15 luglio 2015

ALLARME ADOLESCENTI E INFORMAZIONE SU INTERNET


I giovani tra i 12 e i 17 anni utilizzano la rete e i social media per informarsi? Sì, su salute e benessere personale, con particolare attenzione alla contraccezione per i ragazzi e al dimagrimento per le ragazze. Non è questo il campo di indagine che interessa, ma non si può fare a meno di registrare che diversi studi sul tema, nonché i risultati che Google restituisce cercando le parole ‘adolescenti’ e ‘informazione’, sono legati a sessualità o forma fisica.

05vannini27FBParliamo invece di cultura e politica. Facciamo un primo quadro della situazione, partendo dalla cornice: quanta tecnologia abbiamo tra le mani? La ricerca Eurispes 2015 ci racconta che siamo iperconnessi. Il 67% degli italiani ha uno smartphone, il 64,4% un computer portatile, il 62,7% uno fisso, il 36,8% un tablet e il 29,1% una consolle per videogiochi. E che ci facciamo online? A parte le email e la ricerca di informazioni di interesse personale, si fanno acquisti (59,9%) e home banking (53%), si scarica musica /film /giochi /video (48,5%), ma soprattutto si vive su Facebook (95,7%), YouTube (64,6%), Twitter (43,2%), Google+ (40,1%), Instagram (34,2%), e Linkedin (20,9%). E WhatsApp? Lo usa il 60,6% dei possessori di smartphone (dato che include anche altre app di messaggistica). iPhone e concorrenti sono poi usati per fare e condividere foto/filmati (65% circa), navigare su Internet (61,2%), usare i social network in mobilità (40%), lavorare (40%), ascoltare musica e giocare (33%).

E gli adolescenti? Il quadro generale del rapporto tra adolescenti e media ce lo offre il CENSIS. Il Libro bianco media e minori affronta il tema del rapporto tra media (tutti) e partecipazione sociale e politica dei giovani. Eccone i punti salienti: i giovani costruiscono una lettura artificiale della realtà attraverso i telegiornali, sovrascrivono la realtà con quello che vedono nelle fiction, rischiano di non distinguere realtà e fantasia per via di internet e videogiochi, riducono la vigilanza cognitiva nella fruizione di programmi informativi a favore di processi di identificazione emotiva con i leader politici, fanno esperienza di contenuti media violenti trasferendoli in un illusorio processo di contenimento della violenza nella realtà. Conseguenze: meno creatività, più passività, peggiori risultati scolastici, impoverimento linguistico, stati di confusione e disagio, effetto zapping su ciò che accade intorno, formazione di personalità definita “a bassa definizione” (ricche di informazioni, ma scarsamente orientate all’impegno), mentalità consumistica.

L’uso dei colori del CENSIS fa emergere le tinte fosche; d’altra parte, le ricerche più specifiche su adolescenti e internet vengono commissionate e realizzate in occasione del Safer Internet Day, dunque ‘nativamente’ orientate a porre l’accento su rischi e fenomeni distorsivi piuttosto che su virtuosismi, opportunità ed effetti positivi: sarebbe utile indagare con un approccio neutrale.

Nello specifico campo del rapporto adolescenti-internet il comportamento dei giovanissimi ce lo racconta IPSOS, che ha pubblicato una ricerca per Save The Children proprio in occasione del Safer Internet Day del 10 febbraio scorso. Tra i ragazzi dai 12 ai 17 anni, il 9% circa è sempre connesso (13% tra i 16-17enni). In USA una ricerca Pew Research Center dell’aprile 2015 riferisce che gli adolescenti americani sempre connessi sono il 24%, una volta e mezzo i nostri. Le principali attività sono chattare e postare, ma attenzione perché “leggere il blog di qualcuno” è attività quotidiana per il 59% e ‘aggiornare un blog personale’ per il 38%. Non ci sono altri dati significativi al fine di capire come si informano gli adolescenti; la ricerca di informazioni è legata all’ambito scolastico o di espressione nella propria comunità di riferimento, anche digitale (che va oltre quella sociale di territorio: 4 su 10 hanno sconosciuti in almeno un gruppo di chat cui partecipano).

Questo dato è interessante: il 58% dei giovani ha imparato a usare lo smartphone da solo (IPSOS). Ci sono due elementi da esplorare con più attenzione, che partono da due riflessioni. La prima è: chi insegna ai giovanissimi a usare la rete per informarsi? Sembra che gli adolescenti siano lasciati soli in questo. La seconda: web e social media consentono a ogni adolescente di diventare editore, essere media: sappiamo cosa pubblicano, cosa condividono? Facebook e WhatsApp sono forme di condivisione di informazioni, e i blog lo sono in forma persino più evoluta; data la così alta diffusione di queste piattaforme sociali, sarà utile proseguire l’indagine.

 

Giovanni Vannini

 

 

 

 



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