3 febbraio 2016

la posta dei lettori_03.02.2016


Scrive Luisa Gerosa a proposito dell’editoriale di LBG – Caro Direttore, leggo da tempo con molto interesse Arcipelago Milano, di cui ho sempre apprezzato la pluralità di opinioni e di temi trattati. La lettura dell’ultimo numero mi lascia fortemente perplessa e molto irritata: ben cinque articoli contro la candidatura di Sala, con motivazioni a volte pretestuose e titoli insinuanti. E’ lecito per un giornalista dichiarare le proprie preferenze, anzi propria preferenza, non è corretto  che un giornale si schieri unilateralmente in questo modo, senza dare alcuna voce a chi ha opinioni differenti, pur valide e condivisibili. Non è questo il modo di fare informazione e di dare un servizio ai cittadini, non è questo il modo di fare “politica e cultura” da parte di una testata libera.

Risponde LBG – Come avrà notato in quel numero di ArcipelagoMilano ci sono interventi a favore anche di altri candidati. Ai supporter di Sala, in particolare a Franco D’Alfonso, abbiamo dato sempre molto spazio, tanto che qualcuno ci ha definiti l’house organ del movimento arancione. Per altro generalmente  quello che ci viene proposto con l’unico criterio dell’essere intellettualmente onesto lo pubblichiamo.

Scrive Gianluigi Mariani proposito dell’editoriale di LBG – Gentile Direttore, ho letto con disagio crescente il suo ultimo editoriale. Ho preferito lasciare passare qualche giorno per rileggerlo con più calma, soprattutto i primi passaggi, e il disagio si è trasformato in perplessità e preoccupazione. Ho voluto chiedere ad amici che stimo (e che stimano il settimanale) e ho trovato disappunto e incredulità. Perché è del tutto plausibile che una testata esprima la sua preferenza per una candidatura, e la sostenga lealmente e trasparentemente: ma non è accettabile che su candidati che non si apprezzano si lancino segnali, si facciano allusioni, si chiami la palla per un intervento della magistratura. Insomma il vecchissimo e italianissimo guarda che io so. Se è a conoscenza di fatti, ma persino se ha solo sospetti, li riferisca e denunci, come il buon giornalismo deve fare. Ma questo lei lo sa meglio di me. Perché allora?

Risponde LBG – Evidentemente lei ha dato una lettura che non è quella corretta. Affermo che non si può vincere utilizzando lo strumento dell’avviso di garanzia. Che l’avviso di garanzia sia un evento non escludibile è un fatto noto, del quale hanno parlato anche altre testate. E in quanto al dire ciò che so, lo faccio, ma ho un limite: purtroppo la mia partecipazione al Comitato antimafia mi obbliga a una riservatezza sgradevole, perché né io né gli altri membri vorremmo essere accusati di non aver fatto il nostro lavoro, ma una delle nostre relazioni è stata addirittura secretata in quanto trasmessa alla magistratura. Comunque chiunque si fosse presa la briga di leggere le nostre 5 relazioni (6 compresa quella secretata) avrebbe avuto la percezione del rischio di avviso di garanzia come ho esplicitamente detto nel mio pezzo.

Scrive Cesare Mocchi a proposito di primarie – L’intervento di Eleonora Poli delinea bene le differenze fra le speranze suscitate dall’elezione di Pisapia e la gestione della città che ci prospetta la “squadra Sala”. Vorrei fare notare però che questo salto è avvenuto da tempo, fin da subito dopo le elezioni del 2011: e infatti le Officine furono prontamente smantellate, la macchina comunale grandemente confermata, così come la continuità con le precedenti politiche della Giunta Moratti (basti pensare all’urbanistica). Certo, c’era Expo che non si poteva mancare. Mi colpisce molto però vedere quasi tutti gli assessori di Pisapia schierati con la “squadra Sala”. Forse perché sperano di essere riconfermati, è umano. Ma forse anche perché fin da subito sono stati rappresentanti di quella mentalità. E allora si capisce bene perché molte delle speranze suscitate dalla elezione di Pisapia siano andate deluse (se non addirittura tradite).

Scrive Anna Carla Bassetti a proposito di primarie – Sottoscrivo pienamente appello alla unificazione delle due candidature. Propongo Majorino sindaco e Balzani vice. È una scelta doverosa nell’interesse della città e non delle persone che sono entrambe validissime.

Scrive Alberto Maffi a proposito di cultura a Milano – Un eccezionale pezzo di autocelebrazione (nella teoria retorica antica lo si sarebbe portato a modello del genere epidittico) quello di Filippo Del Corno sui risultati delle politiche culturali nella Milano di Pisapia: non vi si trova nemmeno un dato! I tre punti da lui elencati non sono nient’altro che un perfetto esempio di wishful thinking.

Scrive Chiara Pellicciari a proposito della candidatura di Beppe Sala – Sono tanti, purtroppo, i soloni dell’amministrare pubblico che a corto di argomenti sostengono così il candidato sindaco Sala: ideale fronteggiatore della complessità perché è un “manager”. Parolina magica del linguaggio sbrigativo tanto di moda nella politica corrente da talk show che serve semmai a negare e a banalizzare la complessità non certo ad affrontarla. Oddio, se per complessità intendono quella gran messe di affari che è alle viste come per esempio: la realizzazione della città metropolitana (di cui, per inciso, noi cittadini sentiamo parlare poco o niente quando in campagna elettorale dovrebbe dominare) e il futuro assetto dell’area Expo, allora si che è un manager puro quello che ci vuole, altro che un politico che abbia a cuore il bene comune. Il manager può agire senza remore la sua consolidata esperienza-competenza aziendale facendo prevalere l’interesse privato su quello pubblico.

Del resto i vent’anni di Berlusconi uomo d’azienda, politico improvvisato, ci hanno mostrato ampiamente come e quanto il suo operato sia stato centrato sul bene comune! Fa dispiacere che fra i sostenitori del candidato Sala ci siano anche alcuni tra i migliori assessori della giunta uscente, candidati certamente più idonei di Sala perché in grado di coniugare competenze politiche e professionali (economiche- giuridiche) nonché manageriali. Mi riferisco in particolare a Cristina Tajani e all’ex vice sindaco De Cesaris dotate di quell’autorevolezza fatta di passionalità e serietà professionale al servizio della città e che ha suscitato in molti, oltre che in me, l’idea che Milano fosse pronta per essere guidata da una donna centrata sull’obiettivo bene comune: un affare per tutti i cittadini contrariamente alla precedente giunta Moratti che preferì il bene per pochi.

Assessori in gamba che purtroppo sembrano aver già dimenticato che il successo manageriale del candidato Sala, (candidato che sta tanto a cuore anche a comunione e liberazione e compagnia delle opere, che i milanesi hanno già visto malauguratamente all’opera alla regione guidata dal “celeste”) si è realizzato anche grazie all’insediamento del sindaco Pisapia e della sua giunta che ha svolto il suo mandato esprimendo competenze politiche per disinfestare il sito Expo dal malaffare di cui, come appurato da Cantone commissario nominato dal governo, la Regione era complice che agiva senza che la giunta precedente (Moratti) se ne facesse un gran problema. E non solo, ai 7 assessori dell’attuale Giunta si sono progressivamente aggiunti nel sostegno a Sala anche ministri: Franceschini, Delrio, Boschi e Bussolati e Alfieri non trovano niente di meglio da fare che bacchettare Pisapia che, udite udite, ha osato dichiarare il proprio sostegno all’attuale vice sindaco Balzani pericolosa candidata di sinistra portatrice della continuità, come il candidato Maiorino, di una giunta di centro sinistra.

Eh sì, di certo con Sala questo rischio non si corre, con buona pace del presidente del consiglio e della pletora di affaristi amici del suo governo.

 



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