16 settembre 2015

LA M4, I COMITATI E LA STRATEGIA PER FARSI ASCOLTARE


In qualità di residente nonché membro del comitato Foppa Dezza Solari (FDS) ho letto con interesse l’articolo di Emanuele Breveglieri “M4 e lotta di classe” pubblicato su queste colonne l’8 settembre unitamente alle tre tabelle di comparazione relative ai risultati conseguiti dai tre comitati Foppa Dezza Solari, Argonne Susa, #573 Alberi.

06chiaramonti31FBBreveglieri evidenzia i risultati ottenuti da FDS a mio avviso ascrivibili fondamentalmente ai seguenti fattori: tempestività d’azione, avendo dato credito da subito, un anno fa, alle prime voci che davano ormai per certo, anche se non imminente, l’avvio dei lavori della linea M4; presa d’atto che i tavoli con l’Amministrazione, subito da noi avviati, non avrebbero da soli ottenuto un risultato apprezzabile; forte sensibilizzazione del territorio tramite raccolta firme e un evento d’informazione organizzato al parco Solari unitamente ad altre associazioni della zona; decisione del comitato di sostenere l’azione dei residenti anche con un ricorso legale, depositato al TAR l’ultimo giorno utile prima che scadessero i 60 giorni dalla pubblicazione della delibera CIPE sulla Gazzetta Ufficiale; decisione di continuare comunque in parallelo il confronto con l’Amministrazione formulando una nostra proposta di cantierizzazione elaborata da un tecnico del settore già in data 31 dicembre 2014, come noto anche al direttore di Arcipelago Milano che partecipò alla nostra conferenza stampa.

L’insieme di queste azioni ha portato dei risultati positivi anche a livello cittadino, in quanto abbiamo indotto l’Amministrazione a considerare che:

– le famose 800.000 tonnellate di terra che si sarebbero dovute estrarre alla stazione del parco Solari e poi trasportare mediante 55.000 viaggi su camion lungo la direttrice Foppa Lorenteggio avrebbero potuto, in alternativa, con indubbi vantaggi ambientali, essere allontanate tramite galleria su nastri trasportatori fino al cantiere di partenza della tratta Ovest cioè la Stazione di San Cristoforo.

– il contemporaneo calaggio di due talpe in Solari anziché una, come previsto per tutte le altre tratte della M4, avrebbe comportato il risparmio dei tempi di cantierizzazione di circa un anno consentendo di scavare in parallelo le due gallerie direzione Solari – Tricolore

Breveglieri fa notare che questi due risultati, conseguiti da FDS, hanno favorito la tratta Ovest (Solari – San Cristoforo) a scapito della tratta Est (Tricolore – Forlanini) in quanto il calaggio delle due talpe è stato spostato, per decisone dell’Amministrazione, a Tricolore mentre a Solari avverrà solo la loro estrazione. Ora sarebbe Tricolore ad avere il problema della terra.

Ma da quanto risulta guardando le planimetrie ufficiali relative alla cantierizzazione della Stazione Tricolore pubblicate fino ad oggi sul sito ufficiale di M4, non appare alcuno spazio dedicato allo stoccaggio della terra di scavo (smarino), come al contrario era molto evidente nel caso di Solari dove addirittura un terzo di via Dezza sarebbe stata destinata alla costruzione di una fossa sormontata da un grande capannone per contenere lo smarino scavato dalle talpe. Nulla di analogo si vede sulle planimetrie di Tricolore.

Certamente è assolutamente condivisibile la tesi di Breveglieri quando afferma che il trasporto in galleria deve essere fatto con destinazione più remota possibile dall’abitato urbano. È questa una richiesta che va sostenuta con determinazione.

Al contrario mi sembra gratuito affermare che l’utilizzo di due talpe al posto di una ridurrà i tempi da 22 a 11 ma comporterà anche un notevole aggravio di costi che, per non impattare sul costo finale dell’opera, saranno compensati mediante presunti risparmi su altre voci di spesa come la sicurezza nei cantieri o la qualità dei materiali. Infatti la proposta presentata dal tecnico del comitato FDS non evidenziò nessun aggravio di costi in caso di raddoppio delle talpe per lo scavo in direzione Solari – Tricolore e al momento non ho informazioni che mi inducano a ritenere che la stessa tratta, scavata in direzione inversa Tricolore – Solari possa essere più costosa.

Il confronto che abbiamo avuto e abbiamo tuttora in corso con l’Amministrazione, ci ha insegnato alcune cose che provo a sintetizzare utilizzando parole chiavi.

Ambiente e sua tutela, tema che le Pubbliche Amministrazioni (PA) cercano di adombrare, evidenziando che in nome dello sviluppo e del progresso i cittadini debbono essere disposti a sopportare disagi temporanei. Affermazione logica ma è necessario che i cittadini vigilino e manifestino le loro ragioni a oltranza, con tutti i mezzi legali, proponendo le possibili alternative migliorative per l’ambiente.

Asimmetria informativa, la legislazione italiana volutamente non consente ai cittadini di essere preventivamente informati sulle scelte politiche riguardanti le grandi opere innescando così il proliferare dei comitati e dei contenziosi che bloccano il Bel Paese e intasano i tribunali.

Ecco perciò la necessità di costituire comitati i cui esponenti si devono trasformare in piccoli investigatori sobbarcandosi l’onere della ricerca delle fonti informative necessarie a ricostruire e valutare la correttezza degli iter decisionali attuati delle PA negli anni o per meglio dire nei decenni passati.

Comunicazione necessaria per accendere l’attenzione, informare le persone, aggregare tutti gli interessati, anche allo scopo di raccogliere fondi per un’azione legale, spesso indispensabile per supportare legittime richieste. Penso inoltre che l’accento posto repentinamente sul problema del parco Solari, abbia contribuito a determinare la nascita di altri comitati.

Delibere CIPE, fondamentale strumento di programmazione economica dal quale deve partire ogni valutazione e azione tenendo ben presente che il legislatore concede solo 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per obiettare tramite ricorso alla magistratura amministrativa.

Pubblico dibattito, strumento legislativo che, come accade da venti anni in Francia, vede da subito il coinvolgimento dei cittadini con i quali le PA si confrontano prima di intraprendere costosi investimenti sotto l’aspetto economico, ambientale e sociale. In Italia sono stati depositati due disegni di legge in proposito, il primo ormai decaduto con la legislatura che l’ha visto promuovere, mentre il secondo langue in Parlamento.

Sedime di notevole interesse pubblico, aree verdi del Parco Solari e della via Dezza, che in forza di apposita delibera comunale recepita anche a livello regionale “avrebbero” dovuto essere tutelate e preservate da abbattimenti indiscriminati. Come noto pari tutela “avrebbe” dovuto essere riservata anche alle aree verdi di piazzale Dateo, Corso Plebisciti, piazzale Susa e viale Argonne.

TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) la nostra ancora di salvezza. L’unico serio strumento a cui possono fare ricorso i cittadini per far valere le proprie ragioni nei confronti della PA. A tal proposito proprio ieri 12 settembre la stampa riportava una sentenza del Tar del Lazio sotto il titolo “Le proteste giustificano il blocco dell’opera – Per i giudici le manifestazioni legittimano la marcia indietro dei Comuni “. Si tratta forse, finalmente, di una chiara indicazione della necessità di verificare a monte il consenso a livello di progetto preliminare?

VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) norma raccomandata dalla UE anche per la realizzazione di metropolitane, ma spesso disattesa in Italia a livello delle PA competenti, le Regioni. Tale procedura “imporrebbe” all’impresa aggiudicatrice di proporre più di una soluzione esecutiva a favore della tutela ambientale.

Un’ultima riflessione a margine dell’immagine retorica utilizzata da Breveglieri che induce il lettore a simpatizzare per i comitati “proletari” di periferia contro quelli “nobili” del centro con una logica classista, forse un po’ datata, tendente a dividere anziché unire per il raggiungimento di un obiettivo comune. Nel comitato FDS non abbiamo nessun professionista più o meno famoso, e per una precisa volontà non siamo vicini ad alcun politico, o amici di politici, per ritenerci completamente liberi di continuare nella nostra azione civica a prescindere dal colore delle Giunte che governeranno Milano nei prossimi sette anni, tempo stimato per il termine dei lavori di realizzazione della M4.

 

Paolo Chiaramonti

 



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