuiscono e gli si affezionano, oso pensare che addirittura lo seguano e che possa diventare lui stesso una tendenza.

Tutto questo, che potrei chiamare un fenomeno mediatico molto interessante, si basa sul successo e la penetrazione dei giornali on line, tra cui primeggia appunto ArcipelagoMilano. Lo spazio che viene offerto settimanalmente a Paolo Viola è un privilegio che altri commentatori, legati alla carta stampata, certamente invidiano. Ma è anche vero che lo spazio concesso non è sufficiente a creare affezione e quindi i meriti di questo successo – indiscutibile – sta proprio nella “irregolarità” dell’ingegnere, nell’affettuosa autorevolezza che le sue chiacchierate on line trasmettono a un pubblico sempre in crescita che, a quanto pare a dispetto dei direttori di giornali, desidera ancora confrontarsi sulle emozioni della musica con una voce competente e amichevole.

 

Michele Campanella
musicista

 

Il volume è in vendita presso MA.MU. MAGAZZINO MUSICA  in via Soave 3, Milano,  o facendone richiesta a amici@arcipelagomilano.org

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 

 



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