28 ottobre 2015

LA VIRTÙ CIVILE SI PROMUOVE RICORDANDONE GLI EROI


È sempre più difficile non essere d’accordo con Orazio quando diceva che senza i costumi, e dunque le buone abitudini – le virtù, se volete – il dettato anche della miglior legge risulta insufficiente e viene vanificato dall’indifferenza, quando non dal tentativo di aggirarlo o, peggio, di contrastarlo con comportamenti criminali.

07botteri37FBÈ sempre più chiaro che lo Stato di diritto, il grande azzardo nel quale da più di duecento anni l’Occidente ha creduto, ha sempre più bisogno del sostegno dei singoli, della volontà di ciascuno di vivere i valori che siamo abituati a riassumere nella parola «democrazia», e tra i quali la legalità è uno di quelli fondamentali perché garantisce l’uguaglianza e l’equa partecipazione di tutti alla costruzione del sistema. Le virtù civili, piccole o grandi che siano, sono le sentinelle che vigilano che le leggi siano buone e che quelle buone siano rispettate attorno a noi; le cartine di tornasole che verificano lo stato di una comunità.

Così non è superfluo ricordare che pure tra noi c’è stato chi ha portato alle estreme conseguenze valori civili per sfidarne e combatterne altri di segno opposto e ben organizzati: quelli delle mafie, per esempio. Un gruppo di cittadini milanesi ormai da sette anni si impegna a proporre al ricordo dei suoi concittadini esempi di esemplarità pubblica di italiani che hanno vissuto in modo eroico i valori nei quali la comunità nazionale dice di volersi riconoscere. L’ha fatto con il suo stile, individuando le persone che per ragioni diverse – Giorgio Ambrosoli, Guido Galli, Libero Grassi, Carlo Alberto dalla Chiesa con Manuela Setti Carraro e Domenico Russo, don Pino Pugliesi -, promuovendo una lezione magistrale all’Università Bocconi e un concerto al teatro Dal Verme.

Poi il gruppo è poi diventato associazione, l’Associazione civile Giorgio Ambrosoli, e ha ampliato la sua proposta. Perché se la legalità è una “cosa da grandi”, se la lezione universitaria serve per capire, e la musica per sottolineare con la sua bellezza la grandezza delle persone che vengono ricordate, gli adulti hanno anche il dovere di trasmettere alle nuove generazioni quanto deve tenere insieme una comunità.

Così, ormai da cinque anni, l’Associazione civile Giorgio Ambrosoli ha proposto un concorso a premi per gli alunni di alcune classi di scuole primarie e secondarie milanesi, che accettano di inserire all’interno del programma scolastico una riflessione sulla figura del personaggio che quell’anno viene ricordato, sui valori che ne hanno uniformato l’azione, fino ad arrivare alla rielaborazione individuale o di gruppo di un elaborato, una drammatizzazione, una fotografia, un gioco, un oggetto, un cartellone, un’intervista ecc.. Spesso è un percorso che continua e non rimane una iniziativa isolata; spesso è l’occasione per un lavoro interdisciplinare degli insegnanti; spesso è anche una possibilità perché un tema da adulti venga ricordato ai “grandi” proprio dai figli.

Quest’anno verrà ricordato Peppino Impastato, il giovane giornalista e poeta siciliano che fece del «coraggio della verità» la sua lotta contro la mafia. Chi ha visto il film di Marco Tullio Giordana, I cento passi, ricorda quanto la mafia fosse vicina a Peppino: il padre, lo zio erano mafiosi, e solo 100 passi dividevano la casa Impastato da quella del boss Gaetano Badalamenti. Potevano essere uno, due, tre, quattro, cinque, dieci … cento o più passi ma la mafia era di casa a Cinisi. E Peppino nasce (1948) e muore (1978) a Cinisi, vive là il breve percorso della sua vita, a Cinisi fonda la sua radio libera Radio aut, svela le trame mafiose e sbeffeggia quel potere. Pesce piccolissimo, che venne mangiato in un sol boccone. Peppino lo sapeva, ma andò avanti ugualmente fino a volersi presentare alle elezioni amministrative. Era troppo. Ritrovarono il suo corpo dilaniato sui binari ferroviari il 9 maggio, ma la notizia ebbe sui media un posto molto secondario perché coincise con il ritrovamento del corpo di Aldo Moro nella Renault rossa in via Caetani.

E allora ricordare Peppino Impastato e farlo ricordare diventa un dovere con un esponente più elevato.

 

Inge Botteri

 

Mercoledì 28 ottobre, alle 10, al teatro Dal Verme verranno premiati i lavori migliori delle classi di scuole primarie e secondarie: i disegni per le elementari; gli elaborati, scritti o sonori, e gli oggetti costruiti per dar visibilità ad un percorso di riflessione per le classi medie; gli «scatti di legalità» impressi nel rullino fotografico per le superiori. Disegni, fotografie e manufatti rimarranno esposti per tutto il giorno.

All’Università Bocconi, nel pomeriggio all’Università Bocconi nell’Aula Magna, alle 15, ci sarà un dibattito con Raffaele Cantone e Umberto Ambrosoli, entrambi impegnati su fronti diversi nel contrasto verso l’illegalità.

Farà seguito l’assegnazione della quinta borsa di studio triennale intitolata alla «Associazione civile Giorgio Ambrosoli».

Alla sera, alle 19,30, al Teatro Dal Verme si terrà un concerto con l’orchestra de I Pomeriggi Musicali con musiche di Ravel e Haydn, preceduto da una tavola rotonda con Giovanni Impastato, il fratello minore di Peppino, Salvatore Natoli, Umberto Ambrosoli e Ferruccio de Bortoli.

 

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