2 dicembre 2015

A FUTURA MEMORIA: UNA VOCE DAL GIAMBELLINO


Più di un mese fa, sabato 24 ottobre, si è tenuto alle Stelline un convegno sul “civismo milanese”. Allora, all’ingresso, erano a disposizione del pubblico tre fogli di acuta analisi socio-politica e d’incoraggiamento a proseguire verso un civismo metropolitano nel solco di una tradizione di autosufficienza e autonomia locale. Purtroppo il documento non era firmato e lasciava quindi all’immaginazione del visitatore (piuttosto esterno ai circuiti politico-istituzionali) di decifrarne la firma: Arancioni? Partito degli Assessori (anche ex)? Nuova lista Civica? Ma no, ora che ci penso, è il Partito della Città, promosso con il suo libro dall’Assessore Franco D’Alfonso. Interventi raramente critici e autocritici e invece autocompiacimento e autoreferenzialità rispetto l’attuale Giunta. Qualcuno, in un eccesso di ottimismo autoconsolatorio, ha fatto balenare la possibilità che Milano (forte del successo Expo e per il suo PIL) si autogestisca finanziariamente con proprie autonomie locali, una specie di Lombardia alla catalana.

03capitaneo42FBIl sottoscritto, uomo del Giambellino, si è alzato a polemizzare per il disatteso slogan elettorale “portiamo al centro le periferie”. Le periferie non sono state per nulla poste al centro: lo denota la scarsa e talvolta nulla attenzione verso i Consigli di Zona e quindi i Cittadini che li frequentano. Il Sindaco avrebbe potuto visitare tutte le 9 Zone nell’arco di un anno, dedicando a esse un solo giorno al mese; invece mai stato in Consiglio di Zona 6. Nella memoria di Zona 6 c’era una richiesta in nome di tutti i Consiglieri (maggioranza e opposizione) per avere delle strisce pedonali con semaforo a chiamata in corrispondenza delle fermate bus sulla frequentatissima via Lorenteggio (presso la trafficatissima Esselunga).

Ebbene i Tecnici comunali (che quasi mai escono di persona) bocciarono la richiesta concedendo solo le strisce e non il semaforo a chiamata pedonale. Pensiamo a una zona di 160.000 abitanti (come la città di Parma) laddove le decisioni le prendono i Tecnici. Gli stessi Tecnici che in un’altra occasione tracciarono dei percorsi pedonali in via Inganni (in corrispondenza della aiola spartitraffico) per poi cancellare tutto in breve tempo perché i bus non potevano passare! Chi paga? Si domanda il Cittadino.

Nel pomeriggio dello stesso giorno in Sala Alessi del Municipio Centrale, si radunava il Polo (o Coordinamento) dei Comitati cittadini coordinato da Giuseppe Natale, dando voce alle diverse sigle che sciorinavano le inadempienze dell’Amministrazione Comunale, lamentando il non ascolto alle proprie critiche e proposte, talvolta snobbate e anche duramente avversate: un esempio per tutti i NO CANAL che alla fine, fortunatamente, la loro battaglia l’hanno vinta. È stato un esempio di esercizio della democrazia basato sulle tante professionalità dei Cittadini: bene documentati con mappe, capitolati e strumentazione video per spiegare luoghi e problemi. Questa iniziativa in Sala Alessi è stata fortemente voluta e sostenuta dal Movimento 5 Stelle: che siano loro i veri “civici”? Convinti della loro crescente forza ma purtroppo (a mio parere) non determinati a prendersi la Città, avendo scelto, con primarie poco partecipate, una persona sconosciuta al largo pubblico. Nei loro incontri si respira l’entusiasmo che fu dei Comitati Arancione e così, alcuni di noi reduci da quella esperienza, hanno ritrovato un luogo di speranza.

Giovedì 12 Novembre 2015, presso lo Spazio Open (Porta Romana) Majorino, interpellato da due giornalisti, ha presentato le sue idee come candidato alle Primarie del Centrosinistra per il Sindaco di Milano. Ha sottolineato due temi fondamentali: il bisogno di abitazioni e il bisogno di legalità. Ha rimarcato la sua disponibilità solo nel solco politico della continuità con l’attuale Giunta, nel rispetto delle ben definite aree politiche: da Rifondazione al Pd (destra esclusa). Non ha neanche trascurato il tema dell’efficienza della “Macchina Comunale” che pur con un organico di 15.000 dipendenti non soddisfa adeguatamente le necessità di una città dinamica e per questo esigente. Uno dei giornalisti ha infatti parlato della sua esperienza per avere la carta di identità di plastica non usurabile: attesa 2 mesi.

È chiaro che questa problematica dell’inefficienza burocratica comunale traspare drammaticamente dalle frustrazioni dei Consiglieri di Zona, attenti alle problematiche locali ma impossibilitati a confronti diretti e serrati con i Tecnici. Il Comitato Val Bavona (di cui facevo parte) ha lottato a lungo per avere le strisce blu sotto casa e c’è riuscito solo parzialmente. I Tecnici non si sono mai visti di persona; temo progettino e traccino tutto solo sulla carta, nel chiuso degli uffici. Mi sono spesso posto la domanda: ma perché non escono? Hanno bisogno dell’auto di servizio? Non possono usare ATM come la maggioranza di noi? Si aspettano delle indennità lavoro esterno?

Sarebbe bello avere un Sindaco che ci spiegasse queste cose! Forte della sua esperienza assessorile Majorino ci ha incoraggiati a pensare una Città dei Diritti, nella quale inclusione e solidarietà non sono solo pesi economici, ma i modi perché una moderna società civile cresca nella cultura e nella creatività artistica e imprenditoriale. Comunque tre punti sollevati e messi al centro da Majorino mi vedono fortemente interessato: legalità, case popolari e macchina comunale. Affrontate bene e avviate a soluzione queste tre istanze, Milano farebbe un bel passo avanti!

 

Miro Capitaneo

 



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