19 gennaio 2016

EXPO 2015: EFFETTI COLLATERALI INDESIDERATI


L’attuazione del programma Expo 2015 ha dato luogo ad alcune realizzazioni secondarie che si sono sovrapposte a episodi di paesaggio urbano alterandone l’equilibrato assetto con conseguente danno alla qualità estetica/culturale complessiva. È legittimo tentare di individuarne le cause e i possibili rimedi pur con le difficoltà dovute alla varietà dei casi.  Una prima considerazione riguarda la sottovalutazione della sensibilità/vulnerabilità di luoghi che mal tollerano interventi di rilevante impatto se non per il breve periodo previsto non derogabile e solo dopo aver valutato le alternative di minore impatto. Il criterio delle scelte non può essere una visibilità ostentata di facile richiamo al prezzo della violazione di qualificate immagini urbane consolidate.  Nel caso della Biglietteria esterna della Triennale e di Expo Gate, per nulla amato dai milanesi, il rimedio è la rimozione nei tempi previsti nella fase preliminare per non tradire l’impegno assunto con i cittadini. Altri casi sono dovuti a un’attuazione frettolosa giunta a ridosso della scadenza e a una probabile carenza di risorse finanziarie. Questo è il caso degli interventi spondali del Naviglio Grande, ove il rimedio è più problematico per il forte impatto delle opere realizzate delle quali non si sa se siano definitive o attendano ancora una finitura.  Un caso di maggiore complessità per i contestuali pareri di gradimento e dissenso è l’intervento sulla Darsena che per questo richiede una trattazione a parte. Dell’ampia casistica ho considerato tre esempi, ma l’elenco potrebbe essere integrato da chi abbia colto altre analoghe intolleranze ambientali.

EXPO GATE

Costituito da due strutture estranee e ostruttive rispetto al pregevole contesto urbano di elevato valore storico e identitario, che dovevano essere rimosse entro il termine del 31 dicembre 2015 in relazione alla chiusura dell’Esposizione. È stata richiesta una proroga di circa un anno.

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02-Asse-Dante-Castello

La loro attuale collocazione privilegia banalmente la sola immagine  della Torre del Filarete visibile nello stretto spazio lasciato libero tra le due strutture lungo l’asse via Dante / Castello, ignorando la reciproca relazione fra quegli  elementi del contesto che configurano un’unità di paesaggio espressiva della cultura urbanistica di fine ‘800:
– il fronte del Castello (1) restaurato da Luca Beltrami che dialoga con le architetture ottocentesche di Foro Bonaparte (2);
– largo Cairoli con la statua equestre di Garibaldi (3) e con i due edifici simmetrici che aprono la via Dante (4);
– e infine la monumentale piazza  Cordusio (5) con le architetture celebrative delle istituzioni finanziarie.

03I due invasivi volumi sottraggono alla percezione parti integranti di una scena urbana sedimentata nell’immaginario collettivo nella sua configurazione unitaria; in particolare nella visione assiale nascondono le parti laterali alla Torre del Filarete con la quale configurano il fronte del Castello rivolto verso la città,

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le due strutture sottraggono inoltre alla visione laterale le cortine delle architetture ottocentesche e i due filari di alberi di alto fusto prospettanti sulla via Luca Beltrami tra Piazza Castello e Foro Buonaparte, uno spazio che, quando saranno auspicabilmente rimosse le due strutture di Expo Gate, dovrà trovare una ricomposizione urbana con un progetto culturalmente adeguato privo di interventi volumetrici ostruttivi e intrusivi.

05Al Piano Regolatore di Cesare Beruto nel 1886 si deve la valorizzazione del centro di Milano con l’invenzione dell’asse monumentale creato tra la Piazza progettata davanti al Duomo, il Cordusio, la via Dante, il Castello Sforzesco, il Parco, l’Arco della Pace e il Corso Sempione.

La presenza lungo quest’asse delle due gigantesche strutture di Expo Gate compromette non solo la prospettiva verso il Castello, ma anche dal Castello verso largo Cairoli, impedendo la visuale della complessa scena urbana percepibile tra le quinte degli edifici ottocenteschi di Foro Bonaparte con al centro il monumento equestre a Garibaldi e le due architetture simmetriche che aprono l’asse prospettico di Via Dante.

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TRIENNALE – BIGLIETTERIA ESTERNA E ARCO INGRESSO

Anche questa installazione come Expo Gate è una realizzazione definita temporanea, come risulta dal cartello esposto nel cantiere al momento dell’esecuzione delle opere, la cui consistenza non lascia molto a sperare sulla temporaneità. Il periodo di permanenza previsto è il tempo di Expo 2015 e della successiva XXI Esposizione Internazionale della Triennale, «21st Century. Design After Design», che si terrà dal 2 aprile al 16 settembre del 2016.

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Le immagini sotto riprodotte documentano nelle diverse angolazioni prospettiche l’inopportunità dell’opera che sovrappone la propria sagoma tridimensionale al prospetto del Palazzo dell’Arte di Giovanni Muzio con effetti di forte estraneità. La Commissione paesaggistica che ha autorizzato a febbraio 2015 la costruzione, ma solo in via temporanea, deve avere avuto qualche perplessità. Forse per la prima volta dal 1933, anno della costruzione, un edificio s’interpone tra l’asse di corso XX Settembre e la facciata della Triennale, alterando il raffinato disegno urbanistico che la pone al centro della prospettiva che ci accompagna lungo il percorso di avvicinamento; una architettura emblematica assunta come logo della Triennale per la capacità evocativa del suo profilo essenziale.

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Percezione lungo l’asse prospettico di via XX Settembre

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Percezione in avvicinamento lungo l’asse prospettico di viale P. e M. Curie

Passeggiando intorno al palazzo della Triennale si percepisce il violento impatto del volume della Biglietteria sulla facciata per effetto ostruttivo e per estraneità dimensionale e formale.

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Vista da sinistra

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Vista centrale

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Vista da destra

 

INTERVENTI SULLE SPONDE DEL NAVIGLIO GRANDE.

Nel quadro del progetto “Via d’acqua sud” promosso dalla società EXPO sono stati realizzati interventi spondali lungo il Naviglio Grande che ne hanno alterato l’immagine sostituendo a manufatti ormai storicizzati, costruiti nel corso del tempo con varietà di materiali (sassi, laterizi, malta), un manufatto cementizio di grande impatto e forte discontinuità con il tradizionale aspetto delle sponde del Naviglio per dimensione, colorazione e omogeneità della superficie che si ripete a nastro per centinaia di metri. Questo manufatto storico che ha ispirato una ricca iconografia pittorica e letteraria rischia di essere trasformato in un banale canale industriale privo di memoria. È utile ricordare che il tema del restauro e consolidamento delle sponde del Naviglio Grande era stato oggetto nel 2004 di studi coordinati da Regione Lombardia e da Navigli Lombardi con la partecipazione del Politecnico di Milano per la redazione del Master Plan dei Navigli Lombardi, i cui contenuti sono stati riversati e approfonditi nel successivo Piano Territoriale d’Area dei Navigli approvato nel 2010  consultabile sul sito della Regione Lombardia.

Le immagini successive documentano l’attuale aspetto che ha trovato una forte contrarietà dei cittadini manifestata anche sulla stampa.

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Sponda verso Ripa di Porta Ticinese

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Sponda verso Alzaia Naviglio Grande ripresa in direzione ovest

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Sponda verso Alzaia Naviglio Grande ripresa dallo stesso punto in direzione est

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Particolare sponda verso Alzaia Naviglio Grande

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Particolare sponda verso la Ripa del Naviglio Grande

 

Umberto Vascelli Vallara



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