19 gennaio 2016

COME STIMOLARE LA DOMANDA DI CULTURA A MILANO


Le elezioni primarie per il candidato Sindaco del centrosinistra rappresentano un contesto ideale per tracciare un bilancio dell’azione amministrativa della giunta Pisapia e per capire così quali siano le frontiere più urgenti e necessarie di azione per il futuro mandato. Uno dei risultati più evidenti dell’esperienza guidata da Pisapia è il ritorno definitivo delle politiche culturali al centro del dibattito politico: la cultura non è più relegata alle ultime pagine di programma, ma è considerata, anche in questa fase delle primarie, una componente essenziale dello sviluppo di progetto per il futuro di Milano.

02dalcorno02FBGli ultimi cinque anni hanno innanzitutto registrato nella nostra città un significativo e oggettivo innalzamento qualitativo e quantitativo dell’offerta culturale complessiva. Questo risultato non è esclusivamente o interamente ascrivibile alla giunta Pisapia ma è senz’altro frutto di un progetto politico e strategico che ha messo al proprio centro tre obbiettivi primari: 1) restituire a Milano il rango di una vera e propria capitale europea della cultura, con un innalzamento della proposta culturale che costituisce un elemento essenziale di miglioramento della qualità della vita e accresce la reputazione internazionale della città per renderla attrattiva sia come meta turistica che come destinazione di investimenti economici; 2) aumentare il patrimonio cognitivo della comunità della città, per favorirne sviluppo e coesione sociale attraverso un’ampia diffusione delle opportunità di cultura; 3) mettere in rete con un approccio sistemico i soggetti culturali della città, sviluppando così alleanze orizzontali e verticali tra i vari attori di produzione culturale e creativa.

Tra i risultati più evidenti di questo lavoro possiamo riconoscere, per esempio, come Milano abbia saputo essere dal punto di vista dell’offerta culturale sempre più aperta ai bambini, primi destinatari di azioni che garantiscono la diffusione di sapere e conoscenza; come abbia saputo vivere momenti di felicità condivisa nell’uso pubblico degli spazi urbani animati da molteplici momenti di spettacolo e arte aperti a tutti e come abbia saputo affrontare, anche attraverso gli strumenti della cultura e dell’arte temi scottanti e impegnativi per il futuro della comunità intera.

Ma qual è la prossima frontiera di azione e di sviluppo delle politiche culturali di Milano, in una prospettiva di prossimo mandato? Credo che per elaborare la risposta più convincente sia opportuno partire da un dato di fatto: nonostante i molti sforzi compiuti e i risultati positivi registrati, il perimetro complessivo dell’offerta culturale non ha saputo allargare definitivamente i propri confini per promuovere la diffusione di sapere e conoscenza verso chi, per ragioni di natura sociale quando non banalmente economica, ne è sempre stato tenuto ai margini.

Un’offerta culturale accessibile diventa elemento imprescindibile di sviluppo se e solo se riesce a essere inclusiva verso gli strati di società dove sia risultata finora debole se non addirittura assente: la vera frontiera delle politiche culturali nell’immediato futuro risiede nelle strategie di stimolo alla domanda di cultura e di allargamento del pubblico. Garantire pari opportunità nell’accesso alla cultura e alla conoscenza è senz’altro un obbiettivo politico significativo e sul quale nella nostra città molti sono stati i risultati positivi. Ma non è sufficiente. La vera domanda ora è: come generare desiderio di bellezza e di sapere in coloro che spesso non hanno neanche mai avuto un’occasione di incontro con l’arte, la musica, il teatro? Come convincere tutti coloro che non hanno neanche mai contemplato nell’orizzonte della propria ritualità sociale la visita di un museo o la visione di uno spettacolo teatrale, a sperimentare questa esperienza e a socializzarla con la propria comunità di riferimento?

Credo che la determinazione con cui Pierfrancesco Majorino ha saputo riconoscere in questa domanda la vera futura frontiera delle scelte di politica culturale per la città sia la migliore garanzia perché la Milano di domani possa essere non solo la capitale di patrimonio culturale e produzione creativa che ha ripreso a essere, grazie a questi cinque anni di lavoro, ma un vero e proprio ecosistema urbano dove la cultura sia il principale fattore fertilizzante dello sviluppo armonico e coeso della comunità cittadina.

 

Filippo Del Corno

Assessore alla cultura

 

 



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