10 febbraio 2016

libri – L’AMORE AI TEMPI DI BATMAN


MASSIMILIANO PARENTE
L’AMORE AI TEMPI DI BATMAN
Mondadori Editore, 2016
pag. 353, euro 20,00

 

libri05FBÈ questione di attenzione: di certe cose non ci occupiamo fino a quando non ci succedono, in modo tale che diventi impossibile ignorarle. È quello che accade a Walter Moschino, il protagonista di “L’amore ai tempi di Batman”, quando torna a casa e scopre che la sua ragazza è a letto con un altro. Proprio quella ragazza che ha scelto tra mille, nell’entropia di un universo che rigurgita di femmine belle. Walter, in verità, è sempre stato innamorato in modo platonico di Sasha Grey, un’ex pornostar. Invece, si ritrova a convivere con Jasmine, che assomiglia a Sasha Grey, che non ha mai fatto la pornostar, ma che lo tradisce con Marco Amadori, un regista per il quale Walter avrebbe dovuto lavorare.

Ad accendere il faro delle stranezze c’è anche un altro dettaglio. Quando Walter entra in camera e scopre i due amanti, è vestito da Batman: indossa lo stesso costume dentro il quale era stato Michael Keaton nel 1992. Nessuno lo riconosce. E Walter, in un gesto insensato ma istintivo, decide di scappare dalla finestra, e di camminare sul cornicione. Il suo comportamento darà l’avvio a una serie di fatti, concatenati tra loro, di cui lui è vittima e carnefice. Nonostante ciò, ha una sola preoccupazione: “Se dovessero arrestarmi, in carcere mi daranno la Playstation?” L’unica figura razionale sembra essere quella del suo cane, Stephen Hawking, che cita frasi dello scienziato omonimo: “Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi”.

Massimiliano Parente, che ama descrivere il dramma con ironia e cinismo, non concede tregua al lettore, fino all’ultima pagina. La verità è una rivelazione feroce, inumana, insopportabile. Non ci si può difendere dalla violenza della vita e della natura. Il pessimismo proustiano di Parente non rimane nascosto, ma è un gomitolo nero che si srotola lungo tutta la trama. Il romanzo diventa il paradigma della storia della materia, un lungo racconto di fortuna o di sfortuna (dipende dai punti di vista), che parte dal Big Bang. “Io avrei preferito non iniziasse niente da nessuna parte, visto che tutto deve finire. Tanta fatica per nulla”.

Questa non è forse la sintesi de “La Recherche”, il capolavoro di Proust? Il modo di circoscrivere l’illusione di un mondo e la fine di ogni mondo, al contempo? L’attrazione verso le cose futili e il decadimento di ogni cosa? Come Proust, anche Massimiliano Parente, è capace di scendere fino in fondo a se stesso, e guardare il baratro umano senza distogliere lo sguardo. E per farlo, si sveglia tutte le mattine alle quattro, scende al bar, e scrive indisturbato per ore e ore. Talvolta rinuncia alla vita e trova respiro solo quando è travestito da supereroe, cercando nella scrittura e nella cultura tutta la linfa e la sostanza per continuare a esistere.

Cristina Bellon

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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