25 novembre 2015

L’EREDITÀ DI PISAPIA. “DICIAMOCELO”: MANCA UN TESTAMENTO


Gentili amici (1) che avete sottoscritto come me il documento “PRIMA LA POLITICA PER MILANO METROPOLITANA”, desidero farvi avere alcune considerazioni per avviare, se possibile, un confronto tra di noi, soprattutto considerando che quel documento ha sollevato, a mio modo di vedere, incomprensibili reazioni perché è stato letto nell’alveo dell’ormai stucchevole questione sull’eredità politica del sindaco uscente (rientrante forse, chissà) Giuliano Pisapia. Gli eredi si accapigliano come nelle migliori tradizioni famigliari, eppure il testatore – Giuliano Pisapia – non ha lasciato un testamento olografo e sembra molto restio a lasciarlo ma soprattutto non vuole assolutamente indicare un erede. Una situazione francamente imbarazzante: tutti eredi e nessun erede legittimo, dunque ognuno se ne appropria e lo legge a modo suo.

01editoriale41FBMa veniamo al documento e al suo contenuto. In pratica è una ristesura ampliata di uno precedente dal titolo “Manifesto del Civismo metropolitano” che aveva fatto la sua prima comparsa a seguito dell’incontro organizzato personalmente da Franco D’Alfonso alle Stelline del 24 ottobre scorso, come documento di discussione del gruppo dei “Civici”.

Il documento, a prescindere da alcune considerazioni generiche e un tantino agiografiche sulla Giunta uscente e la presa d’atto del successo di Expo 2015 e delle sue ricadute, riguarda strettamente il problema della Città Metropolitana, che viene indicato come problema cardine dell’attività della prossima Giunta e del suo sindaco, formulando due indicazioni: l’autonomia fiscale e l’autonomia decisionale per la Città Metropolitana. L’unica affermazione che esula dal tema è contenuta nelle ultime righe dove si chiede di rinnovare la fiducia alla squadra che sta per abbandonare il campo.

Il documento, ridiffuso anche il 23 ultimo scorso, è stato diffuso in un primo momento il 17 scorso e sottoscritto da 56 persone tra assessori comunali, consiglieri comunali, consiglieri regionali, professionisti, cittadini, docenti universitari che più trasversale di così si muore. A seguito di rumors è stato rilanciato successivamente senza firme: e-mail dal sen fuggita … . Credo in ogni caso che nessuno dei sottoscrittori si sia posto dei problemi perché il testo era talmente condivisibile, forse persino troppo, che la firma collettiva avrebbe benissimo potuto essere: “Il buon senso”.

Qualcuno ha ritirato la firma e i consiglieri comunali hanno rizzato il pelo con un loro documento (… noi sgobbiamo e voi ve ne andate per i fatti vostri …) e la vicesindaca Francesca Balzani ha addirittura bacchettato gli assessori firmatari e presenti alla serata del De Amicis, quando il documento è stato oggetto di discussione, rivendicando però il suo ruolo di tener unita la Giunta: niente fughe o ricreazioni.

La verità forse è un’altra. Consiglieri comunali e vicesindaca non entrano nel merito del documento: la loro questione era ed è l’appropriazione indebita dell’eredità pisapiana da parte di alcuni in particolare e dunque invece una questione di metodo.

Che dobbiamo dire? Se basta così poco per dividere ancora di più la coalizione uscente, già divisa sul nome di Sala, da oggi alle elezioni ne vedremo delle belle e non ci resteranno che gli occhi per piangere.

Invece, nella serata al De Amicis, del documento se n’è parlato poco o niente, mentre il dibattito ha preso una direzione meno adolescenziale: cosa fare da qui alle elezioni nell’attesa che si chiariscano alcune cose essenziali. In particolare: il Pd indicherà un suo candidato ufficiale? Uno solo? Due al massimo, visto lo Statuto del Pd? Tra questi ci sarà Majorino? Se Sala non dovesse accettare la candidatura ufficiale e si presentasse come autocandidato per scrollarsi di dosso un Pd troppo appiccicaticcio, magari con una lista sua, che farebbe il Pd? Se cadesse del tutto la candidatura Sala per autoesclusione, Sel tornerebbe sui suoi passi e così la sinistra del Pd? Quale candidato per il Pd se Sala si ritirasse?

Nell’attesa degli eventi, mentre la città assiste sempre più perplessa, giustamente la cosa da fare l’hanno indicata sia Stefano Boeri nella riunione al Teatro Parenti lunedì scorso, sia Pierfrancesco Maran e Cristina Tajani al De Amicis: prendiamo in mano il programma di Pisapia, guardiamo e giudichiamo quello che abbiamo fatto, guardiamo a quello che non siamo riusciti a fare e perché, decidiamo cosa pensiamo per il futuro e confrontiamoci con la città. Con un’annotazione di fondo condivisibile: il 2011 è irripetibile, la città e i cittadini sono cambiati (in meglio ma soprattutto diversi).

Se questo è il programma, nessuno penso potrà voltare le spalle e mettersi ad aspettare come se nulla fosse che compaia il cavaliere bianco (o forse in una delle undici sfumature di rosso) benedetto da Largo del Nazareno.

Dimenticavo: I civici o arancioni che faranno? un candidato di bandiera l’hanno?

Luca Beltrami Gadola

 

 

(1)

Riccardo Alberti, collaboratore del Sindaco metropolitano, Stefania Amato, Gabinetto del Sindaco, Piero Bassetti, presidente Global & Locus, Luca Beltrami Gadola, direttore di Arcipelago Milano, Daniela Benelli, assessore alla Casa, Demanio, Area metropolitana del Comune di Milano, Aldo Bonomi, sociologo, Maurizio Carrara, presidente Pio Albergo Trivulzio, Paolo Casarin, Pasquale Cioffi, manager, Natale Comotti, consigliere comunale di Milano, Alessia Corradini, esperta in marketing territoriale, Franco D’Alfonso, assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo e Servizi civici del Comune di Milano, Giacomo D’Alfonso, studente universitario, Ada Lucia De Cesaris, avvocato, Filippo DelCorno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, Andrea Fanzago, Vice presidente Consiglio Comunale di Milano, Fabrizia Gallicola, impiegata, Jacopo Gandin, Gabinetto del Sindaco,Emilio Genovesi, imprenditore, Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Mattia Granata, docente Università degli Studi di Milano, Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e coesione sociale,Polizia locale, Protezione civile, Volontariato del Comune di Milano, Elena Grandi, presidente Commisisone Verde, Ambiente, Demanio, Casa CdZ 1, Maria Grazia Guida, direttore Casa della Carità, Milano, Cristina Jucker, giornalista, Gad Lerner, giornalista, Antonella Loconsolo,vicepresidente CdZ 9 Milano, Paolo Lombardi, manager, Riccardo Lo Schiavo, business analyst Riello Group, Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità, Ambiente, metropolitane,Acqua pubblica, Energia,Alberto Martinelli, preside emerito di Scienze Politiche Università degli Studi di Milano, Sergio Meazzi, vicepresidente commissione Sport e Pari opportunità CdZ 6Milano, Giuseppe Merlo, manager e civico, Gabriele Nissim, presidente Gariwo, Franco Origoni, architetto, Fulvio Palmieri, Presidente Ricerche Italia, Federico Parea,Segreteria nazionale PSI, Stefano Pareglio, docente universitario, CdA A2A, Silvana Pasini, Vice Presidente Fondazione Scuole Civiche Milano, Dorina Perego, insegnante in quiscenza,Maurizio Pezzotti, già assessore Comune di Gaggiano, Luciano Pilotti, docente universitario,presidente Arexpo, Fabio Pizzul, Consigliere Regione Lombardia, Lia Quartapelle, deputato,Patrizia Quartieri, consigliere comunale di Milano e consigliera delegata città metropolitana,Maria Grazia Riva, presidente laurea specialistica di pedagogia Università Milano Bicocca, Ennio Rota, medico, Vincenzo Sabatino, coordinamento ALMED Università Cattolica del Sacro Cuore di  Milano, Sara Cristina Scarpino, esperto fiscale, Anna Scavuzzo, consigliere comunale di Milano e consigliere metropolitano delegata ad Ambiente, Agricoltura, Parchi di interesse metropolitano e Politiche giovanili, Elisabetta Strada, capogruppo Lista Milano civica x Università e ricerca del Comune di Milano, Ermanno Tritto, coordinatore segreteria Assessore Casa, Demanio, Area metropolitana del Comune di Milano, Sergio Vicario, imprenditore

 

 



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