10 febbraio 2016
Scrive Edoardo Cagli a proposito dell’appello di Beppe Sala- Il mio commento è semplice: con questo appello si rafforza in me la convinzione che Beppe Sala è il candidato giusto per portare il centrosinistra alla vittoria in giugno. E dare continuità nei fatti, innovando, a ciò che di positivo ha fatto la giunta presieduta da Giuliano Pisapia. Il suo appello al voto è sobrio, concreto, senza ricerca di “santi protettori”, con una visione precisa di dove condurre Milano: “Una città delle opportunità che sa accogliere tutti, valorizza i talenti, investe sui giovani, crede nelle donne, non vuole lasciare per strada nessuno. In uno slogan, la città dell’innovazione e dell’inclusione”. Ed è l’unico appello che si apre ringraziando e si chiude, ancora ringraziando, in un modo cha dà il senso esatto di chi sa bene cosa voglia dire “lavorare in team”: “Grazie fin d’ora per la fiducia che vorrete accordarmi, e avanti con tutti, a cominciare dagli altri candidati, per far crescere insieme la Milano che vogliamo”. Direi una spanna su tutti.
Scrive Laura Pigozzi a proposito dell’appello di Majorino – Ho letto l’appello di Majorino il cui link mi avete postato. Si potrebbe chiedergli cosa intende per “programma di azzeramento delle case vuote”? Vengo da tre anni di affitti non percepiti e ora la mia casa è vuota. Non ho intenzione di riaffittarla alla velocità della luce: debbo essere penalizzata per questo?
Scrive Gaspare Jean a proposito delle municipalità – Si discute su quali competenze affidare alle municipalità della città di Milano. Questo è fuorviante; infatti le competenze dovrebbero essere uguali per tutti i Comuni dell’area metropolitana che dovrebbero unirsi in 12-15 mandamenti o circondari. La discussione limitata alle municipalità di Milano è profondamente antidemocratica non coinvolgendo gli altri comuni che pure dovranno cedere competenze alla Città Metropolitana. Si rischia di avere una città metropolitana “ciambella” con regole e procedure valide per la corona periferica e altre valide per il centro. Se si discutesse invece quali compiti affidare a municipalità e a mandamenti (che avrebbero una popolazione oscillante intorno ai 100.000 abitanti) si farebbe un lavoro più efficace e democratico.