8 luglio 2015

cinema – CINEMA SOTTO LE STELLE


E’ ripresa la programmazione del cinema all’aperto di Milano con Arianteo: segnaliamo due titoli in programmazione lunedì 13 e martedì 14 a Porta Genova c/o il Mercato Metropolitano (via Valenza 2)  h 21.30

 

LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET

di Jean-Pierre Jeunet [Canada Francia, 2013, 105′]

con Helena Bonham Carter, Judy Davis, Callum Keith Rennie, Kyle Catlett, Niamh Wilson

 

cinema21FBDopo “Il favoloso mondo di Amelie” e “La città perduta” Jeunet ci regala ancora una festa per gli occhi, come lo ha definito il Guardian, un mondo prodigo di meraviglie e sorprese inconsuete, che è valso al film diversi premi e nomination per i Cesar francesi per fotografia, scenografia e costumi.

Film di ispirazione letteraria, tratto dal romanzo Le mappe dei miei sogni (The Selected Works of T.S. Spivet) opera prima di Reif Larsen, ci conduce per mano a scoprire un’America sconosciuta con gli occhi spalancati e curiosi di un bambino. Persone e personaggi, non solo luoghi, che in realtà sono in gran parte di terra canadese, proprio per mantenere una certa verginità e ampiezza del paesaggio rurale.

T.S. Spivet (Kyle Catlett) è un piccolo inventore appassionato di cartografia e fisica, che vive e cresce in campagna, nel Montana, da decenne prodigio, in una famiglia bizzarra e fuori dal comune, con una madre naturalista che studia gli insetti e distrugge tostapane, un padre cowboy un po’ fuori dal tempo, una sorella che vuole diventare una star, un fratello gemello compagno di giochi per poco. È amato dalla sua famiglia e va a scuola come tutti i bambini della sua età, e non gli importa più di tanto non essere compreso dal suo insegnante che lo ritiene affetto da un complesso di superiorità e non sopporta il suo genio.

La sua migliore invenzione, uno strumento geniale che riproduce il moto perpetuo, fa vincere al talentuoso ragazzino un premio rinomato riservato a scienziati e accademici consumati, e lui parte per Washington, attraversando gli USA su un treno merci, o grazie a passaggi su tir cromati, per andare a ritirare l’ambito premio e tenere il discorso di rito davanti a una giuria inizialmente inconsapevole che lui sia soltanto un bambino.

È un film completamente segnato e riempito dal bambino speciale T.S., anche voce narrante, ma soprattutto sguardo che si rispecchia nella fotografia di Delbonnel (storico compagno di avventure cinematografiche di Jeunet) carica di colori intensi e di oggetti, e di movimenti di macchina che riproducono la mobilità e la curiosità degli occhi del ragazzino.

Il piccolo protagonista, sensibile e empatico e caratterizzato da una fortissima fotogenia, è circondato da comprimari d’eccezione che reggono a meraviglia il ruolo di ‘spalla’: su tutti Helena Bonham Carter, dolcissima madre con le sue magnifiche ossessioni per i coleotteri, a cui viene affidata anche la parte più commovente del film.

Adele H.

 

È ARRIVATA MIA FIGLIA

di Anna Muylaert [Brasile, 2015, 114′]

con Regina Case, Michel Joelsas, Karine Teles, Lourenço Mutarelli

 

cinema24FBVal lavora come governante presso una famiglia ricca di San Paolo composta da un padre pseudoartista che vive di rendita, una madre giornalista di moda in carriera e un ragazzo un po’ perditempo. La donna si prende cura della casa, una lussuosa villa con piscina, e di Fabinho, il figlio dei padroni che ha cresciuto come suo. Il ragazzo ha la stessa età di Jessica, la figlia che ha affidato a parenti nel nord est del Brasile e che mantiene con il suo lavoro.

Entrambi i giovani devono sostenere l’esame per accedere all’università. Jessica vuole diventare architetto e studiare nell’ateneo di San Paolo. In attesa di trovare una sistemazione starà con la madre che non vede da più di dieci anni. Giunta a San Paolo, la giovane è meravigliata dal lusso della casa, una vera villa razionalista, e anche dalla sistemazione della madre, uno stanzino stipato in cui lei dovrebbe dormire su un materasso per terra. Sfacciatamente chiede ai proprietari aperti e democratici se può occupare la suite degli ospiti. Il padrone di casa, colpito dalla ragazza, glielo concede.

Con naturalità la giovane accede a spazi e servizi che sono socialmente negati alla madre e che la mettono in imbarazzo: Val si ritrova a servire a tavola la figlia e il suo padrone come se Jessica se membro della famiglia padronale. La donna non si raccapezza, sa che nei rapporti di classe ci sono linee che non si possono oltrepassare, lei sa stare al suo posto ma quella ragazza che addirittura fa il bagno in piscina con Fabinho e un suo amico la mette in cattiva luce presso Donna Barbara. Su pressioni della padrona urge trovare una sistemazione esterna a Jessica.

Val si trova tra due fuochi: Donna Barbara che le ricorda le regole di comportamento e la figlia che di queste regole se ne infischia e sollecita la madre a ritrovare una dignità calpestata. L’arrivo di Jessica è stato uno sconquasso, lei ha superato il test universitario, Fabinho no, in più ha seminato dubbi con il suo comportamento “sovversivo”. In Val comincia una rivoluzione silenziosa che non può essere fermata.

La regista Anna Muylaert ha saputo, attraverso una commedia ironica, occhieggiare a dinamiche complesse e sottrarsi a facili umorismi, stereotipi e cliché. Bravissime le attrici protagoniste specie Regina Casé nei panni di Val e Camila Márdila nel ruolo di Jessica per cui ha ottenuto un premio al Festival di Sundance. Il film ha ricevuto anche l’audience award a Berlino.

Dorothy Parker

 

 

questa rubrica è a cura degli Anonimi Milanesi

rubriche@arcipelagomilano.org



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