9 settembre 2015

M4 E LOTTA DI CLASSE


Sicuramente uno dei pregi di questa amministrazione e in particolare dell’assessore Maran, è stato quello di riproporre il tema della “lotta di classe” all’attenzione della cittadinanza. “Pier“, come affettuosamente viene chiamato nei circoli della “Milano che conta“, ha capito subito che aria tirava in città e ha scelto: piuttosto che i “proletari” delle periferie, meglio i “nobili” del centro e per sancire questo “patto di ferro” con i salotti bene quale miglior occasione che una serie di “attenzioni” in occasione degli scavi per la M4? Gustiamoci, signore e signori, questa ennesima storia italiana e traiamone un insegnamento per il futuro…

07breveglieri30FBSiamo a ottobre del 2014, quando, a fatica, cominciano a trapelare le prime notizie sulla M4: sino ad allora solo qualche vago articolo sui quotidiani milanesi, ma, con l’avanzare dell’autunno, filtrano le prime mappe delle cantierizzazioni e, ai cittadini più sensibili, gli si rizzano i capelli in testa: le aree interessate si trasformeranno in zone di guerra: abbattimenti di alberi, chiusura di vie, devastazione del paesaggio urbano. I più rapidi a rispondere a queste sollecitazioni sono i cittadini di Dezza – Foppa – Solari, che si organizzano in un battagliero Comitato: abitano in una zona di pregio, alloggiano in immobili di valore, sono quasi tutti professionisti affermati, hanno buoni agganci in politica e nell’avvocatura, certo non gliene si può fare una colpa se sanno come gira la vita.

Prendono quindi contatto con l’assessorato, chiedono modifiche e presentano un progetto alternativo, meno impattante sull’ambiente e attento alle esigenze della cittadinanza, Maran & Soci (le Imprese), manco se li filano; si, li invitano al solito “tavolo partecipato” in assessorato, li “condiscono via” con due manfrine e tanti saluti. Capendo l’andazzo, in men che non si dica il Comitato DFP (Dezza – Foppa – Solari) organizza un bel ricorso al TAR per il quale vengono raccolgono 20.000 euro in meno di 10 giorni e che, in assenza di risposte da parte dell’Amministrazione, viene depositato il 19 settembre 2014… Intanto in Lorenteggio e in Argonne qualche coscienza comincia a svegliarsi, senza sapere, però, che i giochi sono fatti: a norma di Legge non sono più possibili ricorsi, ne blocchi, ne nulla e quello che lo sa meglio di tutti è proprio Maran e su questo giocherà, davvero in maniera opaca, la sua partita con i Comitati, le Associazioni e i Gruppi che prenderanno vita da qui in avanti.

A gennaio del 2015 tutto viale Argonne viene recintato e inibito alla popolazione, poi, per quattro mesi il nulla: cresceranno le erbacce, il degrado avanzerà, ma non ci sarà l’ombra di uno scavo. I cittadini nel frattempo cominciano a organizzarsi, a informarsi (il Comune e le imprese si guardano bene dal farlo, a parte qualche patetico incontro a senso unico, pura propaganda, in cui si magnificano i vantaggi della nuova metro e si minimizzano i devastanti impatti ambientali e sociali). A marzo si abbattono gli alberi di piazzale Frattini e anche Lorenteggio si muove. Si sollecitano incontri con l’assessorato e, ovviamente, si comincia a capire che è già stato tutto deciso, per cui partono campagne per la sensibilizzazione dei cittadini delle zone interessate, raccolte firme, proposte operative per ridurre l’impatto delle opere sulla vita quotidiana di migliaia di persone.

Ho vissuto personalmente queste vicende: sono stato tra coloro che hanno promosso la nascita del Comitato Argonne Susa, conosco da vicino le vicende del Comitato Pratone (un meraviglioso parco raso al suolo a tempo record dalle Imprese allo scopo di collegare – in tempo per il 1° maggio 2015 – Linate all’Expo – ahahahahaha!) e ho partecipato a numerose iniziative del gruppo 573 Alberi: ho avuto (e ho) quindi il privilegio di osservare (e di partecipare) alle diverse modalità di dialogo tra i cittadini e l’Amministrazione.

Argonne – Susa è un comitato “di proposta“, dove professionisti che si occupano di cantieri e di verde urbano sono attivi nel suggerire soluzioni, proporre alternative; 573 Alberi è un gruppo “di battaglie“, tutte condotte con creatività ed entro i confini della legalità, molto operativo e agile. Questi due raggruppamenti di cittadini, con modalità diverse, hanno fatto richieste sensate a Maran; sensate e mediate sia dalla conoscenza del territorio, che dalla capacità di prevedere l’impatto dell’opera sulla vita delle persone, due aspetti mai e poi mai presi in considerazione dall’assessore e dalle Imprese. Richieste semplici, che comportavano costi contenuti e un minimo di disponibilità ad ascoltare (tipo: ci togliete un parco giochi? Rimettetene uno nelle vicinanze, no? NO!), ma … Ma questi due Comitati NON hanno fatto ricorso al TAR, quindi … .

Vediamo com’è andata avanti… . Il ricorso al TAR del Comitato DFS è pericolosissimo per Maran & Co. , perché è fondato e ha buona probabilità di essere accolto: sarebbe un disastro per la carriera politica di “Pier” che quindi decide di “sacrificare” la parte di cittadinanza più debole a favore di quella più forte e come fa? Accogliendo, di concerto con le Imprese, tutte le istanze del Comitato FDS e ignorando tutte quelle degli altri comitati. Certo, visti i proclami a base di “partecipazione” e “condivisione” della sua amministrazione arancione, per pararsi i glutei organizza i “workshop partecipati” con i cittadini, per “modificare l’impatto dei cantieri“, “rendere vivibile la convivenza tra popolazione residente e l’opera“, purtroppo però, a 9 mesi dall’inizio dei lavori, ad alberi tagliati, con ruspe che alzano polveroni malsani tutti i giorni, traffico impazzito, popolazione segregata in casa, queste iniziative hanno ancora di più il sapore di una presa per i fondelli.

Quindi, a conclusione della nostra lotta di classe, i “nobili” ottengono tutto ciò che hanno richiesto, mentre “i proletari” si vedono negate le minime richieste, nel solco della migliore tradizione classista di questa Milano “Aperta & Partecipata“. Se poi volete scendere nei particolari per comprendere meglio cosa è stato concesso al Comitato FDS e cosa NON è stato concesso agli altri, potete consultare la tabella allegata.

 

Emanuele Breveglieri



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