17 novembre 2015

libri – ECCENTRICI


GEMINELLO ALVI

ECCENTRICI

Adelphi, Milano 2015

pp.184, euro 13

 

libri40FBUn nuovo acrobatico saggio della spericolata narrativa di Geminello Alvi, economista, polemista, collaboratore di Paolo Baffi e autore, tra gli altri, de “Il secolo americano” del 1996, della “Repubblica fondata sulla rendita” del 2006, del “Il Capitalismo .Verso l’ideale cinese” del 2011 e, da ultimo, de “La confederazione italiana. Diario di vita tripartita“, del 2013.

Quarantadue istantanee biografiche, di non più di quattro pagine cadauna, dedicate ai personaggi più disparati , prescelti con criteri imperscrutabili, noti esclusivamente all’autore: occhialuti alchimisti, rovinati dall’assenzio, lottatori che combattono contro le tigri a pugni nudi e si convertono all’ascetismo per soggiogare ben altre belve, temerari aereonauti che atterrano sul tetto dei grandi magazzini di Parigi, generali cosacchi, devoti al buddismo, digiunatrici poliglotte, trasvolatori infelici, inventori di cannoni eterici, pittori monocromi devoti a santa Rita …. .

A zonzo nel XIX e XX secolo. in compagnia Cary Grant, di Lovecraft, di Salgari e di Collodi, di Panchio Villa e Buster Keaton, di Geronimo e Yves Klein, di Giovanni Gerbi e Therese Neumann, di Silla Del Sole e Greta Garbo, di Pellegrino Artusi e Amedio Bordiga e tanti altri ancora, tutti accomunati dall’essere stravaganti e folli e soprattutto uomini e donne che fremono per l’ansia di inseguire la vita e perdersi in essa, mostrandone l’infinita potenza.

Ciò che rende particolarmente godibile il volumetto di Alvi è il fatto che tanto più appare bizzarra la biografia evento di cui discorre, altrettanto disinvolta è la sua prosa.

Stupendo, al riguardo è il caso di Therese Neumann che dal 1918 al 1962, anno della sua morte, visse praticamente in totale digiuno, sconcertando intere generazioni di fisiologi, sacerdoti, psichiatri e persino le autorità naziste, che, osserva divertito Alvi, per ripicca le tolsero durante la guerra la tessera annonaria. A rendere il caso ancor più conturbante vi erano prolungate astensioni anche dall’acqua, l’apertura improvvisa di stimmati sanguinanti e ricorrenti estasi nel corso delle quali alla Neumann capitava di parlare in aramaico.

Folgorante il ritratto di Amedeo Bordiga che fondò il 21 gennaio del 1921 il Partito Comunista Italiano e che nel corso della Rivoluzione studentesca avvenuta quarantasette anni più tardi ebbe a scrivere, poco prima della sua morte: “propugnare in questo putrescente 1968 l’autonomia di un movimento studentesco non è che una prova ulteriore di quanto affondi nelle sabbie mobili del tradimento e della bestemmia il falso comunismo dei successori di Stalin”.

Incredibilmente romanzesca è la figura del barone Von Ungern, generale delle armate cosacche schierate con i zaristi nella guerra civile russa, e che sognava una grande Mongolia dal Lago Baikal al Tibet e dalla Manciuria al Sinkiang.

Quando una congiura dei suoi ufficiali lo consegnò nel 1921 ai bolscevichi, il barone dichiarò che la sua avventura antirivoluzionaria era legata al fatto della creazione di un Ordine militare buddista “per combattere la depravazione rivoluzionaria. Esso prevedeva un uso illimitato di oppio, e la rinuncia al superfluo, secondo le regole del buddismo della fede gialla”. Venne fucilato a 35 anni, I Mongoli videro in lui la reincarnazione di Gengis Khan. Un libro americano sui vampiri lo nomina impropriamente tra i bevitori di sangue.

 

Paolo Bonaccorsi

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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