12 gennaio 2016

musica – LE ORCHESTRE DI BEACCO


LE ORCHESTRE DI BEACCO               

Nel novembre del 2013 Enzo Beacco – cui devo l’affettuosa prefazione al volume che Maria Matarrese Righetti ha curato con tanta attenzione raccogliendo un terzo dei pezzi scritti per questa rubrica nei suoi primi sette anni di vita – usciva con un importante volume di 950 pagine intitolato “Offerta Musicale, la musica dalle origini ai nostri giorni” che presentai nel numero di ArcipelagoMilano del 12 febbraio successivo. Oggi possiamo dire che si tratta di un’opera fondamentale per la conoscenza della storia della musica (e non banalmente, come si è sempre fatto, della storia dei musicisti) da consultare costantemente quando si vogliano capire contesti, relazioni, evoluzione, avanzamento del linguaggio e della struttura musicali.

musica01FBDue mesi fa, dunque a distanza di due anni esatti dal primo libro, Beacco esce con un secondo volume, meno ponderoso del primo ma non meno essenziale né meno ricco di informazioni, dedicato alla “Storia delle orchestre”, come il precedente edito dal Saggiatore, curiosamente anticipato da una serie di interventi pubblicati sui programmi di sala dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi (laVerdi) durante la stagione sinfonica 2014-2015. Questa volta sono solo 290 pagine ma densissime di dati e di informazioni sulla costituzione dei complessi orchestrali e dunque sull’origine della moderna orchestra sinfonica, passando in rassegna cinquecento anni di lenta evoluzione della composizione musicale, degli strumenti, delle tecniche, dei luoghi fisici delle esecuzioni e delle rappresentazioni.

Enzo Beacco è un uomo fuor del comune. Ha trascorso la sua vita professionale da industriale e da manager senza mai dimenticare la passione – e gli studi giovanili – per la musica colta. “Saggista, giornalista, critico”, dicono i risvolti delle copertine “da oltre quarant’anni scrive e parla di musica su quotidiani nazionali e riviste specializzate e per radio, televisione, istituzioni liriche e di concerto”. E sono indimenticabili i trent’anni di programmi di sala della Società del Quartetto – quelli che con altrettanta bravura e competenza oggi cura Oreste Bossini – che se fossero riuniti in volume rappresenterebbero uno straordinario corpo di osservazioni sulla musica da camera e non solo.

Tornando alla Storia delle Orchestre, possiamo dire che l’autore lavora intorno a una trama sotterranea che emerge alla fine del libro laddove dice “… a dimostrazione del fatto che, dal Novecento in poi, anzi dall’Ottocento di Bülow e Nikisch, sono i direttori a dare i caratteri alle orchestre di tutto il mondo” volendo con ciò dire che sono i direttori a creare le orchestre e a imprimer loro il carattere identitario (se non altro, aggiungo io, scegliendone i componenti personalmente, uno a uno).

Come nell’Offerta Musicale, il volume è scandito in capitoli sostanzialmente omogenei, brevi, costruiti cronologicamente intorno a circa sessanta date – dal 1548 (Staatskapelle di Dresda) al 1993 (laVerdi di Milano) – nelle quali si assiste alla nascita dei più significativi complessi strumentali – la cui vita sarà più o meno lunga, talvolta lunghissima – che in qualche modo hanno inciso sulla evoluzione dell’orchestra sinfonica: in Italia, Francia, Germania, Russia, Stati Uniti, Israele, nascono e crescono compagini orchestrali che spesso diventano celeberrime come l’orchestra di Mannheim, i Wiener, l’orchestra della Scala, la Boston, i Berliner, la Filarmonica di San Pietroburgo, il Concertgebouw, Chicago, Filadelfia, London, la BBC, la NBC, le ultime orchestre create da Abbado, eccetera.

Con gli anni cambiano gli organici, gli strumenti, i settori – gli archi, i legni, gli ottoni, le percussioni, ecc. – aumentano le dimensioni complessive dell’orchestra, talvolta si ritorna all’antico, con strumenti d’epoca e organici ridotti, per poi riprendere slancio e arrivare fino alla “Sinfonia dei Mille” di Mahler (la ottava, che impiega circa mille fra strumenti, solisti, coristi impegnati nell’esecuzione di questa mastodontica opera). Beacco ci prende per mano e ci spiega perché e come cambiano, con quali risultati, per impulso di quali grandi direttori o per quali grandi teatri e sale da concerto.

Mi sembra doveroso, per completezza di informazione, riportare i titoli dei capitoli:

* Strumenti funzionali a banchetti e balli, chiese e teatri
* Orchestre per cardinali, principi e varia nobiltà
* L’orchestra come simbolo di una città
* Il direttore che plasma l’orchestra
* Logistica, internazionalizzazione, politica, propaganda
* Il disco, la radio, il cinema sonoro
* Ritorno all’antico e rivoluzione del moderno

Imponenti, infine, sono gli apparati del volume e in particolare la storia della evoluzione degli organici orchestrali con una tabella che indica, per anni (dal 1610 al 2015) e per orchestra, la loro composizione, la preziosa bibliografia e soprattutto l’indice delle orchestre e quello dei nomi e delle opere. Un patrimonio di informazioni di facile reperimento e di rapida lettura che dà ragione di tanti dubbi e segreti intorno a uno dei temi fra i più complessi e articolati della storia della musica, fino a oggi poco o nulla indagato. Un vademecum per tutti gli amanti della musica sinfonica.

programma paolo

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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