4 novembre 2015

musica – QUANDO LA MUSICA RACCONTA STORIE


QUANDO LA MUSICA RACCONTA STORIE

Sabato scorso, all’Istituto dei Ciechi di Milano, c’è stato un evento un po’ speciale, tanto da indurmi ad offrire questo spazio alla sua organizzatrice – la violoncellista, musicologa e docente Paola Conte – che ringrazio e che ammiro per la passione che lascia trapelare dalle sue parole. (P.V.)

BookCity 2015. Ma che musica stasera! Concerto multi sensoriale per bambini 6/12 anni a cura di Ilaria Pastore, insegnante Aigam (1), con la partecipazione degli insegnanti Aigam di Milano. Forse non tutti sanno che la musica racconta storie a bambini piccoli e anche piccolissimi, sono storie senza parole che però dicono molto, parlano di emozioni, di pensieri e respiri che attraversano le persone muovendo i loro corpi e i loro sentire.

musica38FBIn Italia da quindici anni l’AIGAM, Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale, racconta storie di questo genere a bambini da 0 anni in poi. Gli insegnanti, tutti musicisti, sono formati secondo la Music Learning Theory (MLT), teoria fondata dal professor Gordon musicista e psicologo americano che per quasi cinquanta anni ha studiato il modo in cui apprendiamo la musica fin da bambini.

Gli insegnanti Aigam, a volte, si riuniscono e a più voci cantano e suonano per bambini e genitori: sono concerti tenuti secondo un format ideato da Andrea Apostoli, primo studioso italiano della MLT e fondatore dell’associazione AIGAM.

Bambini e genitori vengono accolti in sale vuote, dove al centro c’è solo un grande tappeto per accomodarsi, i musicisti tutti intorno cantano e suonano brani tratti da generi musicali diversi, non si applaude alla fine di ogni brano, ma solo alla fine del concerto, i bambini sono liberi di muoversi e partecipare con la voce e con il corpo, i genitori vengono invitati a godersi il concerto tralasciando ogni convenzione. Si crea un’atmosfera, dove tutto diventa musica, la sala si riempie di suoni, il pubblico partecipa attivamente e i musicisti instaurano un dialogo sonoro con i bambini.

Ho organizzato e assistito sabato 24 ottobre presso la sala Stoppani dell’Istituto dei Ciechi a uno di questi concerti per bambini, in particolare si trattava di un concerto per bambini da 6 a 12 anni e il gioco musicale proposto era un percorso attraverso i cinque sensi: la musica evoca immagini, profumi, gusti, si può sentire e toccare. Gli insegnanti, tutti ottimi musicisti, hanno condotto i bambini attraverso l’ascolto di brani di musica popolare, classica e jazz, con grande capacità e ricchezza musicale. Poche parole e tanta musica vocale e strumentale: le voci s’intrecciavano in linee melodiche che rendevano interessanti anche dei semplici canti, le percussioni guidavano il ritmo interno di bambini e genitori portandoli ad ascoltare e a partecipare con tutto il corpo, il pianoforte improvvisava con grande divertimento e fantasia accompagnato dal contrabbasso e nel mezzo del concerto uno stacco di pura percezione interiore, il Preludio n. 20 op. 28 di F. Chopin, ascoltato a occhi chiusi in un’atmosfera da vera sala da concerto.

Offrire l’arte ai bambini significa educarli alla bellezza. I bambini sanno ascoltare i suoni e più i suoni sono organizzati più l’ascolto dei piccoli si fa attento e diventa impegno e movimento di tutto il corpo o anche solo di una piccola parte del loro essere. Gli occhi spalancati davanti a un brano complesso ci raccontano quanto in quel momento il loro cervello si stia organizzando per comprendere questo nuovo linguaggio, i tentativi di imitazione vocale ci indicano la ricerca curiosa del loro primo strumento musicale, la voce cantata, per poter parlare musica e dialogare con chi gli sta raccontando una trama sonora senza parole.

L’insegnante canta e racconta le storie di musiche facili, complesse, con ritmi inusuali e intervalli particolari, musiche interessanti, a volte bizzarre, severe, lente o giocose e frizzanti. Poi, dopo ogni brano, il silenzio. Risuonano nell’aria, nel movimento e nel corpo alcuni di quei suoni che non sono più presenti. Il silenzio dopo la musica lascia spazio alla prima organizzazione del pensiero musicale. La musica proposta fin da piccolissimi educherà all’ascolto e al dialogo, diverrà una lingua conosciuta e praticata, un’occasione unica per raccontare se stessi.

Paola Conte

(1) In ogni regione italiana, così come in alcune città all’estero, ci sono insegnanti Aigam che, nei loro corsi di Musicainfasce®, Sviluppomusicalità® e Alfabeto della Musica® insegnano a bambini e ragazzi il linguaggio musicale. Per informazioni su corsi e concerti Aigam consultare il sito www.aigam.it o la nostra pagina Facebook, Aigam Apprendimento Musicale.

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



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