29 luglio 2015

ASPETTANDO IL CORPO BIONICO


Nel 2030 il corpo umano sarà e verrà pensato in modo completamento diverso da come lo conosciamo oggi? Una domanda a cui è difficile dare una risposta. Certo è che il corpo umano è sempre stato il focus della nostra esistenza, è il modo concreto di vivere sulla terra ed è un argomento che è stato centro di discussione di uno dei piani della Torre Diamante il 6 giugno a Milano.

04zancanaro29FBA pensarci bene, noi siamo il corpo, senza di esso non saremmo nulla ed è proprio per questo che abbiamo ritenuto necessario approfondire il più possibile questo aspetto. Due grandi questioni sono emerse durante la giornata milanese: la prima è sicuramente il fatto che il corpo è vita, nel senso che noi siamo corpo e senza di esso saremmo un nulla nell’universo. Quotidianamente siamo sottoposti ad attacchi esterni di ogni genere (malattie, cambiamenti climatici, incidenti …) e rischiamo di consumarci e di perire anche a causa del fatto che il nostro organismo è molto fragile.

Nei secoli l’uomo ha cercato di proteggersi e di preservarsi fabbricando vestiti e cercando di alimentarsi al meglio. Nei tempi moderni la battaglia si è spostata nel campo della salute, in cui la ricerca medica sta portando avanti una fiera e dura battaglia contro le nuove e vecchie malattie. Ma cosa possiamo fare per vincere questa battaglia? Noi abbiamo pensato a una proposta concreta che nel 2030 potrà essere realizzata. Un centro di ricerca per innesti bio-meccanici.

Nello specifico questa struttura si occuperà di creare e poi trapiantare nel nostro corpo innesti come organi o arti, completamente artificiali che andranno a sostituire gli organi mal funzionanti o arti che non sono più utilizzabili o che non vi sono più. Questa idea non è polvere di stelle ma è basata su alcuni esperimenti che la Johns Hopkins University ha portato a termine con successo su un paziente di nome Les Baugh a cui sono stati impiantati arti completamente artificiali che hanno le stesse funzionalità di quelle fatte di carne. L’enorme vantaggio delle braccia bioniche? Non sono soggette allo stesso deperimento di quelle di carne. Il nostro corpo è sotto attacco ed è nostro compito proteggerlo; questo è un modo.

L’altro aspetto che è emerso è il fatto che il corpo in questi ultimi anni è stato piegato alle tendenze che ci ha imposto la società; quelle di andare sempre più veloci e di sopportare i canoni di produzione e rapidità. É l’ora di rallentare. Il corpo ha bisogno di spazio e di tempo, non si possono affrettare queste due condizioni. La nuova generazione, che dovrebbe essere quella tesa alla velocità e all’immediatezza, ha detto che è necessario fermarsi e rallentare. L’attesa è la nuova parola d’ordine e non più rapidità come dicevano i seguaci di Marinetti.

Preso atto del forte desiderio di rallentare i ritmi, emerge subito la proposta dei giovani di introdurre entro il 2030 gli orti nelle scuole e nei posti di lavoro. Perché non piccoli orti nelle scuole e nei posti di lavoro? Ci sono già sporadiche iniziative (banche …) che stanno portando avanti questo progetto.

Questa idea è di fondamentale importanza perché il coltivare un orticello insegna a rispettare i tempi e ritmi della terra e della natura. La società ci ha imposto ritmi frenetici che hanno portato l’uomo a trascurare il corpo e le sue necessità. Perciò dobbiamo conformarci al tempo della terra, infatti anche se noi andiamo sempre più veloci, una carota crescerà sempre nello stesso lasso di tempo. É importante perciò insegnare da un lato ai più piccoli, questi ritmi di vita, dall’altro iniziare un processo di educazione negli adulti a rallentare i ritmi della vita quotidiana.

Perciò guardatevi e studiatevi bene perché nel 2030 non solo sarete diversi ma vi penserete in modo completamente differente.

Edoardo Rizzieri Zancanaro

 



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