26 gennaio 2016

FARE VERAMENTE CITTÀ METROPOLITANA


Sostengo Pierfrancesco Majorino in questa sfida delle primarie per diverse ragioni. Molte qualità umane e politiche gliele riconosco da anni. Mi piace la sua sensibilità ai temi dei diritti civili e sociali. E non solo. Inaspettatamente, rispetto a quell’aria da scrittore di città che lo accompagna con l’abito da assessore, scopro che Majorino è partecipato da una massiccia consapevolezza. Quella per cui nel caso diventasse sindaco di Milano sarebbe anche sindaco della Città Metropolitana. Sembra banale, ma non so quanti di quelli che amministrano Milano o lo faranno, sanno di cosa si parla per davvero. E così l’assessore al welfare dovrebbe occuparsi anche delle sedute di Palazzo Isimbardi, del difficile bilancio di quel consiglio e di conseguenza di tutte le partite strategiche che passano, spesso sotto silenzio, da quell’aula.

07vangelista03FBA queste cose, non da poco, Majorino è particolarmente attento. Ed è anche consapevole dell’esigenza, ormai assai comprensibile ai più, di allargare le politiche amministrative al raggio molto esteso dell’area metropolitana. Di condividere strategie e orizzonti con noi, amministratori dei 140 comuni che assieme a Milano compongono la città metropolitana. Sono certo che, data la nostra comune passione per la partecipazione spinta alla democrazia, non possiamo tollerare che un’istituzione così pesante non abbia anche una vera legittimazione popolare. In altre parole, occorre ottenere in tempi non troppo dilatati l’elezione diretta del sindaco della città metropolitana. E di conseguenza coinvolgere tutti i cittadini in questa partita che potrebbe finalmente costruire larghi processi di modernità: una vera grande città con servizi unificati e migliori. Per farlo c’è un iter da seguire, scritto nella Legge Delrio. E il nuovo sindaco dovrà crederci per davvero, con determinata convinzione.

In questo inverno strano, dove non piove più, è tornato alla ribalta con drammatica attualità il tema dell’inquinamento atmosferico e di conseguenza della mobilità. Il grande smog cittadino accompagna i candidati alle primarie in giro per la città e ha l’unico merito di concentrarli sull’emergenza e sul come uscirne. E allora escono alcune buone idee da parte di tutti.

Majorino propone un progetto ambizioso: nel 2040 la fine delle emissioni inquinanti e nel 2030 la fine della circolazione delle auto. Nel 2020 l’allargamento consistente di Area C, non senza prima aver potenziato le linee di bus, tram e metropolitane. Benissimo. Condivido anche quel pezzo del programma che parla di costruire un sistema tariffario per i mezzi pubblici non penalizzante per chi proviene dai comuni dell’hinterland: un biglietto unico insomma. Per facilitare molti cittadini della grande Milano a spostarsi senza auto, dentro e fuori la città. Per fare, con un semplice gesto quotidiano, il più convinto gesto di adesione alla nuova città metropolitana.  A proposito, non così sicuro che tutti i candidati in campo conoscano le attuali tariffe ferroviarie, di bus e metropolitane fuori dai confini di Milano. Se chiedessi, per esempio, quanto costa un biglietto di Trenord nella tratta Cormano-Milano Cadorna? Chi alza la mano?

Sono cruciali anche alcune partite che si stanno giocando nell’aula di via Vivaio e che coinvolgono Regione e Governo. Le tramvie Milano-Limbiate e Milano-Seregno, da riqualificare la prima, addirittura ferma la seconda, sono lì a testimonianza dello scarso impegno delle istituzioni sul tema della mobilità metropolitana. Ma ci sono anche altri problemi e molte opportunità. Alcune eccellenze le governiamo molto bene se penso al Consorzio delle acque potabili (Cap) e di quello di Milano gestito da MM. Se penso all’efficienza di Amsa nella raccolta dei rifiuti, che opera già in molti comuni dell’hinterland oltre che a Milano. E della stessa strategia espansiva di A2A nelle proposte di gestione dei servizi energetici in molte realtà metropolitane. E poi c’è il sistema dell’Afol metropolitane, che individua in un solo soggetto la pianificazione e  lo svolgimento delle politiche attive per il lavoro.

La direzione giusta sta nel costruire istituzioni comuni per governare questi processi. Oggi l’istituzione della Città Metropolitana è ancora troppo fragile perché manca una significativa rappresentanza politica elettiva. Ma le sinergie tra comuni esistono da molto tempo e le migliori tra di loro continuano a garantire buoni risultati. Ma siamo, tutti quanti, chiamati a giocare una partita che non possiamo perdere per offrire servizi a costi contenuti e con alti livelli di funzionalità. Acqua pubblica, energia, mobilità, parchi, ambiente, lavoro, pianificazione urbanistica. Tutte sfide da vincere e da affrontare. Pierfrancesco Majorino riconosce ed è pronto a prendersi cura di tutti questi temi, avanzando anche una proposta in più, che considero praticabile. Che la sanità attualmente in capo alla Regione Lombardia passi alcune deleghe alla Città Metropolitana. Per costruire un sistema di gestione migliore, più vicino ai bisogni dei milanesi.

 

Fabrizio Vangelista

vicesindaco di Cormano

 



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