3 febbraio 2016
I.J. SINGER
SENDER PRAGER
Adelphi, 2015
pagg. 74, € 8,00
Un piccolo capolavoro e una rarità editoriale. Infatti il racconto lungo (o se preferite il romanzo breve) del fratello più talentuoso di Isaac B. Singer – come ha scritto Harold Bloom – è stato tradotto dallo yiddish sulla base del testo pubblicato nel 1949 e tradotto solo oggi in italiano dalle edizioni Adelphi sulla scia del vistoso successo della “Famiglia Karnowski” e di “Yoshe Kalb“, apparsi negli ultimi anni.
Pagine indimenticabili percorse da un’ironia crudele e sottilissima. Uno scapolo impenitente, Sender, proprietario di un noto ristorante di Varsavia, un rabbino petulante, un inconveniente post matrimoniale, fanno del racconto di Singer una vera chicca della narrativa breve a cavallo della seconda guerra mondiale.
La vicenda prende inizio con la esilarante descrizione delle lagrime delle cameriere ebree del ristorante alla vigilia delle nozze del padrone: certo, hanno sempre saputo che lui andava a letto con tutte, eppure, ognuna, era convinta in cuor suo che con lei si sarebbe comportato in modo diverso …. l’avrebbe portata via dalla cucina per sistemarla dietro al bancone e metterla alla cassa a contare il denaro.
Ora, però, che nell’annuncio affisso sulla vetrina del locale c’è scritto, nero su bianco, che “in onore del felice e fortunato matrimonio del proprietario di questo ristorante con la sua fidanzata, Edye Barenboim” i poveri del quartiere riceveranno un piatto di crauti e salsicce” hanno perso ogni speranza. Si è fidanzato all’improvviso, quell’uomo solido e vigoroso, dagli occhi lucenti e dai capelli neri impomatati, perché all’improvviso, a 44 anni, ha avuto paura della vecchiaia e della solitudine.
Così, lui che delle donne non si era mai fidato, è stato indotto dal suo rabbino a sposare quella ragazza di buona famiglia hassidica che ha la metà dei suoi anni e lo guarda con occhi grandi e impauriti. “Dio del cielo”, implorano le cameriere “fagli pagare la nostra umiliazione …”. Al lettore scoprire se Colui che tutto può le ascolterà.
Paolo Bonaccorsi
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon