22 dicembre 2015

PARTECIPAZIONE UN TEMA PER LE PRIMARIE


Partecipazione, icona e tormentone in questi anni del rapporto con l’amministrazione da parte di gruppi politici, aggregazioni culturali, nei tanti nomi della cittadinanza attiva. È stato uno dei punti fondativi che hanno caratterizzato il programma politico di Pisapia … caratteristico quanto poco realizzato, troppo spesso evocato dalla giunta e da comitati e gruppi di cittadini, non abbastanza esigenti, e qualche volta incerti su come e su cosa partecipare.

Una vera discussione sul tema come strumento di democrazia non si è mai aperta, qualche accenno è stato fatto, per esempio tra l’esperienza dei tavoli promossi dalla Presidente della Commissione Pari Opportunità, e l’allora Presidente della Commissione Affari Istituzionali, ma è restato tale e non si è collegato ad altri fili, ad altri gruppi che nella città provavano a sperimentare forme di partecipazione.

08nannicini45FBForme che andassero oltre “il prendere parte ad elaborare l’implementazione”, giungessero a esplicitare che il punto era, e continua ad essere: partecipare a decisioni della politica cittadina. Decisioni su quote di politiche ma che fossero realmente tali e non come ripetutamente accaduto un esercizio dell’ascolto da parte degli assessori/e come di una pratica costante anche se priva di un’agenda riconoscibile.

Partecipare al governo della città significava e significa che un’amministrazione si muova per coinvolgere attivamente il proprio elettorato, attraverso i partiti ma non solo, nelle scelte deliberative più difficili e controverse. La qualità della partecipazione politica dipende proprio da quanto un governo e la sua maggioranza interpellano attivamente la parte più attiva dei propri elettori nei processi decisionali su punti importanti per la città.

Nell’esperienza arancione è prevalsa la tendenza della giunta a dire “ci pensiamo noi”, “fateci lavorare perché la situazione e i problemi sono troppo complessi”. Nessuna delle tante questioni strategiche per la città ha visto una vera e autenticamente sincera chiamata alla partecipazione: né la scelta delle aree per Expo – per quanto rimaneva o si poteva decidere -, né la decisione su M4, né quella sulla destinazione delle aree degli ex scali ferroviari.

I comitati di cittadini, anche quelli più vicini all’area arancione, sono spesso stati visti come ‘inopportuni’ e alcune delle loro battaglie, come quella contro le cosiddette vie d’acqua – poi risultata vittoriosa! -, hanno registrato forte ostilità da parte della Giunta.

Per realizzare una vera partecipazione l’esecutivo cittadino dovrebbe utilizzare “al minimo” i forti poteri che gli sono attribuiti e, al contrario, interpellare il più possibile la sua area politica di riferimento, provando a consultarla al massimo grado e in primis a riconoscere al Consiglio Comunale un ruolo significativo nel tenere aperti i canali di comunicazione e nell’elaborare i termini di consultazione.

C’è stato un malinteso: il largo consenso ottenuto alle scorse elezioni è stato interpretato come ampia delega a governare mentre l’aspettativa dei tanti che hanno reso possibile questa esperienza era di contribuire effettivamente alle scelte.

Quei tanti cittadini che si mossero allora non vogliono lasciare “il lavoro a metà”, ben consapevoli che siamo oggi in una nuova fase e diverso contesto, che la città ha energie nuove e problemi ancora irrisolti e necessità di costruire più consistente  inclusione sociale, e altrettanto consapevoli di un’esperienza maturata nei fatti (alcuni sopra ricordati) rendono più avvertiti nel proporre di nominare i temi e le questioni che partecipazione indica e perché non restino sottotraccia.

Dunque nella campagna per le primarie e dopo in quella elettorale si apra un dibattito sincero che sia anche aspro se necessario e che coinvolga, prima di tutti, il popolo del centro sinistra. Genericamente inteso qui, lo sappiamo, siamo convinti che potrebbe meglio individuarsi in questi mesi nell’interlocuzione con coloro che si candidano in quel popolo.

Durante queste primarie, contribuendo con le proprie idee ai programmi dei candidati, si può dunque rendere effettiva la partecipazione di chi sente di poter dedicare tempo e risorse al miglioramento della propria città, perché in una città europea come la nostra al tempo di una crisi verticale della rappresentanza sempre più visibile e nella crisi della forma partito (anche questa innegabile) abitano le concrete possibilità di innovare. A partire anche dalla partecipazione.

 

Adriana Nanncini Paolo Oddi



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