16 dicembre 2015

libri – LIBRI SOTTO L’ALBERO


 

LIBRI SOTTO L’ALBERO

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Sapete cosa mi piacerebbe trovare sotto l’albero di Natale? Un’emozione, impacchettata con un fiocco rosso. E niente emoziona di più di un bel libro, che faccia sognare e immaginare mondi incantati, come quelli che descrive Isabelle Autissier in “Cronache di lungo corso” (Edizioni Mare Verticale). “Ricordo un luogo molto lontano, dove il mare è color smeraldo… un luogo dove milioni di stelle danno le vertigini raccontando la storia dei confini dell’universo… un luogo dove le onde assomigliano al respiro di una balena addormentata”. Isabelle, navigatrice d’eccezione, è stata la prima donna che ha realizzato un giro del mondo in solitario. Le sue parole vi condurranno in mari lontani, fino a sentire la musica del vento e l’aria già tiepida all’alba.

E sempre dal mare, questa volta in tempesta, la famosa Mary Shelley, che nel 1816 scrisse Frankenstein, fa emergere una misteriosa creatura disposta a cambiare la sua identità con quella di Guido, il protagonista di “Metamorfosi” (antologia di tre racconti, edita da La vita felice, con testo a fronte). Guido, respinto dal padre della sua amata Giulietta, vuole vendicarsi. Venderà l’anima a un nano deforme, venuto dal mare, per un baule colmo di tesori, ma commetterà un errore fatale. Una perla letteraria gotica che esalta la maestria e la forza creativa dell’autrice ottocentesca.

Anche Eugenia Romanelli, giornalista e docente universitaria, ci presenta la storia di un’identità nascosta, in “La donna senza nome” (Castelvecchi editore). Glad è una celebre pittrice. Quel giorno è perfetto per dire addio al marito e per uscire di scena dal mondo artistico. E Luigi è il film-maker che lei ha scelto per raccontare la sua storia. “È molto coinvolgente, dopo tanti anni, rivelare la mia identità … troverà le risposte ad ogni sua domanda oggi stesso. Gliel’ho detto, deve svolgersi tutto in un giorno: io, lei, le riprese, la mia tela, la mia storia.” Glad ha vissuto due vite, nascoste dentro le sue tele. Fino a quel momento nessuno sa che lei esiste. Ma ci sono due persone che Glad ringrazia, Emma e Alberto, senza le quali lei non potrebbe esistere. Un libro vibrante, che indaga come le situazioni famigliari segnino il nostro modo di affrontare la vita.

E, per terminare, vi suggerisco un romanzo storico, scritto da Carla Maria Russo, ambientato in una Milano quattrocentesca. Caterina, figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, fin da bambina dimostra un temperamento ribelle. A lei, che ama la caccia, la lotta e la spada, poco si addice l’educazione femminile. La nonna Bianca Maria riesce a istillarle un unico principio: pagare il privilegio di essere nata nobile accettando il proprio destino, qualunque esso sia, per il bene del casato. Fedele all’insegnamento, sarà costretta a subire un matrimonio non desiderato e gli orrori perpetrati dal marito. Ma quando vedrà il suo palazzo assalito, la vita sua e quella dei figli in pericolo, “La bastarda degli Sforza” (Piemme) ritroverà il coraggio indomabile di un tempo e combatterà meglio di un uomo.

Quattro libri diversi, scritti da quattro donne particolari, tutti per voi e per il vostro Natale da sogno. Auguri!

Cristina Bellon

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Forse non ce ne siamo accorti del tutto ma questo è un Natale piuttosto diverso rispetto gli altri anni. È un Natale dove si parla di guerra. Lo ripetono il Presidente della Federazione Russa, quello della Repubblica Francese, il responsabile della Difesa degli Stati Uniti e tanti, troppi, altri. Ecco quindi che in giorni così inquieti, mi sembra molto utile informarsi e informare su ciò che realmente sta accadendo e perché accade.

È per questo che il primo volume che vorrei consigliare è la Storia degli Arabi – Dall’antichità al Novecento di Philip K. Hitti, Edizioni Odoya dove il grande arabista di Princeton ci ricorda che gli arabi non crearono soltanto un impero ma anche una civiltà, assimilando e assorbendo le caratteristiche principali della cultura greco-romana e in seguito furono lo strumento che trasmise all’Europa medievale molte di quelle influenze intellettuali che provocarono il risveglio del mondo occidentale avviandolo verso il suo moderno rinascimento. Peraltro la proiezione politica di questa grandezza non può essere trascurata.

E allora? La risposta ce la dà un altro affascinante libro di storia: Crimea. L’ultima crociata di Orlando Figes dell’Università di Londra – Einaudi. Pagine che ci costringono a meditare. Figes descrive la guerra di Crimea come un’ultima crociata, adempimento del destino della Russia a governare tutti i cristiani ortodossi e a controllare i Luoghi Santi. Un evento, dunque, nel quale la religione ebbe un ruolo fondamentale tanto da farla divenire la prima “guerra totale” della storia con milioni di morti tra la popolazione civile vittima dei cannoni o della fame nelle città assediate; con etnie devastate dalle malattie diffuse dagli eserciti; con intere comunità spazzate via durante i massacri e le campagne di pulizia etnica nel Caucaso, nei Balcani e nella stessa Crimea.

Interessante è l’avvincente studio di Timothy Brook dal titolo “Il cappello di Vermeer – il Seicento e la nascita del mondo globalizzatoedito da Einaudi. L’eminente sinologo delle Università di Vancouver e di Shanghai ripercorre le vie della diffusione del tabacco, del te, del caffè, dell’oppio, del traffico di archibugi e degli altri principali beni diffusi nel Seicento per dimostrare come già in quel secolo la terra si sia trasformata in un mercato globale, dove l’andamento della produzione dell’argento peruviano incideva fortemente sulla bilancia dei pagamenti dell’Impero Cinese e dove il prezzo medio di uno schiavo negoziato a Liverpool condizionasse i noli del trasporto marittimo di ogni altra merce da e per le Americhe.

Di tenore completamente diverso è l’ultimo volume di Theodore Zeldin – “Ventotto domande per affrontare il futuro” stampato da Sellerio Editore. L’eccentrico studioso dell’Università di Oxford sottotitola la sua ultima opera: Un nuovo modo per ricordare il passato e immaginare l’avvenire, prendendo l’avvio da una constatazione in apparenza molto semplice: qual è il meglio che la vita può offrirci nel nostro mondo attuale, così iniquo, violento, inquinato e corrotto? E cosa possiamo fare come individui, coppie, collettività per immaginare una nuova arte del vivere? Per rispondere Zeldin propone un metodo, che ha nella curiosità e nella capacità di aprirsi al dialogo la sua ragion d’essere. L’indagine si presenta di volta in volta come un manuale di economia, un discorso sull’amore contemporaneo, un saggio di filosofia esistenziale, uno zibaldone di pensieri illuminanti. Perché per Zeldin tutta la vita è nelle idee e l’intelligenza sta nella costante esplorazione dei nostri limiti e delle nostre capacità. Ogni domanda e ogni risposta creano l’occasione per una riflessione e in questa possibile conversazione stanno, secondo lo studioso inglese, i semi della felicità: se sapremo dire cose mai dette forse saremo in grado di immaginare un futuro migliore.

Buon Natale!

Paolo Bonaccorsi

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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