3 febbraio 2016

UN APPELLO AL VOTO


Il mio appello al voto comincia con un grazie. Grazie a tutte le persone che ho incontrato in questo mese e mezzo di campagna elettorale, persone di ogni età, condizione sociale, etnia, e alle tante realtà sociali, culturali e politiche che hanno voluto farmi arrivare le loro istanze e la loro voglia di partecipare. In questi incontri ho imparato molto e ho capito ancora di più il senso della mia scelta.

04sala04FBQuando nel 2009, dopo anni nel privato, ho cominciato la mia carriera nella pubblica amministrazione – prima in Comune, poi in A2A, infine in Expo Spa – non avrei mai immaginato che sarebbe stata tanto ricca di sfide, di lezioni, di scoperte, di soddisfazioni. E ancora meno che l’esperienza di servire la cosa pubblica mi avrebbe così appassionato da accettare oggi di mettere in gioco le competenze e le esperienze guadagnate lungo questo percorso partecipando alla selezione democratica con la quale il centro sinistra – in cui mi riconosco da sempre – individuerà il candidato sindaco per Milano.

Non lo immaginavo ma è quanto accaduto e dice tutto il senso del mio impegno civile a servizio della mia città.

Nel 2011, con le elezioni di Giuliano Pisapia, Milano si è scrollata di dosso le opacità, le rendite di posizione, i populismi di vent’anni di centrodestra ed è tornata a respirare l’aria fresca dell’onestà, della trasparenza, della buona politica. Con il successo di Expo (e di Expo in città), Milano si è scrollata di dosso le umiliazioni della crisi e la sfiducia nei grandi progetti pubblici ritrovando la sua caparbietà ambrosiana di città del fare e del fare bene, e guadagnando una nuova dimensione di città internazionale, non più solo per la moda, lo shopping e il design, ma anche per la conoscenza, l’innovazione, la cultura.

Nel 2016, perciò, l’amministrazione comunale deve avere negli occhi questa Milano che i sei mesi straordinari di Expo hanno lasciato intravvedere e che rappresenta la città dei prossimi vent’anni: una città delle opportunità che sa accogliere tutti, valorizza i talenti, investe sui giovani, crede nelle donne, non vuole lasciare per strada nessuno. In uno slogan, la città dell’innovazione e dell’inclusione.

Costruire questa Milano passa attraverso scelte molte concrete: i grandi progetti di riqualificazione delle aree urbane – scali ferroviari, area Expo, aree dismesse – come gli interventi meno appariscenti ma non per questo meno doverosi di manutenzione dei nostri edifici scolastici. La grande progettazione delle infrastrutture per la città metropolitana, come la minuta costruzione di un’efficiente filiera dell’assistenza, da realizzare con il concorso del terzo settore.

Ma passa anche attraverso uno stile di gestione della cosa pubblica, nel quale credo molto e che mi appartiene profondamente. La Milano che voglio e che costruiremo insieme è una città dove il servizio pubblico, dall’anagrafe all’assistenza, dalle scuole ai trasporti, si distingue per efficienza, orientamento al cittadino, trasparenza. È una città che recupera risorse imparando a spenderle meglio, cogliendo le opportunità europee, attivando partnership pubblico-privato, project financing, azionariato sociale. È una città che, proseguendo sulla strada già intrapresa, migliora regole e procedure, prevede gare semplici, chiare e trasparenti, si dota di strumenti idonei a fermare ogni tentativo di illegalità e di corruzione.

Grazie fin d’ora per la fiducia che vorrete accordarmi, e avanti con tutti, a cominciare dagli altri candidati, per far crescere insieme la Milano che vogliamo.

 

Beppe Sala

 

 

 



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