4 novembre 2015

sipario – GALA DES ÉTOILES AL TEATRO ALLA SCALA


GALA DES ÉTOILES AL TEATRO ALLA SCALA

Come cerimonia di chiusura dell’Expo 2015 il sovrintendente del Teatro alla Scala ha scelto un gala di danza con importanti ‘stelle’ (étoiles e primi ballerini) provenienti da alcuni dei più grandi teatri europei, oltre che alcuni danzatori ‘di casa’. La prima del 30 ottobre è andata in onda su Rai 5, trasmessa da lì sui circuiti cinematografici convenzionati in mondo visione.

sipario38FBIl programma della serata è stato calibrato e interessante, dal repertorio del Don Chisciotte e del Corsaro di Marius Petipa e della Morte del cigno di Michail Fokin, al repertorio neoclassico con L’Histoire de Manon e Romeo e Giulietta di sir Kenneth MacMillan e con La Rose malade e Carmen di Roland Petit, fino al Novecento più recente, che nonostante l’uso della scarpa da punta non tradisce la sua intenzione introspettiva più contemporanea o l’esasperazione della tecnica, e per giunta fino alla danza elettronica del XXI secolo.

Gli interpreti hanno presentato «ciascuno il suo», cioè si sono esibiti nei rispettivi cavalli di battaglia. Essendo molti danzatori ospiti, sul palco del Teatro alla Scala di Milano sono arrivati estratti di repertori, cui il pubblico milanese non è abituato. Gli ospiti sono stati Lucia Lacarra e Marlon Dino, Erste Solisten (étoiles) della Bayerische Staatsoper, Maria Eichwald, Erste Solistin (étoile) internazionale, precedentemente allo Stuttgarter Ballet, Polina Semionova, principal all’American Ballet Theatre di New York, Alina Somova, étoile del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Leonid Sarafanov, étoile del Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo, Ivan Vasil’ev, étoile al Michajlovskij e principal all’ABT di New York, Marija Vinogradova, prima ballerina del Teatro Bol’šoj di Mosca, e Melissa Hamilton, first soloist (prima ballerina) del Royal Opera House di Londra. I padroni di casa Scala sono stati Massimo Murru (étoile), Svetlana Zacharova (étoile anche del Bol’šoj), Roberto Bolle (étoile e anche principal all’ABT), Nicoletta Manni, Claudio Coviello e Mick Zeni (primi ballerini).

Lucia Lacarra e Marlon Dino si sono esibiti, quasi come un corpo solo, in Three Preludes di Ben Stevenson su musica di Sergej Rachmaninov eseguita al pianoforte da Roberto Cominati e in Light Rain (pas de deux) di Gerald Arpino. Un repertorio del Novecento, dove la tecnica è portata all’esasperazione della ginnicità per mostrare attraverso la tensione muscolare la tensione della mente, con i suoi problemi e le sue insicurezze (Three Preludes) oppure per mostrare l’elemento del carattere orientale (Light Rain) sui sistri e corde persiani che ricordano le fiabe delle Mille e una notte. Lacarra è una danzatrice che riesce a portare all’estremo la tecnica senza oltrepassarla, ma mantenendo le quadrature e le regole esprime al massimo la pulizia e l’eleganza classica pur nella morbidezza delle coreografie contemporanee.

Una ballerina drammatica (cioè per ruoli narrativi) eccezionale è Maria Eichwald, che con entrambi i suoi partner, Mick Zeni per La Rose malade di Roland Petit e Massimo Murru per Romeo e Giulietta di MacMillan, ha mostrato tutta la solidità delle sua tecnica e tutta la grazia di un’espressività reale e convincente. Struggente il pas de deux di Petit in cui le braccia davano realmente l’impressione della rosa che sfiorisce petalo dopo petalo, le nozze del cielo e dell’inferno; Mick Zeni è un partner affidabile, molto addentro alla narrazione, tecnico ed espressivo. In Romeo e Giulietta, nel pas de deux del balcone, Murru e Eichwald sono stati intensissimi e convincenti al punto, che senza scenografia, era possibile ‘vedere’ le scale, il balcone e il cortile; Massimo Murru è un danzatore molto attento alla propria partner, di grande eleganza e sentire sulla scena. Tecnica eccellente, mascherata quasi dal coinvolgimento emotivo dell’incontro segreto dei due amanti, e padronanza del palco: veri momenti di bellezza e arte autentica con Mick Zeni, Massimo Murru e Maria Eichwald.

Interessante il pas de deux da Spartacus, che non ha più fatto apparizione sul palco della Scala dopo la stagione 1969/70. Marija Vinogradova è stata una Phrygia molto sofferente, ma allo stesso tempo dignitosa, dalle grandi doti fisiche, adatte per la coreografia di Jurij N. Grigorovič. Dal virtuosismo controllato ed elegante è stato Leonid Sarafanov sia nel Grand pas classique sia nel Corsaro; molto belli gli equilibri in punta di Alina Somova nell’adagio di Grand pas classique. Infine, bilanciato e ben disegnato da Stefania Ballone il galop finale di commiato dalla Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli con tutti gli artisti della serata.

Domenico G. Muscianisi

 

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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