23 settembre 2015

libri – IL CAPPELLO DI VERMEER


TIMOTHY BROOK

IL CAPPELLO DI VERMEER

Einaudi – Torino 2015

pp. 212, € 30,00

 

libri32FBTimothy Brook, uno dei maggiori sinologi viventi, docente alla University of British Columbia di Vancouver e professore onorario alla Normal University di Shanghai, ci regala questo affascinante volume contenente otto mirabolanti storie dove si narra di altrettanti viaggi intorno al mondo ispirati da sette quadri (cinque di Vermeer, uno di Hendrik van der Burch e uno di Leonaert Bramer) e da un piatto di ceramica del museo di Delft.

Queste opere d’arte raccontano, nella ricostruzione di Brook, i viaggi avventurosi che misero in contatto l’Olanda del Seicento e il resto del mondo, mostrandoci l’entità degli scambi culturali e commerciali tra Oriente e Occidente che segnano l’inizio dell’epoca globale moderna che si protrae fino a oggi.

L’abilità dell’autore è quella di partire da un dettaglio o da un oggetto raffigurato in quei capolavori per allargare lo sguardo sul mondo del XVII Secolo, cogliendo lo spunto per farci conoscere o ricordarci le coincidenze o le casualità che sono alla base di svolte nel gusto e nel commercio ancora vive oggi nel nuovo millennio. Così, ad esempio, la ciotola con della frutta rovesciata su un tappeto turco raffigurata in uno dei capolavori di Vermeer, ci trasporta lungo le rotte commerciali della preziosa e ambita porcellana bianca e blu prodotta nell’impero cinese dei Ming.

Mentre il sontuoso cappello del galante ufficiale dell’altra, non meno celebrata, opera del maestro di Delft, ci conduce nelle foreste e sulle rive dei lagni del Canada dove gli esploratori europei ottenevano dai nativi americani, pelli di castoro in cambio di armi. Quelle pelli finanziavano i viaggi per mare che cercavano nuove rotte per la Cina. E proprio in Cina, con l’argento estratto in Perù, gli europei compravano quelle stupende porcellane che imbandivano le più raffinate tavole del nostro continente.

Al centro di questo mosaico commerciale, osserva l’Autore, si poneva Amsterdam, che, come scrisse Cartesio, era “un inventario del possibile”. Questo libro illustra in maniera esemplare, la ricchezza e le implicazioni di tale inventario, dimostrando come un mercato dove siano disponibili “tutte le merci e le cose curiose desiderabili” abbia ridisegnato il mondo moderno fino a prefigurarne, con quattro secoli di anticipo, quello attuale.

Particolarmente accattivante è la ricostruzione di come il tabacco dal 1492 al 1600 si sia diffuso dalle Americhe all’Europa e da quest’ultima alla Cina con una singolare mutazione delle sue caratteristiche percepite: da sostanza utilizzata per trascendere il mondo naturale e comunicare con gli spiriti a momento obbligato sul piano sociale e culturale per favorire la formazione di comunità e di gruppi coesi verso obiettivi comuni come i fedeli di una chiesa tanto che nel 1643 il Papa proibì di fumare nelle chiese a causa del disgustoso odore del fumo e del fatto che i fedeli erano costretti a calpestare la gran quantità di cenere sparsa nel pavimento …. .

Non meno attraente è la ricostruzione della via dell’argento. Dalle Americhe attraverso Panama fino a Cadice e al porto di Siviglia, centro del commercio mondiale di questo metallo, per poi essere rapidamente trasferito a Londra e ad Amsterdam dove non stazionava a lungo perché ripartiva quasi subito per la sua destinazione finale: la Cina, che i mercanti europei chiamavano “la tomba del denaro europeo”.

Una lettura, dunque, che conquista in ogni pagina, come quelle dedicate al contrasto feroce tra Gesuiti e Domenicani, nel Celeste Impero o quelle dove si chiarisce l’origine della parola “mandarino” che non è cinese, come tutti pensano, ma proviene dal sanscrito adattato dai mercanti portoghesi agli alti funzionari imperiali.

Paolo Bonaccorsi

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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